Oggi, 27 gennaio, ricorre la giornata in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e di tutti i deportati nei campi nazisti, durante la seconda guerra mondiale.
Attraverso colori caldi e linee morbide, l’artista imperiese Federica Porro ha voluto rendere omaggio ad Anna Frank, giovane ebrea tedesca, deportata nei campi di sterminio nazisti, divenuta simbolo dell’Olocausto attraverso il suo diario.
Quello che traspare osservando il disegno di Federica è una sensazione di positività e candore, di voglia di crescere e di sete di conoscenza, tutte caratteristiche che hanno reso Anna così forte da rimanere sempre fiduciosa verso il futuro, nonostante la tragedia che stava vivendo e che l’ha portata alla morte.
Anna Frank e il giorno della memoria: l’opera di Federica Porro
Com’è nata l’idea di realizzare questa opera?
“Quest’immagine è nata come proposta per la locandina di “Librerie in fiore 2019″, un’iniziativa di logosedizioni, che ogni anno il 21 marzo celebra la “primavera dei libri” il rifiorire della cultura e la fioritura delle vetrine di centinaia di librerie in Italia, quest’anno dedicata alla memoria.
Avevo da poco riletto il “Diario di Anne Frank” in una splendida versione a fumetti di Ari Folman e David Polonsky e da adulta l’ho trovato ancor più straordinario. Questo mi ha dato l’ispirazione per l’immagine”.
Cosa significa Anna Frank per te?
“Anne é stata straordinaria. È riuscita a non cedere allo sconforto e con una maturità e vitalità incredibili ha trasformato la paura e la clandestinità in un dono dal valore immenso per tutti.
Sono particolarmente legata a questa citazione.
‘È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.
Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità. […] Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora’.
Nella casa sul retro di una fabbrica nel centro di Amsterdam ha abitato un cuore vitale e pulsante, nonostante fuori fosse un gelido inverno in ogni senso possibile”.
Cosa vuoi comunicare attraverso il tuo disegno di Anna Frank?
“Sono stati il suo sguardo fiducioso ed intatto verso il futuro a dispetto di tutto, questa certezza inattaccabile che ciò che rende felici debba restare per forza nel cuore di ognuno per riemergere nei momenti più bui, che hanno dato forma a questo disegno, così diverso dagli altri miei lavori, almeno per me. Ecco come é nato il mio tenero omaggio ad Anne Frank.
Nella giornata della memoria, di memoria viva ne rimane poca. Perciò é nostro compito essere militanti della memoria, in un tempo in cui le speranze di Anne sembrano essere state davvero mal riposte. Sono certa che di fronte all’olocausto chiunque si sia chiesto come é stato possibile che certe cose avvenissero sotto gli occhi della gente comune.
Oggi si capisce. Basta girare la testa dall’altra parte, consentire che “l’altro” ci venga dipinto come nemico, pericolo, responsabile delle nostre sventure, di ciò che non funziona. È sufficiente non farsi troppe domande, barricarsi in una vergognosa indifferenza, usare meschinamente la parte più debole dell’ umanità come capro espiatorio, anziché assumersi la responsabilità della propria incapacità di far funzionare le cose.
Il fatto che ignoranza e meschinità vadano a braccetto e siano “signori” spocchiosi e rumorosi, mi fa pensare che al contrario ci siano eserciti di cuori aperti che per natura non sono avvezzi a dar fiato alle trombe con tanta facilità.
Credo allora che sia arrivato il momento di far sentire forte e chiara anche questa voce, di dar vita ad una rivoluzione gentile che “contagi di umanità” quanti più cuori possibile”.