Potere al Popolo e il Partito della Rifondazione Comunista, intervengono con una nota stampa in merito al Piano Urbanistico (PUC) della città di Imperia pensato dall’amministrazione Scajola.
“Eri alle scuole medie e il sindaco di Imperia era Claudio Scajola. Ti sei laureato e il sindaco di Imperia era Claudio Scajola. Ora ti ritrovi a quasi cinquant’anni e il sindaco di Imperia chi è? Claudio Scajola. Ti viene quasi il dubbio che i liguri lo abbiano votato per questo: Scajola li fa sentire ancora ragazzi. Una specie di sindrome di Stoccolma, la sindrome di Scajola.” – Ferruccio Sansa su Il Manifesto di Bologna 27 giugno 2018.
Piano Urbanistico di Imperia: l’intervento di Potere al Popolo e Rifondazione Comunista
“Alle ultime elezioni amministrative, astutamente l’ex Ministro, che non poco ha fatto parlare di sé nel corso del suo mandato, scelse quale immagine elettorale quell’opera straordinaria, divenuta icona della classe dei lavoratori, mutandone con la medesima astuzia soggetti e colori, al fine di comunicare ai potenziali elettori l’immagine di un’amministrazione che aveva l’ambizione di essere inclusiva e corale.
Ebbene i deliri di onnipotenza, l’orgoglio sfrontato, l’arroganza, il paternalismo e la propensione manipolatoria propri del Sovrano non hanno tardato a mostrarsi in tutte le sue declinazioni e non senza il suo evidente autocompiacimento.
L’approccio personalistico alle questioni di pubblico interesse, la propensione a tessere tele nelle segrete del Palazzo non hanno tardato a mostrarsi in tutta la loro virulenza. Tuttavia ci piace attribuirci il merito di aver scoperto il piano attraverso l’inchiesta che a partire dal mese di settembre dello scorso anno abbiamo condotto in merito alla controversa Questione Agnesi/Ex Ferriere e che tempestivamente abbiamo sottoposto all’attenzione della Cittadinanza tutta, affinché fosse informata in merito all’ennesimo disegno speculativo ordito e con quali orpelli si stava studiando di offrirlo alla Cittadinanza.
Il Sindaco di questa città, si legga in proposito l’esordio, è totalmente deresponsabilizzato rispetto all’abisso in cui è precipitata la città di Imperia, al contrario continua a sorvolarne pindaricamente i cieli.
Con il Consiglio, quasi monotematico, tenutosi in data 29/01/2019, abbiamo traguardato il nostro primo obiettivo: allertare la cittadinanza rispetto ad un ennesimo scellerato piano di speculazione riservato solo ad una porzione di quel Fronte Mare (area ex Ferriere) che nonostante lo stato di abbandono in cui versa da decenni, può e deve rappresentare il simbolo e il punto di partenza di un progetto integrato di riqualificazione sostenibile che produca lavoro di buona qualità e che sia eco-compatibile.
Gli operai dell’Ex Pastificio presenti nell’aula del Consiglio insieme agli operai dell’indotto, sono stati ancora una volta umiliati dal superiore distacco mostrato dalla Giunta compulsivamente impegnata a rincorrere un “mondo veloce”, umiliati dalla loro vergognosa indifferenza, umiliati dalla vacuità dei loro fantasiosi progetti.
A loro, non sono state date risposte, bensì offerto il pietoso spettacolo di una classe dirigente sdegnosa e distante che ostinatamente e smemoratamente impone i suoi disegni di sfruttamento non ancora paga del disastro economico ed occupazionale in cui ha precipitato la città facendone il fanalino di coda in tutte le classifiche nazionali.
Unica e eccezione è la classifica inerente il clima. Vantiamo il clima migliore, vantiamo una delle più suggestive soluzioni di continuità mare-collina. E non è poco se solo gli amministratori avessero la lungimiranza e l’onestà di dialogare con la cittadinanza, promuovere una discussione pubblica e democratica attraverso l’istituzione di apposite commissioni dove elaborare un piano integrato, coerente e strategico di sviluppo del territorio urbano.
E non, come si è scelleratamente proposto, un sedicente piano di riqualificazione dell’area Ex Ferriere corrispondente a poco più di 10.000 metri quadrati, che parcellizza il fronte mare escludendo furbescamente l’attesa e non più dilazionabile rigenerazione riproduttiva del sito dell’ex Pastificio Agnesi e ultimo, ma non meno importante, il Porto Commerciale e Peschereccio, le cui potenzialità produttive in termini di sostenibilità ambientale e di sbocchi occupazionali proprio non si vogliono considerare.
Quali sono state invece le risposte offerte alla cittadinanza? Non ci sono state risposte, l’Amministrazione non ha neppure un’idea di sviluppo della città di Imperia che non sia nuovamente oltraggiosa e compulsivamente speculativa.
Il Dottor Fossati, Vice Sindaco con delega all’urbanistica si limitato ad inseguire paranoicamente un “mondo che corre”. Gli consigliamo di fermarsi, prendere fiato e guardarsi intorno, lo spettacolo potrebbe rivelarsi sorprendentemente interessante.
Il Sindaco ugualmente compulsivo si intrattiene in interlocuzioni ed ipocrite passeggiate con l’imprenditore Colussi le cui capacità di inganno sono tristemente note. Dall’alto della sua grandezza lancia briciole agli oltre 100 operai ex Agnesi, dichiarandosi disponibile ad incontrarli per chiarire. E la domanda sorge spontanea Cosa c’è da chiarire? Vorrà forse ribadire che quel pastificio appartiene ormai alla storia di questa città? Credo lo sappiano considerato con quanta deprecabile arroganza lo hanno ribadito. Vorrà brandirli? Forse si in questo le sue performance sono ineguagliabili. Abbiamo tristemente constatato che questa amministrazione si ostina a non considerare le finalità del Piano Urbanistico cittadino all’interno del quale auspichiamo rientri un sostenibile progetto di riqualificazione del Fronte Mare.
Proviamo a fare chiarezza. Il PUC non ha finalità elettoralistiche, ma esplicita una visione di città, un modello di sviluppo pertanto gli interessi proprietari devono, costituzionalmente, fare i conti con “l’interesse pubblico”.
Il Piano è dunque questione vitale per tutti i cittadini, perché parla della città e del suo futuro sostenibile, regola la civile convivenza, stabilisce i rapporti tra lavoro ed economia, considera le vocazioni territoriali, l’evoluzione storica, è fattore di mediazione fra gli interessi di tutte le categorie. Il Piano non è il luogo di interessi e di intrallazzi tra politici, politicanti e politichesi, ma il luogo dei cittadini e deve, pertanto, promuoverne i diritti.
Ed eccoci finalmente al punto dolente, il rimosso, ciò di cui si vuol tacere ma che non si può tacere perché ancora scuote le nostre coscienze e ci esorta a parlarne per continuare a resistere, a manifestare legittima opposizione ad un piano diabolico e scellerato che ha contribuito ad accelerare l’impoverimento economico della città di Imperia: ex Agnesi, o preferite la più esaltante espressione “Porta del mare”? Il gigantesco ed abbagliante progetto edilizio sventolato dall’acquirente Colussi al fine di concludere l’acquisto del sito, acquisto che ha sancito la fine dello storico pastificio e la perdita di numerosi posti di lavoro.
Spesso si dimentica che dietro l’espressione “posto di lavoro” c’è la carne viva di chi ha famiglia, casa, mutuo da pagare, lunario da sbarcare. Dietro tutti quei posti di lavoro svaniti ci sono persone in carne ed ossa che ancora oggi, in barba a tutte le promesse fatte da politici ed affaristi, sono sballottati da una parte all’altra alla ricerca di un lavoro che non c’è. Socrate disse che se uno conoscesse davvero il male non lo potrebbe fare. Ma chi sarà mai questo Socrate per chi agisce obbedendo solo alla logica spietata del denaro e del mercato? Noi resistiamo e diciamo no? Ci opporremo ad un Piano che predilige la logica della speculazione alla centralità del Cittadino.
Diciamo no ad un Piano che non parli di vivibilità, mobilità, viabilità, sostenibilità ambientale, lavoro di qualità, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio esistente. Vigileremo affinché siano mantenuti i vincoli di destinazione d’uso. Resisteremo affinché ad Imperia ritornino protagoniste le attività produttive.
In sintesi, ribadiamo alcuni punti salienti del nostro Programma:
- · viabilità e mobilità sostenibile, pista ciclabile lungo la costa, metropolitana leggera sul sedime dell’ ex linea ferroviaria fra Galeazza e Prino, un sistema di parcheggi periferici ed una rete ciclabile e di servizi pubblici “verticali” fra Costa ed entroterra.
- · Vocazioni territoriali: Imperia è la città del mare e dell’Olio, dell’ Agroalimentare e del Commercio: queste sue peculiarità fanno di Imperia un luogo di grande interesse turistico: non una vetrina di finti paesaggi, e di finte diete salutistiche, ma una realtà di colline coltivate ad olivo, e di mare ricco di omega tre : questo legame fra turismo ed attività produttive e commerciali rappresenta una rarità nel mondo dell’offerta turistica e ne rappresenta il principale valore: senza pesca, frantoi, commerci, l’ offerta turistica si ridurrebbe a banale retorica di valori invisibili.
- ·Per questo Potere al Popolo e Partito della Rifondazione Comunista difendono il Porto Commerciale di Oneglia dalla pretesa di snaturarlo: la pesca, il commercio, i servizi marittimi di collegamento (a breve, medio e lungo raggio) il piccolo e medio cabotaggio merci ne rappresentano la sola destinazione possibile, non solo perché così sancito all’ atto della trasformazione del Porto Commerciale di Porto Maurizio in Porto turistico, ma anche in quanto simbolo e nucleo economico e produttivo della città.
Il nuovo Puc non può improvvisare in funzione di interessi particolari, ma deve tenere conto di tutto questo. E se il turismo riveste un ruolo importante, le attività produttive ne rappresentano la principale motivazione oltre che il fondamento di reddito di moltissime famiglie. Chiediamo, nel rispetto e nel nome di quella vocazione democratica che ancora ci appartiene e che è riconosciuta dalla Nostra Costituzione, che si apra un confronto pubblico sui temi sopra esposti e che la Cittadinanza tutta sia coinvolta nella costruzione del piano di sviluppo della città Perché il PUC non è solo affar Vostro ma dei CITTADINI TUTTI”.