Colpo di scena questa mattina in tribunale a Imperia nel corso dell’udienza, presieduta dal giudice Marta Maria Bossi, del processo per il caso delle cosiddette “autopsie fantasma“ che vede sul banco degli imputati, con l’accusa di falso in atto pubblico, Giuseppe Garo, 53 anni, Otorinolaringoiatria, Alessandro Zacheo, 42 anni, medico legale, Sandra Maria Motroni Gherardi, 39 anni, medico legale, Claude Orengo, 43 anni, medico legale, Francesco Esposito, 59 anni, addetto camera mortuaria, Leonardo Rosato, 60 anni, addetto camera mortuaria, e Liliana Allaria, 49 anni, legale rappresentante onoranze funebri.
Autopsie fantasma: il dott. Garo confessa e accusa la collega Del Vecchio
Il dott. Giuseppe Garo, difeso dall’avvocato Andrea Rovere, ha reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice monocratico Marta Maria Bossi e ha depositato una memoria difensiva, addebitando la colpa alla dott.ssa Simona Del Vecchio, direttore della medicina legale all’epoca dei fatti.
“Non sono un medico legale – si è difeso Garo – i certificati necroscopici li ho compilati per imposizione e sotto minaccia di sanzioni disciplinari e del trasferimento da parte dell’allora dirigente della struttura complessa di medicina legale Simona Del Vecchio. Al di là di quelli compilati, ce ne sono altri 70 circa di cui nego la paternità. Sono stati inviati a mia insaputa, con il mio timbro, dalla dott.ssa Del Vecchio”.
Dichiarazioni molto simili a quelle che lo stesso Garo aveva pronunciato quando venne sentito nel corso del processo che vedeva sul banco degli imputati proprio la dott.ssa Del Vecchio, poi condannata a 6 anni e 6 mesi di carcere.
“La dott.ssa Del Vecchio – disse all’epoca Garo – mi impose di compilare i certificati necroscopici. Mi disse che lei era il mio primario e che io dovevo farlo. Io non volevo farlo, non ero in grado. Minacciò di rimandarmi nel reparto dal quale ero stato allontanato per motivi di salute. Non potevo tornare in quel reparto […] Mi fecero vedere i certificati in bianco, il primo che vidi era della Del Vecchio […] Io non volevo farlo ma la Stella mi disse:”qui si fa così”. Io non ero consapevole di commettere un reato, io sono un otorinolaringoiatra. Con la mia ex direttrice (la Del Vecchio) non mi potevo lamentare, perché mi avrebbe aggredito verbalmente”.
L’avvocato Marco Bosio, difensore della Del Vecchio, ha respinto fermamente le accuse, annunciando di aver presentato ricorso in appello contro la condanna della sua assistita.
“Si tratta di accuse infondate e pretestuose – ha dichiarato Bosio a ImperiaPost – Stiamo parlando di professionisti liberi di comportarsi in un modo piuttosto che un un altro. Trovo sia una difesa sterile accusare la dott.ssa Del Vecchio, che per altro ha negato l’esistenza di falsi nella compilazione dei certificati, anche perché solo il dott. Garo lo ha fatto sino ad oggi”.
Autopsie fantasma: le accuse
Secondo l’accusa, lo ricordiamo, sarebbero stati emessi certificati di morte che attestavano l’esame della salma laddove, invece, nel momento del rilascio del certificato, il medico legale si trovava in altro luogo.
Un primo procedimento pensale si è concluso con la condanna di Simona Del Vecchio, ex Dirigente della struttura complessa di medicina legale dell’Asl 1 Imperiese, a 6 anni e 6 mesi di carcere.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Erminio Annoni, Alessandro Mager, Franco Solerio, Pietro Paolo Guglielmi e Andrea Rovere.