Imperia – Quando le istituzioni e la burocrazia mettono in ginocchio le famiglie. Ritorniamo a parlare degli ex dipendenti della cooperativa Ottagono, da 11 mesi senza lavoro con una promessa da parte del sindaco di Imperia Carlo Capacci di trovare una soluzione al loro caso. Questa mattina, una dei 12 lavoratori rimasti esclusi dall’appalto per l’igiene urbana in capo alla Tradeco, ci ha contattato per raccontarci l’ennesima disavventura burocratica di cui è rimasta vittima.
“Ho fatto domanda di mobilità il 4 aprile – ha detto Anna Valle a ImperiaPost – e sembrava che fosse tutto a posto, stamattina, dopo un mese mi rispondono che la mia domanda è stata mandata a Roma perché è la prima volta, in Italia, che si vede un caso del genere. Un licenziamento per giusta causa perché la nostra cooperativa ha perso l’appalto. Loro dicono che il licenziamento per giusta causa è quando il datore di lavoro, lavora ma non ti paga. Noi abbiamo chiesto la mobilità e mi hanno detto che non ho i requisiti nonostante io abbia 3 figli a carico, un affitto di 500 euro in arretrato di 6 mesi, non ho un entrata, non ho stipendio non ho niente. Dalle assistenti sociali mi sento dire che non mi possono aiutare perché non hanno soldi.Io a sto punto sono disperata.
Stanno anche valutando se darci o meno la disoccupazione. Il 18 giugno fa un anno che siamo senza lavoro, senza stipendio, senza disoccupazione. Io personalmente mi sono mangiata quei pochi soldi che avevo più il tfr per stare a galla ma ho 6 mesi di affitto arretrati e gli avvocati del gas, della luce, dei mobili e della banca. Il comune dice che non si sente responsabile, l’assessore Podestà dice che lui non si sente responsabile di questo problema e che non è causa loro invece ricordo che il comune era capofila dei 35 comuni, non siamo stati messi nell’appalto per uno sbaglio loro. Non riesco a trovare lavoro perché a 48 anni a quanto pare sei troppo vecchia per lavorare e attualmente sono con il sedere per terra, le mie amiche mi fanno la spesa. Sono rovinata, mangio quando le mie amiche mi fanno la spesa. Come vivo? Come vado avanti? Spero che qualcuno si metta la mano sulla coscienza e che mi dia una mano… Non so più dove sbattere la testa”.
Una situazione che deve essere risolta in tempi certi, quei tempi che da circa un anno sono continuamente rimandati dall’amministrazione Capacci.