Imperia – Sfratto eseguito. L’ufficiale giudiziario assieme alle assistenti sociali del Comune di Imperia e all’avvocato dei proprietari del “tugurio” in cui, fino a ieri, abitava la famiglia Sbai (padre, madre e tre figli di sei, tre e un anno) si è presentato alla porta della loro “abitazione”, in via Littardi, per dare esecuzione allo sfratto per morosità disposto dal Tribunale di Imperia. Il tutto si è svolto nel silenzio più assoluto dell’assessore ai servizi Fabrizio Risso il quale, nonostante numerose sollecitazioni, ha ritenuto opportuno non dare una risposta concreta alle molte famiglie, tra cui molte italiane, che si trovano nella stessa condizione della famiglia Sbai.
Riadh e la sua famiglia, fortunatamente, non sono finiti in mezzo ad una strada, saranno ospitati a spese del comune per un mese in una pensione. Poi? Punto a capo. Gli assistenti sociali hanno ribadito alla famiglia Sbai che non ci sono case popolari a disposizione e lo hanno invitato caldamente a cercarsi una casa. Il problema, però, è sempre lo stesso: la mancanza di uno stipendio che permetta alla famiglia Sbai di affittare una casa. I 350 euro al mese che il capofamiglia guadagna grazie al “servizio inserimenti lavorativi” del Comune di Imperia non bastano per affittare una casa e mangiare al tempo stesso.
Se Riadh non riuscirà a trovare una casa probabilmente i suoi tre figli verranno affidati ai servizi sociali che li smisterà in varie strutture pubbliche. il costo per il Comune, lo ricordiamo, si aggira circa a 50 euro al giorno per una spesa mensile totale di 4500 euro.
Continuiamo a porre le nostre domande (è la quarta volta) all’assessore ai servizi sociali Fabrizio Risso , al dirigente del settore Sonia Grassi e al sindaco di Imperia Carlo Capacci.
– È possibile che nel 2014 dei genitori debbano allontanarsi dai propri i figli solo per motivi economici?
– Se si vuole mettere tutto sul piano economico, non costerebbe meno fornire un alloggio provvisorio tipo le “case parcheggio” piuttosto che far spendere 4500 euro al mese per l’inserimento dei minori (tra cui un neonato di 11 mesi) in strutture pubbliche?
– Perché gli assistenti sociali non sono mai andati a verificare le condizioni della “casa” della famiglia Sbai seppur sollecitate a farlo?
– Com’è possibile che il Comune permetta di prendere la residenza in “tuguri” simili considerati dallo stesso ufficio urbanistica abusivi?
– Com’è possibile che il Comune si accorga di tale fatto solo dopo molti anni e dopo innumerevoli persone che hanno abitato nel complesso in questione?
– È possibile che a fronte di emergenze abitative del genere l’assessore ai servizi sociali Fabrzio Risso (PD) rifiuti la proposta di stanziare 50 mila euro provenienti dal fondi di riserva?
– Quali sono le iniziative adottate dall’amministrazione comunale per far fronte al fenomeno, sempre più frequente, degli sfratti per morosità?
– L’amministrazione comunale, attraverso i servizi sociali, cos’ha intenzione di fare concretamente per dare una mano alla famiglia Sbai oltre a ribadire che non ci sono case disponibili?