Questo pomeriggio, nel corso del summit tenutosi in Comune, a Imperia, con il Sindaco Claudio Scajola e i vertici di Teknoservice, gli amministratori di condominio hanno consegnato una lunga lettera con la quale hanno elencato problematiche e mancanze del servizio di raccolta rifiuti porta a porta a 20 giorni dall’avvio.
Gli amministratori di condominio, lo ricordiamo, avevano chiesto al Sindaco Scajola di prorogare l’avvio del servizio in quanto ritenevano non vi fossero le condizioni minime, sotto il profilo dell’organizzazione, per una buona riuscita del porta a porta.
“Ci pare – si legge nella lettera indirizzata a Sindaco, assessori e Teknoservice – più che evidente che l’avvio del servizio di “porta a porta” sia stato introdotto senza alcuna puntuale organizzazione, sia nella determinazione della logistica, sia nella valutazione degli strumenti e soprattutto senza la più adeguata conoscenza sia da parte dei cittadini, che dei responsabili addetti e di conseguenza neppure del nostro improvviso coinvolgimento responsabilizzato. E di tutto questo vuoto organizzativo i principali soggetti a pagarne le conseguenze sono stati i cittadini”.
Ecco la lettera consegnata dagli amministratori di condominio
“I sottoscritti Amministratori immobiliari della città di Imperia, al solo fine di prestare la più corretta e trasparente collaborazione a codesta pubblica amministrazione, hanno preferito evitare inutili dibattiti e discussioni infruttifere, e conferire, attraverso la sottoscritta portavoce, il pensiero univoco della categoria, ed il primo resoconto dopo i primi 20 giorni iniziali.
Senza alcun tono polemico e senza che ciò determini motivi di contrasto, cí pare più che evidente che l’avvio del servizio di “porta a porta” sia stato introdotto senza alcuna puntuale organizzazione, sia nella determinazione della logistica, sia nella valutazione degli strumenti e soprattutto senza la più adeguata conoscenza sia da parte dei cittadini, che dei responsabili addetti e di conseguenza neppure del nostro improvviso coinvolgimento responsabilizzato. E di tutto questo vuoto organizzativo i principali soggetti a pagarne le conseguenze sono stati i cittadini. Ma procediamo con ordine.
Richiesta di proroga
La nostra preliminare richiesta di concessione di un’adeguata proroga sull’entrata in vigore del servizio, diventata poi richiesta anche di altri, come appare quotidianamente dalla lettura di giornali ed articoli presenti in rete, avrebbe concesso a tutti gli operatori del settore di preparare e predisporre al meglio, sia la divulgazione della conoscenza del servizio sia la doverosa istruzione alla cittadinanza che, ancora oggi, manifesta evidente ignoranza nel deposito di materiali sopra ed intorno alle ancora presenti isole ecologiche. Non si tratta infatti di “semplicemente di correggere il tiro”, ma, bensì, di introdurre importanti e significativi cambiamenti al metodo ed agli strumenti, sia materiali che organizzativi, avendo il nostro territorio particolarità e atipicità non gestibili in maniera “standard”.
Quali sono state le nostre difficoltà:
- innanzitutto, le figure responsabili che ci sono state messe gentilmente a disposizione e che con noi quasi sempre hanno girato per studiare i termini di inserimento del servizio, spesso non avevano idee e direttive chiare e molto spesso cambiavano idea e parere di giorno in giorno creando disagio e perdite di tempo al nostro lavoro ed alla comprensione del cittadino. Tante sono state le occasioni in cui le informazioni che arrivavano dagli uffici comunali era totalmente discordanti con quelle giunte dagli operatori della Teknoservice SRL. La regola principale che distingueva i condominii “piccoli”, assoggettati all’uso dei mastelli, da quelli grandi con dotazione centralizzata di “carrellati” troppe volte è stata messa in discussione e spesso derogata per mancanza di soluzioni, alterando di fatto l’originale organizzazione e intelligibilità da parte del cittadino.
- Serrature e chiavi: tali sistemi, certamente indispensabili per la corretta tutela dei carrellati assegnati al singolo condominio non sono arrivati, se non in minima parte, lasciando ancora ad oggi molti dei carrellati alla mercé dei maleducati, che possono tranquillamente conferire arbitrariamente, facendo poi ricadere illegittimamente la multa sulle persone sbagliate. Le uniche chiavi arrivate ai nostri studi sono addirittura di tre tipologie diverse, costringendoci a recarci sui vari siti per verificare e poter organizzare la consegna relativa ai diretti interessati. A tutt’oggi però non sono ancora presenti nella maggior parte dei carrellati le corrispondenti serrature e quindi le conseguenti chiavi.
Come si può definire questo stato di cose? Mancata collaborazione o mancanza di serrature? O forse dovremmo dire più semplicemente mancata organizzazione? Forse prima ci si sarebbe dovuti dotare di carrellati dotati di idonee serrature con unica chiave per i 5 contenitori e poi forse iniziare la consegna. Inoltre, come è possibile che le chiavi degli stessi siano funzionanti anche su altri carrellati dedicati ad altri stabili? Come è possibile garantire l’univocità di conferimento?
Posizionamento carrellati
I posizionamenti dei carrellati, spesso lasciata al caso, hanno trovato spesso contraddizioni sia sul piano razionale (posizioni assurde, portate all’estremo dalle circostanze di posizionamento illogiche) sia sul piano logistico. Si è partiti con l’assoluto rigore di depositare gli stessi esclusivamente in spazi privati, poi a seguire, dopo una evidente lacuna conoscitiva preventiva, i responsabili della Teknoservice hanno proseguito nell’elargire generose concessioni autorizzando il posizionamento dei carrellati anche su affacci pubblici, prima negati. In tal modo si è creata una pluralità di centralizzazioni di bidoni lungo le vie, minando di fatto l’estetica e l’immagine della città, aggiungendo anche in alcuni casi l’impercorribilità di marciapiedi.
Nei primi contatti intercorsi avevamo avuto l’istruzione di tre tipologie di conferimento: per mastelli singoli, per carrellati condominiali e per aree di prossimità; solo a qualche giorno dalla scadenza del termine di entrata in vigore del servizio, ci è stato comunicato che non sarebbe più stato opzionabile la cosiddetta “area di prossimità” costringendo quindi a trasformare anche i condomini sopra le 8 unità abitative a mastelli con inevitabili ripercussioni su nuove problematiche gestionali.
Mastelli: collocazione e responsabilità
La collocazione dei mastelli singoli famigliari in stabili di 25, 30 appartamenti privi di aree private, ha costretto la cittadinanza a depositare alle ore serali il singolo mastello direttamente su area pubblica amplificando notevolmente la presenza massiva e disordinata sulla città di immondizia. La medesima tipologia oltre a riempire interi marciapiedi, o peggio ancora, porticati, ha posto in evidenza ulteriori problematiche di origine igienico-sanitario: i mastelli lasciati in abbandono su aree pubbliche sono potenzialmente assoggettati a lordamenti di ogni genere (di origine animale ed umana), danneggiamenti di qualsivoglia natura o peggio, motivi di inciampi e/o sinistri a cose o a persone. Di chi le responsabilità? Tali mastelli verranno poi ritirati la mattina seguente dall’utente costretto a interventi di pulizia o di ripristino per quanto avvenuto nella nottata. Tale incombenza e gravame è da ritenersi ben oltre la mera applicazione del servizio porta a porta, senza considerare la difficoltà di molte persone anziane che non riescono ad ottemperare a tutti gli adempimenti sia in termine di logistica, sia in termini di tempo. Tali riflessioni derivano ovviamente dalle segnalazioni pervenute in maniera irrompente nei nostri studi, quasi come centri di smistamento chiamate degli infopoint della TEKNOSERVICE.
Un’altra segnalazione ci è pervenuta per la difficoltà del rispetto degli orari di deposito mastelli per le unità destinate ad ufficio a causa dell’orario di chiusura degli stessi, diverso ovviamente rispetto al residenziale, ben prima delle ore 20,00.
Altri utenti hanno inoltre sollevato la violazione della privacy dovendo porre in forma scritta il loro nome su un mastello privo di qualsivoglia sistema di chiusura rendendo possibile associare il genere di rifiuto al singolo utente riconoscibile, oltre alla possibile violazione delle norme sul conferimento obbligando l’utente all’assoggettamento di multe conseguenti da parte della pubblica amministrazione.
Sono inoltre apparse tardive e molto lacunose le occasioni di informazione rivolte alla cittadinanza dove invece di spiegare le casistiche di conferimento alcuni esponenti della giunta comunale hanno preferito addossare responsabilità a categorie non menzionate, come quelle degli amministratori immobiliari, non ricomprese nel documento ufficiale di intesa fra Comune e TECNOSERVICE, addirittura risalendo a commenti poco opportuni sulla retribuzione degli amministratori intavolando argomenti e temi di cui non si era a conoscenza.
Conclusioni
Nonostante tutto il lavoro che la nostra categoria si è trovato obbligatoriamente a smistare, interrompendo di fatto la propria attività nelle consuete operazioni che ci vedevano occupati, soprattutto nel mese di gennaio per la naturale scadenza di adempimenti fiscali non prorogabili, ad oggi molti stabili non sono ancora stati posti nella condizione di conferire per assenza di assegnazione o di mastelli o di carrellati. In questi giorni stiamo poi vivendo la visibilità di una città decisamente più sporca di quella che era solo qualche mese fa, a seguito del mancato ritiro della spazzatura, sia dalle isole ecologiche ancora rimaste, sia in alcune aree della città ove il servizio di porta a porta è già stato configurato.
Il numero verde spesse non è funzionante e grazie anche alla errata indicazione di alcuni interlocutori comunali, la cittadinanza è stata indotta a mettersi in contatto con i propri amministratori, quali causa del disservizio; moltissimi sono i casi che vi potremmo elencare ma non è questa forse l’occasione per rimostrare tutto il nostro disdegno per come è stata condotta tutta l’operazione a scapito della nostra attività, già di per sé difficile e stressante.
L’invito ultimo, quindi, che intendiamo rivolgervi, ancora una volta, è la possibilità di mappare le casistiche ormai note, in maniera decisamente più scrupolosa ed attenta, a salvaguardia del fabbisogno del cittadino, rimarcando la nostra assoluta estraneità in termini di responsabilità e chiedendovi cortesemente di non voler più indirizzare ai nostri studi l’inefficienza dell’azienda frutto di una mancata e puntuale organizzazione del sistema, ma di addossarvi in prima persona ogni segnalazione di malfunzionamento facendolo con vostri mezzi e sistemi di comunicazione. Noi tutti pensiamo di aver collaborato fin qui anche ben al di sopra delle nostre incombenze e limiti di pazienza, sarebbero gradite le pubbliche scuse alla categoria”.