“La strategia di ‘mimetizzazione‘ attuata dalle cosche in Liguria ha reso più difficile, nel tempo, comprendere e far emergere il fenomeno, favorendo in tal modo tentativi di condizionamento delle amministrazioni locali e, talvolta, la commissione di atti intimidatori (soprattutto incendi dolosi), strumentali al raggiungimento degli obiettivi criminali”.
Così la Direzione Investigativa Antimafia nel proprio rapporto semestrale (gennaio-giugno 2018).
Direzione Investigativa Antimafia: la Liguria
“Sin dagli anni ’50 – si legge nella relazione – la Liguria ha attratto l’interesse delle organizzazioni criminali, sia per la ricchezza prodotta, soprattutto nel settore turistico-immobiliare, che per la sua conformazione e posizione geografica, quale crocevia strategico tra la Versilia, la Costa Azzurra, le regioni del nord Italia, il nord Europa e, attraverso il sistema portuale, verso gli altri continenti”.
Per quanto concerne la presenza di organizzazioni criminali in Liguria, si legge che: “tra le diverse proiezioni delle mafie nazionali si segnalano, in primo luogo, quelle della ‘ndrangheta, il cui insediamento è stato favorito, sin dalla metà del secolo scorso, dal fenomeno migratorio dalle regioni meridionali”.
“Le indagini degli ultimi anni – si legge ancora nella relazione – hanno acclarato l’esistenza di una macro-area criminale denominata Liguria operativa sull’intero territorio regionale, che estende le sue propaggini anche in basso Piemonte (in particolare in provincia di Alessandria, Asti e Cuneo), attiva attraverso almeno quattro locali dislocati a Genova, Lavagna (GE), Ventimiglia (IM) e Sarzana (SP). Tali strutture risultano coordinate tra loro e con il crimine reggino attraverso un organismo intermedio, la Camera di controllo, con sede a Genova, nonché, attraverso la Camera di passaggio dislocata a Ventimiglia, con reti logistiche di riferimento in Costa Azzurra, costituite nel tempo anche per la gestione di importanti latitanze.
Le proiezioni operative delle cosche in territorio ligure si esplicano non solo nell’infiltrazione del tessuto politico- amministrativo locale e nell’acquisizione di posizioni privilegiate in diversi settori economici, ma anche nel traffico di stupefacenti (in particolare cocaina), grazie alla presenza degli importanti scali marittimi liguri.
Nel capoluogo di regione si conferma la presenza del locale di Genova, al vertice del quale si collocherebbe un esponente del sodalizio Gangemi, originario di Reggio Calabria, titolare di una ‘carica’ che gli avrebbe consentito, nel tempo, di interagire direttamente con il crimine reggino e di svolgere funzioni di coordinamento tra questo e le diverse ‘unità operative’ liguri”.
Nel documento si fa riferimento anche alla relazione conclusiva della Commissione Parlamentare Antimafia: “Il caso ligure è emblematico della percezione spesso distorta della situazione della criminalità organizzata nelle regioni diverse da quelle tradizionali e di come alcuni paradigmi politici, amministrativi e giudiziari, oltre a stereotipi sociali, richiedano un definitivo ribaltamento”.
Direzione Investigativa Antimafia: la provincia di Imperia
Camorra
“Per quanto concerne la criminalità organizzata campana, indagini pregresse hanno evidenziato singole proiezioni extra-regionali campane, attive nel contrabbando, nella contraffazione e commercializzazione di marchi, nell’esercizio abusivo del gioco, anche on line e nel traffico di sostanze stupefacenti.
La frontiera con la Francia continua a rappresentare uno dei canali di transito della droga importata in Italia, tanto che nel comprensorio di Sanremo sono stati registrati interessi criminali del sodalizio Tagliamento-Alberino, emanazione del clan napoletano Zaza, con proiezioni anche in Costa Azzurra. Il capo del gruppo Tagliamento, presente a Sanremo sin dagli anni ’80, avrebbe stretto accordi operativi con la criminalità marsigliese, con altri esponenti della camorra napoletana e della ‘ndrangheta per la realizzazione di traffici di stupefacenti, per la vendita di prodotti contraffatti, per la gestione delle scommesse clandestine e dell’esercizio abusivo del gioco, nonché per il controllo dell’usura e delle estorsioni”.
‘Ndrangheta
“La provincia di Imperia vede qualificate proiezioni delle cosche Santaiti-Gioffrè, Gallico, Piromalli, Mazzaferro, Alvaro e Pelle della provincia di Reggio Calabria, che fanno capo ad un’unica articolazione criminale, il locale di Ventimiglia.
In proposito, appare emblematica la Sentenza della Corte di Cassazione (p.p. n. 55748/2017 del 14 settembre 2017, nell’ambito dell’operazione “La Svolta”, condotta dai Carabinieri nel 2010), che ha portato al riconoscimento giudiziario, in via definitiva, dell’articolazione territoriale insediata nell’estremo ponente ligure – il locale di Ventimiglia, funzionale al collegamento con l’omologa proiezione ultra nazionale, attiva nella vicina riviera francese, la cd. “Camera di passaggio” o “di transito”, di cui si è fatto cenno.
Sono stati individuati come capi storici della citata cellula mafiosa alcuni esponenti delle cosche Piromalli e Mazzaferro della Piana di Gioia Tauro, nonché delle cosche Alvaro di Sinopoli e Pelle di San Luca. Peraltro, il decesso per cause naturali di due esponenti di rilievo delle citate famiglie, rispettivamente nei mesi di gennaio e luglio, avrebbe, di fatto, aperto la questione della successione ai vertici del sodalizio.
Altrettanto significativo il pronunciamento, del 5 marzo, della Corte di Cassazione, che ha definitivamente confermato gli esiti del procedimento di prevenzione avviato dalla DIA, nel 2011, nei confronti di quattro fratelli originari di Seminara (RC), colpiti, nel maggio 2013, dall’applicazione della sorveglianza speciale di P.S. per anni 5 con obbligo di soggiorno, disposta dal Tribunale di Imperia con la contestuale confisca del loro patrimonio.
Sul fronte investigativo, sempre a marzo, ad Imperia, la Polizia di Stato ha tratto in arresto, in flagranza di reato, un soggetto originario di Gioia Tauro (RC), ma da tempo residente a Ventimiglia, a cui è stato sequestrato, nel corso di perquisizione, un panetto di 200 grammi di tritolo.
Il successivo mese di maggio, nell’ambito dell’operazione “Bocca della verità”, ancora la Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare nei confronti di 4 soggetti contigui alla famiglia De Marte, ritenuti responsabili di numerosi episodi di cessione di sostanze stupefacenti, tipo cocaina e marijuana, destinate allo spaccio al dettaglio nella c.d. “Riviera dei fiori”.
Taluni soggetti collegati alle cosche di Palmi e Gioia Tauro risultano, invece, presenti tra Taggia e Sanremo”.
Cosa Nostra
“Per quanto concerne le infiltrazioni di matrice siciliana in Liguria, va ricordato che, già nel corso degli anni ‘90, era stato registrato, tra Genova e provincia, il radicamento di referenti dello ‘storico’ gruppo dei gelesi, con la presenza strutturata sul territorio di una decina: tale organizzazione risulta essere stata, tuttavia, definitivamente disarticolata a seguito di un’indagine del ROS.
Successivamente, non sono state registrate ulteriori evidenze processuali circa la presenza strutturata di cosa nostra sul territorio, ma solo proiezioni attive in settori specifici.
Il 1° febbraio scorso è stato eseguito il sequestro di una sala per la raccolta delle scommesse on line, con sede a Sanremo (IM), nell’ambito dell’operazione “Game Over” della Polizia di Stato di Palermo, nel corso della quale è risultato che i proventi ottenuti dai gestori, estranei ai fatti, confluivano nelle casse di una nota famiglia mafiosa di Partinico (PA).
Infine, sempre a maggio, presso la barriera autostradale di Ventimiglia (IM), la Guardia di Finanza ha tratto in arresto un pregiudicato catanese, rintracciato a bordo di un autobus, proveniente dalla Spagna e diretto a Milano, in possesso di circa kg. 24 di sostanze stupefacenti di tipo hashish e marijuana”.
Direzione Investigativa Antimafia: le organizzazioni criminali straniere
“Per quanto attiene alle organizzazioni criminali straniere – si legge – si richiamano le gang composte da giovanissimi sudamericani, in particolare ecuadoriani, peruviani e salvadoregni, negli ultimi anni protagonisti di diversi episodi – talora molto violenti e causa di lesioni gravi alle vittime – solitamente commessi nei parchi, alle fermate della metropolitana, nelle aree circostanti a complessi scolastici e discoteche dei grandi centri urbani.
Le organizzazioni criminali in questione non sono statiche ed il loro carattere verticistico è in continua evoluzione, così come i ruoli e le “cariche”. Le bande di Genova e di Chiavari (GE) dei Latin King sono risultate, nel tempo, strettamente collegate a quelle milanesi. Ad alimentare la potenziale pericolosità del gruppo è il collegamento ad un’estesa organizzazione malavitosa già esistente in Ecuador, denominata appunto Latin King, i cui affiliati sono dediti ad attività delittuose di ogni genere. La violenza a volte è elemento costitutivo, a volte è funzionale alla commissione dei reati tipizzanti tali gruppi, principalmente di natura predatoria e nello spaccio di stupefacenti, ma è presente anche e soprattutto nei riti di affiliazione, quale condizione necessaria per essere ammessi e per evitare l’emarginazione sociale.
Gruppi criminali originari del continente africano sono risultati particolarmente attivi nel settore degli stupefacenti”.