23 Novembre 2024 02:40

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23 Novembre 2024 02:40

Tribunale Imperia: Carabinieri a processo per la morte di Kayes Bohli. “Vidi quel ragazzo trascinato sull’asfalto”/L’udienza

In breve: La testimonianza della Florimonte, chiamata a deporre come testimone oculare, ha destato non poche perplessità in aula per via di alcuni passaggi piuttosto confusi e contraddittori

“Vidi quel ragazzo trascinato sull’asfalto con movimenti violenti”.  Lo ha dichiarato oggi, mercoledì 20 febbraio, in aula, Costanza Florimonte, sindacalista Cgil, nell’ambito del processo, dinnanzi al giudice monocratico Laura Russo, che vede sul banco degli imputati i due carabinieri Fabio Ventura, 37 anni, e Gianluca Palumbo, 42 anni, accusati di omicidio colposo per la morte di Kaies Bohli, tunisino 26enne.

La testimonianza della Florimonte, chiamata a deporre come testimone oculare, ha destato non poche perplessità in aula per via di alcuni passaggi piuttosto confusi e contraddittori.
Oltre alla Florimonte, è stato sentito anche l’appuntato dei Carabinieri Vincenzo Pellegrino.
Nel corso dell’udienza odierna era prevista anche la deposizione di un teste chiave, il dott. Francesco Traditi, medico legale che eseguì l’autopsia sul corpo di Bohli. Il medico, però, era assente. Il giudice Laura Russo ha disposto una multa pari a 500 euro e l’accompagnamento coattivo.

Costanza Florimonte, sindacalista CGIL, testimone oculare

“Mi trovavo lì, appena uscita dal supermercato. Era pomeriggio. Ero da sola. Ho visto un ragazzo che correva e delle persone che lo inseguivano. Lo raggiunsero. Venne preso e trascinato sull’asfalto per le braccia e batté la testa sul guardrail. Venne trascinato sull’asfalto con movimenti violenti. Poi fu caricato in macchina.

Non ho mai pensato che volessero ucciderlo, ma certamente che avessero utilizzato metodi bruschi. Quando venne caricato in macchina mi sembrava fosse in condizioni precarie. Si reggeva comunque in piedi da solo. Era ammanettato per le mani. Lo sentivo gridare. Ero molto turbata e me ne dai quando venne caricato in macchina.

Mi presentai spontaneamente a testimoniare perché il giorno successivo il giudice Cavallone fece un appello chiedendo a chi avesse visto qualcosa di presentarsi”.

Appuntato Carabinieri Vincenzo Pellegrino

“Quella notte mi trovavo insieme al Maresciallo capo Alessandrini per un posto di blocco nei pressi del ponte  Argentina. Dopo qualche minuto si fermò un motociclista. Era il collega Palumbo. Alessandrini gli chiese come stava. Lui disse di essere molto affranto per quello che era successo (le indagini per la morte di Bohli, ndr). Disse di essere stato interrogato più volte e che rischiava il trasferimento. Il mio collega gli disse di stare tranquillo. Lui rispose ‘perché ci devo rimettere io per colpa di altri?’ Io e il mio collega interpretammo la sua esternazione in maniera diversa. Per me Palumbo si riferiva ad altre situazioni, per il mio collega ad altre persone. Io non ho interpretato la frase di Palumbo come se volesse accusare qualcuno”.

La vicenda

I fatti risalgono al giugno 2013, quando i due militari, allora in servizio alla stazione di Santo Stefano al Mare, insieme a un terzo collega, Fabiano Di Sipio, fermarono il 26enne in un supermercato di Riva Ligure, avendolo visto spacciare droga. Il giovane reagì aggredendo i carabinieri con calci e pugni, ma venne poi immobilizzato a terra, con forza. Una volta arrivato in caserma, però, il 26enne si sentì male e venne portato all’Ospedale di Sanremo, dove morì un’ora dopo.

I tre carabinieri, Fabio VenturaGianluca Palumbo e Fabiano Di Sipio, vennero iscritti nel registro degli indagati in quanto, secondo una perizia disposta nell’ambito di un’inchiesta condotta dall’allora PM Roberto Cavallone, la morte di Kaies Bohli fu provocata da “un’asfissia violenta da inibizione dell’espansione della gabbia toracica”.

In sede di udienza preliminare i tre militari furono prosciolti dal giudice Massimiliano Botti, provvedimento contro il quale decise di ricorrere in Cassazione il PM Cavallone. I giudici della Suprema Corte, per quanto riguarda le posizioni di Ventura e Palumbo, accolsero l’istanza, confermando invece il proscioglimento di Di Sipio.

Il procedimento è così nuovamente riapprodato in sede di udienza preliminare, dove il Gup Massimiliano Raineri ha disposto il rinvio a giudizio dei due militari.

Fabio Ventura e Gianluca Palumbo sono difesi dagli avvocati Paolo Pendini e Alessandro Vaccaro del foro di Genova, mentre la vedova e i familiari della Kaies Bohli si sono costituiti parte civile rappresentati dai legali Bruno Di Giovanni e Paolo Burlo.

Le precedenti udienze

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