22 Novembre 2024 11:37

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22 Novembre 2024 11:37

Imperia: “Temo per la mia vita. Non torno in Pakistan per proteggere la famiglia”. Il dramma di Zubair/La storia

In breve: All'origine dei timori del 42enne ci sarebbero questioni legate alle rivalità tra i diversi gruppi etnici che convivono in Pakistan.

Sarebbe stato il terrore di subire vendette sulla propria famiglia, in caso di rimpatrio, a scatenare la reazione di Zubair, cittadino pakistano di 42 anni che, nei giorni scorsi, ha tentato il suicidio all’Ospedale di Imperia. 

Tentato suicidio in Ospedale a Imperia: la storia del 42enne pakistano

All’origine dei timori del 42enne ci sarebbero questioni legate alle rivalità tra i diversi gruppi etnici che convivono in Pakistan. Zubair, infatti, di etnia Panjabi, avrebbe raccontato di aver scatenato le ire della propria famiglia di origine per aver sposato una donna di etnia Pashtun, con la quale avrebbe anche dei figli.

“Per proteggere moglie e bambini dalle vendette della famiglia – spiega Iacopo Colomba, responsabile territoriale della Ong WeWorld Zubair si sarebbe allontanato da solo dal proprio paese, mentre moglie e figli avrebbero cambiato città. I cosiddetti “delitti d’onore”, infatti, sono all’ordine del giorno in Pakistan e, allontanandosi dal paese, Zubair spera che i parenti non si vendichino sui suoi affetti.

Non essendo riuscito a ottenere asilo in Italia, ora Zubair rischia di essere rimpatriato e questa possibilità ha scatenato in lui un forte malessere, sfociato nel folle gesto di alcuni giorni fa”.

“Lui crede – afferma l’avvocato Sonia Fallico che sta seguendo la vicenda – che, in caso di suo ritorno, ci potrebbero essere pesanti ripercussioni su sua moglie e i figli. Per questo ha il terrore di essere rimpatriato e si trova qui da solo, vivendo ai margini della società.

Ricevuta l’ultima notifica di espulsione, Zubair, sconvolto all’idea di tornare in Pakistan, ha reagito in maniera sconsidera, tentando perfino il suicidio.

La sua situazione dal punto di vista giuridico è molto complicata, ora vedremo come muoverci”.

 

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