25 Dicembre 2024 07:55

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Le origini della cultura dell’olivocultura: giovedì 21 febbraio alla Cumpagnia dell’Urivu l’incontro con lo storico Giampiero Lajolo

In breve: Durante questo incontro infatti lo Storico Giampiero Lajolo guiderà i presenti attraverso un viaggio partendo dalle origini dell’ olivocultura Ligure nel MedioEvo insieme alla Presidente Cristina Viano

Domani Giovedì 21 febbraio alle ore 16,30 la Cumpagnia dell’ Urivu presso la storica sede di Via Zara 6 in Palazzo Guarneri ad Imperia, in occasione dei tradizionali giovedì prosegue la panoramica rivolta alla cultura ligure in tutte le sue profonde sfumature con il primo di una serie di incontri dedicati alle origini e tradizioni della civiltà olivicola .

Durante questo incontro infatti lo Storico Giampiero Lajolo guiderà i presenti attraverso un viaggio partendo dalle origini dell’ olivocultura Ligure nel MedioEvo insieme alla Presidente Cristina Viano .

“In epoca altomedievale si formarono gli insediamenti arroccati disposti a mezzacosta lungo i poggi soleggiati dei crinali conseguentemente, si sviluppò tra questi nuclei una rete viaria di collegamento. Complessivamente questo percorso di mezzacosta s’origina a Carpasio e termina a Triora. La funzione di questa direttrice risponde alle più comuni esigenze di vita dell’economia agropastorale.

Osservando i rapporti tra le attività economiche, il territorio, gli insediamenti e le relative connessioni viarie sono evidenti le attenzioni a non erodere la produttiva area coltiva neppure con le abitazioni sacrificando anche il soleggiamento di quest’ultime.

Lungo il percorso si distinguono quelli che potrebbero essere i borghi originari e le successive traslocazioni o filiazioni; spesso piccoli nuclei motivati da un capillare sfruttamento del territorio particolarmente da parte d’emergenti consorzi famigliari.

In quest’area non è possibile ipotizzare la stessa struttura famigliare presente nei nuclei virilocali delle valli di Diano, del Prino e Merula non possedendo il territorio quelle caratteristiche necessarie alla formazione di “aziende agricole” che produttivamente devono conservare l’unità.

Qui l’organizzazione della famiglia s’adatta alla frammentazione del territorio essendo necessaria la ripartizione tra i singoli nuclei famigliari delle superfici boschive, prative ed ortive”

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