“Il bilancio è drammatico”. Così afferma Michele Parisi, amministratore imperiese e presidente di Gesticond, per descrivere il primo giorno ufficiale di raccolta differenziata porta a porta a Imperia.
Raccolta porta a porta: le preoccupazioni degli amministrazioni
Come più volte ribadito, gli amministratori imperiesi avevano chiesto al Comune una proroga per l’avvio della raccolta porta a porta, per dare il tempo di organizzarsi al meglio insieme ai vari condomini. Richiesta, però, non accolta.
Questa mattina si è svolto il primo ritiro in città, che ha mostrato, però, diverse problematiche.
Michele Parisi
“Purtroppo quello che ci aspettavamo è successo – afferma Michele Parisi – non ci è stata concessa nessuna proroga. L’importante era iniziare, ma non si capiva in che modo.
Io personalmente ho ancora il 10% di condomini che non ha ancora bidoni, l’80% non ha le serrature, quindi i contenitori sono aperti o chiusi con lo scotch, che, a quando hanno comunicato gli addetti Teknoserivce, non sono da aprire per ora.
Sono ancora rimasti i bidoni sulle strade e allora non si capisce il motivo di comunicare che si sarebbe partiti senza una transizione.
Oggi, inoltre, sono nati nuovi problemi. Le proprietà che non hanno punti di riferimento per la raccolta mastelli hanno la direttiva di lasciarli sui marciapiedi, ma gli spazi non sono adeguati, quindi in certi casi si trovano davanti alle vetrine dei piani commerciali. Quest’ultimi, di conseguenza, hanno iniziato a chiamare i nostri studi chiedendoci di farli togliere perché intralciano il loro lavoro. Ovviamente noi amministratori siamo dalla loro parte, ma perché dobbiamo farci noi carico di una situazione contestata fino dall’inizio?
Non siamo stati ascoltati, ne stiamo pagando le conseguenze e siamo anche accusati dal Comune di poca collaborazione. Non abbiamo ricevuto incarichi dal Comune o da Teknoservice, non siamo loro dipendenti. Non sta a noi organizzare e trovare spazi dove mettere mastelli o carrellati, come invece si intende dal messaggio che stanno facendo passare con i cittadini, dicendo “parlatene con gli amministratori”.
I nostri studi sono costantemente intasati dalle chiamate dei condomini, oggi più che mai. Inoltre, le informazioni che potevamo dare, cambiavano ogni giorno.
Ieri, insieme a 11 dipendenti, ho distribuito fogli informativi buca per buca, con le notizie più certe che avevamo. Ieri sera, inoltre, ho girato sotto la pioggia per tutta la città, a sistemare la posizione dei bidoni nei condomini, poiché, nonostante avessimo concordato, erano stati posizionati nei posti sbagliati. Sono tutti incarichi che non ci competono, ma che facciamo proprio per collaborare il più possibile.
Un altro problema sorto è che molti contenitori non sono stati svuotati.
Allora mi domando: forse era più intelligente pensare, nonostante fretta e orgoglio, di organizzarci intono a un tavolo, con disegni pratici, con piante della città, piante degli stabili, e, solo una volta che sarebbe stato tutto concordato, organizzare le riunioni di condominio e infine partire.
Ribadisco che sono molto favorevole alla raccolta porta a porta, ma non in questa maniera.
Siamo schiaffeggiati dal sindaco che ci accusa di non essere collaborativi e schiaffeggiati dai nostri clienti che chiamano noi invece che l’ente che pagano per il servizio.
Il bilancio è drammatico”.