“Il progetto ospedale unico inutile e superato”. Così afferma Potere al Popolo della provincia di Imperia, in merito alla tematica dell’ospedale unico.
Sanità e ospedale unico: l’intervento di Potere al Popolo
“Il Progetto ospedale unico ritorna oggetto di discussione in tempi elettorali. Congelato da troppi anni come dice il sindaco Biancheri, viene riesumato in vista di improbabili briciole di fondi nazionali destinati all’edilizia che anche l’assessore Viale è dubbiosa di reperire. Ma ecco il piano B è pronto!
Costruzione e gestione ai privati di un unico ospedale come per quello di Bordighera, dice l’assessore, ma della quale gestione non abbiamo nessuna esperienza di risultato in termini di risparmio, efficienza e miglioramento dei servizi sanitari offerti al nostro territorio. Ma la speculazione immobiliare è alle porte, i fondi, ma solo in parte, si reperiscono svendendo gli ospedali pubblici di Imperia e Sanremo.
L’ospedale unico non è necessario ora! Prima ci vuole un progetto di investimento sulla riorganizzazione dei servizi sanitari che diventino capillari in un territorio come il nostro, sia per conformazione geografica che per mobilità. Bisogna pensare prima ai cittadini, per esempio oggi la dialisi è dislocata nei tre distretti di Ventimiglia, Sanremo e Imperia presso gli ospedali ma con l’ospedale unico?
Una sanità sostenibile è una sanità diffusa dislocata sul territorio in modo da essere vicina ed accessibile a tutti. Oggi la sanità imperiese viaggia su gomma quelle delle ambulanze, ed i trasporti li paga ASL, cioè noi cittadini con la fiscalità. Manca già la traumatologia a Imperia e per un braccio rotto da Diano Marina bisogna correre a Sanremo. Una sanità efficiente è una sanità organizzata dalla collettività e per la collettività sulla base delle indicazioni dei pazienti e dei lavoratori.
Questo progetto dell’ospedale unico è superato, è inutile, è un’idrovora di finanziamenti pubblici, 200 milioni di euro, per avere gli stessi reparti anzi meno visti i declassamento e gli accorpamenti come recita il decreto Balduzzi del già governo Monti, che potrebbero essere utilizzati con molto più buon senso, per una sanità pubblica efficiente che non pensi al profitto come è nella natura del privato, ma che pensi a come curare e prevenire le malattie. Investiamo sul personale sanitario, sulla rete dell’assistenza domiciliare e sull’abbattimento delle liste di attesa, non sul mattone, investiamo sulla salute delle persone”.