Si fa sempre più intricata la querelle relativa all’appalto rifiuti in Valle Impero e valle Arroscia. All’origine del contenzioso tra sindacati, azienda (Cooperativa Proteo) e Comune (Pontedassio capofila dell’appalto), la decisione di non applicare il contratto di settore (FISE) per l’assunzione dei cinque lavoratori, ma il contratto delle cooperative sociali.
Il Comune di Pontedassio, infatti, nelle scorse settimane aveva chiesto un parere all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) in merito all’applicazione del contratto delle cooperative sociali da parte della Proteo, fortemente contestata dai sindacati con scioperi e proteste.
In particolare, il quesito posto dal Comune riguardava “la possibilità per la stazione appaltante di imporre all’aggiudicatario di applicare al personale assunto in forza di clausola sociale CCNL, già applicato dal gestore uscente, in particolare nell’ipotesi in cui il nuovo aggiudicatario sia, come nel caso in esame, una cooperativa sociale”.
Ebbene, l’Anac ha risposto definendo “conforme alla normativa di settore l’operato della stazione appaltante (Comune di Pontedassio, ndr)”.
Caso rifiuti Pontedassio: l’Anac si pronuncia in favore del Comune di Pontedassio
“Il problema sottoposto alla valutazione dell’Autorità – si legge nelle motivazioni – è inquadrabile nella più vasta tematica del potere della stazione appaltante di richiedere all’aggiudicatario l’adozione di un determinato CCNL, in ordine alla quale l’orientamento della giurisprudenza è univoco nel ritenere che la scelta del contratto collettivo da applicare rientri nelle prerogative dell’imprenditore e nella libertà negoziale delle parti con il solo limite che esso risulti coerente con l’oggetto dell’appalto, così che la stazione appaltante non può imporre l’applicazione di un particolare CCNL perché altrimenti verrebbero compromessi i principi comunitari di concorrenza e parità di trattamento tra le imprese”.
La replica dei sindacati