14 Novembre 2024 06:18

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14 Novembre 2024 06:18

Caos rifiuti Pontedassio: l’Anac “boccia” le proteste dei sindacati e difende l’operato di Comune e Coop Proteto. “Conforme alla normativa”

In breve: I sindacati non ci stanno: "Ci sono tutti i presupposti per avviare le procedure di rescissione del contratto".

Si fa sempre più intricata la querelle relativa all’appalto rifiuti in Valle Impero e valle Arroscia. All’origine del contenzioso tra sindacati, azienda (Cooperativa Proteo) e Comune (Pontedassio capofila dell’appalto), la decisione di non applicare il contratto di settore (FISE) per l’assunzione dei cinque lavoratori, ma il contratto delle cooperative sociali.

Il Comune di Pontedassio, infatti, nelle scorse settimane aveva chiesto un parere all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) in merito all’applicazione del contratto delle cooperative sociali da parte della Proteo, fortemente contestata dai sindacati con scioperi e proteste.

In particolare, il quesito posto dal Comune riguardava “la possibilità per la stazione appaltante di imporre all’aggiudicatario di applicare al personale assunto in forza di clausola sociale CCNL, già applicato dal gestore uscente, in particolare nell’ipotesi in cui il nuovo aggiudicatario sia, come nel caso in esame, una cooperativa sociale”.

Ebbene, l’Anac ha risposto definendo “conforme alla normativa di settore l’operato della stazione appaltante (Comune di Pontedassio, ndr)”. 

Caso rifiuti Pontedassio: l’Anac si pronuncia in favore del Comune di Pontedassio

“Il problema sottoposto alla valutazione dell’Autorità – si legge nelle motivazioni – è inquadrabile nella più vasta tematica del potere della stazione appaltante di richiedere all’aggiudicatario l’adozione di un determinato CCNL, in ordine alla quale l’orientamento della giurisprudenza è univoco nel ritenere che la scelta del contratto collettivo da applicare rientri nelle prerogative dell’imprenditore e nella libertà negoziale delle parti con il solo limite che esso risulti coerente con l’oggetto dell’appalto, così che la stazione appaltante non può imporre l’applicazione di un particolare CCNL perché altrimenti verrebbero compromessi i principi comunitari di concorrenza e parità di trattamento tra le imprese”.

“Alla stessa conclusione – si legge ancora – la giurisprudenza giunge anche in presenza di clausola sociale, ritenendo che essa non possa imporre all’impresa subentrante di applicare un determinato contratto potendo la stessa optare per un contratto collettivo diverso, purché coerente con l’oggetto del contratto e sempre che salvaguardi i livelli retributivi dei lavoratori riassorbiti in modo adeguato e congruo”.
“La clausola sociale di cui all’art. 26 del Capitolato speciale di appalto […] non può essere interpretata come comportante l’obbligo di applicazione al personale riassorbito del CCNL applicato dal gestore uscente – conclude –  L’obbligo di applicazione del CCNL del precedente esecutore che, come visto, la clausola sociale non prevede e il quadro normativo di riferimento non richiede, non può essere imposto all’aggiudicatario in sede di stipula del contratto, pena la modifica di una condizione di esecuzione del contratto prevista dalla legge di gara e la conseguente duplice violazione dei principi di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento […] e della libertà di impresa”.

La replica dei sindacati

Contattato da ImperiaPost in merito al parere dell’Anac, Luigi La Marca, sindacalista della Uil, ha replicato: “Noi abbiamo sentenze del Giudice del Lavoro, emesse dal Tribunale di Bologna, che confermano in pieno la nostra tesi. Alla prima busta paga faremo partire un ricorso.
Noi non molliamo la nostra battaglia. Qui ci sono cinque lavoratori si trovano da un giorno all’altro con un contratto diverso.
La Cooperativo Proteo è inadempiente sotto il profilo contrattuale perché ci sono molti disservizi e a nostro modo di vedere ci sono tutti i presupposti per avviare le procedure di rescissione del contratto”.

 

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