È durata più di due ore la discussione in consiglio comunale riguardante il futuro dello stabilimento Agnesi e dell’area ex Ferriere.
Ex Agnesi ed ex Ferriere: la discussione in consiglio
L’argomento è stato inserito all’ordine del giorno, a seguito delle richiesta, poi respinta, di un consiglio comunale monotematico, presentata dai consiglieri di minoranza Alessandro Savioli, Luca Lanteri, Antonello Ranise, Gianfranco Gaggero, Monica Gatti, Davide La Monica, Guido Abbo, Maria Nella Ponte.
I membri del consiglio hanno avuto l’occasione, anche se in tempo più limitato rispetto alla possibilità di un consiglio dedicato, di confrontarsi sulle diverse visioni del futuro di due aree strategiche della città.
Alessandro Savioli
“Ho presentato questa discussione su Agnesi ed ex Ferriere contestualmente perché lo stabilimento Agnesi, ora Schiva Srl, ed ex Ferriere, ora Schiva Srl, sono riconducibili a Colussi, che in questi anni ha preso degli impegni che sono sempre stati disattesi nel corso degli anni.
La multinazionale Colussi ha acquistato Agnesi nel 1999 e che negli anni successivi, dal 2000, è stata prevista la Porta del Mare, che era già al di là dei volumi che doveva avere. Il progetto era collegato all’aumento della produttività dello stabilimento Agnesi e si parlava di incrementare i posti di lavoro, la produzione della pasta. Tutte prospettive mai rispettate.
Successivamente sono stati presi altri impegni, poi disattesi dal gruppo Colussi, anche con la precedente amministrazione, quando era stata presentata la delibera del consigliere Grosso, che vincolava la destinazione dello stabilimento Agnesi. È stato sottoscritto un piano sociale industriale per i lavoratori, controfirmato da Colussi, sindacati e lavoratori. L’impegno era quello di sistemare i dipendenti che venivano lasciati a casa inevitabilmente. Si parlava di un progetto di pasta fresca al dettaglio, di specialità liguri, del progetto museale. Nulla è stato fatto, a scapito dei lavoratori e delle famiglie.
Vista la scissione a settembre 2018 tra Colussi e Schiva, un anno dopo la chiusura dello stabilimento, la Schiva è diventata proprietaria degli immobili.
Dopo la delibera del 28 dicembre, a seguito di un’istanza da Schiva Srl per una richiesta immobiliare, il 28 dicembre è stato chiesto di procedere celermente, ma prima ci sembra doveroso discuterne con tutta la città, con i cittadini e i lavoratori.
È da mantenere ferma la posizione di mantenere una destinazione industriale, almeno finchè non verranno rispettati gli impegni precedenti presi dalla Colussi.
Nel progetto Porta del Mare si includono realtà commerciali che potrebbero recare danno a quelle già esistenti.
Bisogna convocare un successivo consiglio comunale per le più corrette linee di sviluppo.
Abbiamo chiesto la discussione per parlarne per dare ampio margine di colloquio, è importantissimo fare dei tavoli, perchè Colussi fa promesse da decenni e ora vuole vendere e scappare. Bisogna decidere se far guadagnare ancora Colussi, che ha preso in giro il Comune di Imperia.
Il sindaco Scajola ha dichiarato: “Il vincolo industriale è una minchiata”. Sindaco, faccia in modo che Colussi mantenga gli impegni”.
Giuseppe Fossati
“La mente è tornata agli anni 2014-2015 quando a Imperia abbiamo assistito a una passerella straordinaria per le elezioni regionali a far visita ai lavoratori Agnesi, come Salvini, Toti, Salvatore, tutti. Ci sono state promesse, impegni, ma non è successo niente e lo stabilimento ha chiuso. Nel 2014-2015 era prima che Colussi decidesse di chiudere.
Dopodiché è finita la passerella elettorale. Il Comune non ha partecipato a nessuna trattativa. Non c’è nessun impegno da parte del Comune. Dobbiamo fare un ragionamento di destinazione urbanistica, nell’interesse di tutta la città.
Non bisogna mischiare la partita stabilimento con l’area ex Ferriere, non c’entrano nulla.
Credo che sia antistorico pensare che in quel sito ci possa essere uno stabilimento industriale. Chi un minimo si intende di pianificazione urbanistica, sa che in nessuna città c’è uno stabilimento industriale nel centro della città. Quando c’era bisognava cercare di mantenerlo. Nessun imprenditore ci metterebbe un’industria, allora cosa facciamo, lasciamo tutto così?
Parliamo di un’area di 50 mila metri quadri, ci sta tutto dentro. Bisogna ragionare su cosa si può fare per dare lavoro prioritariamente agli ex lavoratori Agnesi e anche agli altri. Possono sorgere alberghi, ristoranti, centro benessere, studi medici, una produzione di nicchia, un museo della pasta.
L’altra partita è quella delle ex Ferriere. Sono decenni, 90 anni, che non dà lavoro. È in degrado totale. Esamineremo la proposta che riguarda attività commerciali, attività di ristorazione e un polo tecnologico.
Il progetto vecchio era mastodontico e ce lo dimentichiamo. Non sta in piedi economicamente.
Questa proposta invece è perfettamente adeguata al piano regolatore. Parliamo di edifici bassi, alti 6 metri. Meno impattante. Dovrebbe dare 250 posti di lavoro. È nell’interesse della città. Il mondo corre veloce. Gli imprenditori ci sono oggi, domani potrebbero non esserci più.
Se c’è un’amministratore che non è condizionata dai poteri forti è la nostra, dato che avevamo contro tutti i partiti e tutte le forze economiche. Ce lo dicono i cittadini cosa fare”.
Luca Lanteri
“La pratica con Colussi è sfociata nel 2006-2009 nel progetto Porta del Mare. Io ci ho sempre creduto poco, ma è memoria storica. Si trattava di un progetto di grande qualità.
Poi ci troviamo ora a leggere che sindaco e vicesindaco incontrano imprenditori e capiamo che partendo da un progetto che dava tanti posti di lavoro passiamo al raggruppamento di aziende tecnologiche già esistenti e tre medie strutture di vendita. Non facciamoci illudere che diamo una nuova vita alla città portando dei supermercati alle ex Ferriere. Bisogna portare gente a Imperia. Bisogna guardare avanti. Passiamo da un bellissimo edificio a due scatoloni di cemento, distruggendo l’unico spazio libero che rimane tra Oneglia e Porto.
E non vendete l’iniziativa come per posti di lavoro, Questa è speculazione edilizia”.
Maria Nella Ponte
“Il sentimento dei cittadino è quello di essere stati depauperati di uno dei simboli della città e di una fonte di posti di lavoro. Desiderate colare cemento in un posto che può rappresentare opportunità per la città.
Colussi non ha preso nessun impegno formale con il Comune. Qual è la necessità di colare il cemento?
Fate spiagge e non cemento. Fate delle scuole dentro lo stabilimento Agnesi”.
Monica Gatti
“Il pastificio Agnesi ha avuto un ruolo preminente. Verso fine dicembre il vicesindaco ha ricevuto mandato di procedere celermente sulla pratica. Nella documentazione depositata c’è una parte letterale di 2 pagine, dove si legge di ricadute positive e stime possibili dell’occupazione. Mi stupisce l’assessore Fossati, fu lei a difendere una certa posizione e fu lei ad andare contro a Colussi per gli impegni che non rispettava e aveva sollecitato il sindaco Capacci a formare un tavolo”.
Roberto Saluzzo
“Il vero problema della questione è il metodo, prima ancora del merito. Nessuno di noi della minoranza è stato coinvolto dall’amministrazione. Questa proposta l’abbiamo letta sui giornali.
Sotto il profilo urbanistico è necessario riuscire a sfruttare questo spazio. Le conseguenze a medio-lungo termine possono produrre effetti importanti. Le ripercussioni su centri storici e sui negozi del vicinato generate dai centri commerciali possono essere devastanti.
La ricaduta sociale dell’Agnesi era il contrappeso di questa concessione.
Sarebbe utile analizzare questa pratica all’interno commissioni, invitando tutti i soggetti coinvolti, dai sindacati alla proprietà alle forze sociali. Tornare poi qui per fare la discussione”.
Guido Abbo
“Quello che crea l’economia sono le persone. Ben venga il polo tecnologico, ma se vogliamo essere attrattivi, dobbiamo venderci quello che abbiamo di bello. Invece avremmo due capannoni con i parcheggi sulla testa, spostando posti di lavoro e non creandone. Bisogna rendere vivibile e raggiungibile parco urbano – ferriere – borgo san moro”.
Gianfranco Gaggero
“Avevamo chiesto un consigliomonotematico perché quando abbiamo saputo che c’era questa proposta ci siamo preoccupati. Non abbiamo fatto questo argomento per cercare di coinvolgere tutti. Ci svendiamo l’unica area fronte mare libera, la più bella. È un’area strategica, attrattiva. Con due centri commerciali ammazzeremmo il piccolo e medio commercio.
Antonello Ranise
“Abbiamo chiesto il consiglio Comunale incentrato sull’Agnesi perché siamo preoccupati per la città. Siamo contenti che l’amministrazione abbia preso in mano la situazione. Il gruppo Colussi è stato fallimentare e ha preso in giro i lavoratori. Bisogna trattare con il gruppo per dare ai lavoratori una possibilità come era stato loro promesso.
Non siamo contrari alla riqualificazione dell’area. Vogliamo aprire un dibattito per il bene della città di Imperia. È ottima l’idea del polo tecnologico, ma non quella dei supermercati. Non sono competitivi”.
Andrea Landolfi
“A Imperia c’è chi vuole l’industria in pieno centro alla città. Con un impatto ambientale e di traffico impensabili.
Bisogna sfruttare ciò che abbiamo, i tempi sono cambiati.Non si possono promettere cose impossibili”.
Davide La Monica
“Siamo d’accordo con il progetto che comporterà la riqualificazione dell’area, ma non siamo d’accordo con il progetto di aree commerciali. L’orribile progetto prevede 7 mila metri quadri per attività commerciali di media grandezza. Siamo disponibili a collaborare per arrivare a un progetto condiviso”.
Antonio Motosso
“Agnesi non parla più. Sono convinto che quest’amministrazione saprà valorizzare tutta la zona, ridando anche dignità a tutti i lavoratori”.
Fabrizio Risso
“Su una pratica così importante, dove ci si gioca il futuro economico di Imperia, occorre affrontarla con più riflessione. Stiamo parlando di uno dei lotti più significativi della nostra città. Non possiamo permetterci di sbagliare. Questa è una partita troppo importante e va condivisa. Non si può escludere la minoranza. Perché non pensare a un luogo dove collocare le eccellenze del territorio? Bisogna coinvolgere le categorie produttive. Per quanto riguarda lo stabilimento Agnesi, nessuno penserebbe ormai a tornare a una fabbrica di pasta. Perché non la cantieristica?
“Chiederemo un’altra convocazione del consiglio comunale con per una delibera di indirizzo politico vero”. Ha aggiunto Savioli.
Edoardo Verda
“Noi consiglierei siamo stati informati del progetto dalla stampa, questo testimonia la considerazione che l’amministrazione della minoranza. Chiedo che sia realizzato un ponte pedonale, che era tra le opere a scomputo del porto”.
Claudio Scajola
“Siamo qui a parlare di un tema senza che l’amministrazione abbia una proposta sull’Agnesi. C’era un progetto approvato da due amministrazioni fa sulle Ferriere. Ora c’è una proposta arrivata come bozza, sulla quale questa amministrazione ha dato mandato il vicesindaco di ascoltare le eventuali proposte. Questa città ha perso diversi investitori perché non ricevono risposte. Le risposte si danno celermente a tutti. Il nostro obiettivo è costruire crescita e dare lavoro.
Abbiamo sentito i pareri di tutti. Ho sentito suggerimenti condivisibili. Stiamo contattato tutti i proprietari dei posti dismessi. Stiamo ascoltando tutti. L’Agnesi è una bellezza dell’edilizia industriale.
Stiamo prendendo i contatti per poter spostare la dogana all’Italcementi e sfruttare l’area sul mare.
Non possiamo fare delle rovine, dobbiamo tenere lontani coloro che in diversi anni hanno contribuito a fare delle opere di edilizia civile di bassissimo livello.
Bisogna farsi un esame di coscienza, si deve vergognare chi ha distrutto l’Agnesi, incuneandosi nelle divisioni familiari, non noi. Non siamo mai stati i proprietari dello stabilimento.
Vincenzo Agnesi, a inizio anni 60, quando l’Agnesi era il primo pastificio in Europa, diceva che quello stabilimento aveva respiro corto, perché gli altri stavano crescendo a un costo inferiore. Se ci fosse stata maggiore pacificazione, magari si sarebbe trasferita in valle Impero. Se lo devono ricordare i dipendenti Agnesi. Lo stabilimento è uscito fuori dal mercato. Questo non significa che chi l’ha comprata negli ultimi anni non ha colpe, ma non solo.
I tempi cambiano. Dobbiamo cercare soluzione realistiche per queste aree dismesse.
Se dopo aver fatto tutte queste verifiche con i proprietari delle aree dismesse non pervenisse una risposta di crescita, allora sì che potremmo utilizzare tutti gli strumenti previsti dalla legge, perché non possiamo permettere che un proprietario non faccia nulla per decenni su un terreno.
Ho avuto contatti con Angelo Colussi, nella prima metà di febbraio avrò un incontro con lui. Voglio vedere che idee vuole avere. Non possiamo permettere che rimanga tutto così. Se l’accordo è stato firmato, non possiamo ignorarlo.
Per quanto riguarda i dipendenti dell’Agnesi, farò un incontro anche con loro per chiarezza”.