Il Gruppo “Donne per le Donne”, in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna, ha distribuito mimose e volantini presso le piazze di Diano Marina, San Bartolomeo al Mare e Cervo.
Promotrici dell’iniziativa sono state Elena Annina, Anna Arimondo e Patrizia Morello.
Ecco il contenuto dei volantini.
Contro la proposta leghista On. Pillon “Via l’aborto”
La Legge 194/78 che ha disciplinato le modalità di accesso all’aborto è in pericolo!
LIBERE DI SCEGLIERE, LIBERE DI DECIDERE
Educazione sessuale per decidere
Autoconcezionale per prevenire
Libera scelta sui nostri corpi
Non un passo indietro
Tornare all’aborto clandestino
La speculazione mortale sulle donne .
Per sconfiggere l’aborto clandestino
Per riprendere la lotta peri consultori loro potenziamento
Riconoscimento del principio di laicità
A favore del diritto all’autodeterminazione di ciascuna donna
La legge 194/78 riconosce il diritto della donna alla scelta dell’interruzione volontaria della gravidanza gratuita nelle strutture pubbliche. All’autodeterminazione femminile e il diritto alla salute, nonchè sotto lineare il ruolo centrale del consultorio nella promozione della procreazione responsabile, dall’educazione sessuale e della prevenzione aborto.
Il diritto all’autodeterminazione delle donne non si tocca se non ci fosse la 194 ci sarebbe un grande passo indietro che riporterebbe agli aborti clandestini in mano alle mammane per le donne che non hanno possibilità finanzarie e con il grande pericolo di mortalità, come succedeva prima della 194, per i benestanti c’è l’estero e le cliniche private compiacenti, quindi al mercato nero dell’aborto abusivo.
Verrebbe negata la libertà di scelta di donne che vivono sulla loro pelle le storie più diverse.
La 194 è un diritto conquistato a fatica 40 anni fa non distruggiamola.
Ddl Pillon su divorzio
UNA RIFORMA CONTRO DONNE E BAMBINI
È una riforma ideologica, schierata a difesa del genitore più forte economicamente e quindi iniqua e ingiusta.
Ignora l’interesse dei minori, divisi per legge in due, come se la loro identità e i loro bisogni non interessino o fossero comunque per tutti uguale.
Si tratta di un DDL maschilista e classista. Vuole riportare le donne indietro di cinquant’anni, non mette al centro il benessere dei bambini, ostacola la separazione rendendola di fatto accessibile solo a persone con reddito elevato, manca nella tutela dei diritti del minori e sopratutto delle donne in situazioni di abusi e di violenze.
Mediazione civile obbligatoria a pagamento
Imposizione dei tempi paritari
Chi resta nella casa familiare paga
Mantenimento diretto
Chi non mantiene i figli non viene punito
Nessuna tutela contro la violenza in famiglia