“Si susseguono le generazioni, cambiano le coltivazioni presenti ma non variano gli estimi catastali su cui calcolare le imposte. Questo accade ormai da troppo tempo nei Comuni della costa imperiese: serve immediatamente un ricalcolo per evitare che la terra venga abbandonata e l’economia della zona ne risenta enormemente”.
È quanto afferma Coldiretti Imperia nel portare alla luce una problematica che negli anni, nonostante le proposte avanzate, e le rassicurazioni date, non ha ottenuto delle risposte concrete e, ad oggi, rischia di compromettere intere aree agricole, un tempo vocate alla floricoltura di pregio, ma che presentano ora coltivazioni diverse, che risultano avere un valore economico sul mercato inferiore rispetto alla precedente.
Gli estimi catastali presenti nei territori dei Comuni di Bordighera, Camporosso, Cervo, Cipressa, Civezza, Costarainera, Diano Arentino Diano Marina Ospedaletti Riva Ligure, San Lorenzo al Mare, Sanremo, Santo Stefano al Mare, Taggia, Vallecrosia e Ventimiglia reputano ancora queste zone con l’indirizzo produttivo di un tempo, con un conseguente calcolo erroneo delle imposte dovute.
Il valore attribuito ai terreni nei comuni prima indicati, porta ad un pagamento dell’IMU da parte degli agricoltori in pensione, che scelgono per raggiunti limiti di età di affittare il proprio terreno alle nuove generazioni, non più sostenibile. Ad esempio l’imposta IMU, calcolata su un terreno di 8.500 mq con un volume di affari aziendale di 60.000 euro/anno a Sanremo e Ospedaletti costa al proprietario quasi 4mila euro di IMU all’anno, mentre in altre province italiane a parità di fatturato e di coltivazione la cifra scende a 1.090 euro all’anno, praticamente un terzo coltivando gli stessi prodotti.
Il perdurare di questa situazione di conseguenza impatta notevolmente sulle attività agricole del territorio, frenando il passaggio di consegne tra una generazione e l’altra di agricoltori.
“Questa situazione – affermano il Presidente di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e il Direttore di Coldiretti Imperia Domenico Pautasso – sta causando forti disagi economici, sia ai pensionati agricoli che concedono il possesso dei terreni per il proseguimento dell’attiva agricola ai figli o a parenti, sia ai coltivatori diretti che ne raffigurano un’attività imprenditoriale.
Il pagamento dell’aliquota IMU, calcolata sugli estimi catastali presenti, risulta attualmente non sostenibile in relazione alla reale situazione produttiva. A nostro avviso, inoltre, il pagamento di tale tassa deve essere rivista per la categoria agricola: il terreno agricolo per un imprenditore è un bene strumentale e non una proprietà dove ne deriva una rendita fondiaria a seguito di una attività extra agricola. Per capire la discrepanza che nasce tra le aliquote e le effettive rendite dei terreni è utile ricordare che l’indirizzo agricolo dell’area coinvolta non è più interamente destinato alla floricoltura come un tempo, sostituita con la presenza di orti irrigui, cultura floreale di minor pregio e roseti.
È per questo che come Coldiretti Imperia abbiamo inviato al Prefetto di Imperia e ai Sindaci dei Comuni coinvolti la richiesta di avere un momento di confronto affinché si possa giungere a una soluzione condivisa.
Bisogna cercare di agevolare il cambio generazionale in agricoltura e non ostacolarlo: l’abbandono della terra porterebbe a gravissimi conseguenze paesaggistiche, ambientali, sociali ed economiche che la nostra provincia non si può permettere.
Noi non chiediamo di essere esenti dal pagamento, ma di pagare il giusto: attualmente assistiamo a una diversità di trattamento a parità di attività agricola espressa tra comuni di una regione e comuni di altre, questo sistema crea una serie di sperequazioni all’interno dello stesso settore”.