Roma – Emergono alcuni dettagli in merito all’arresto di Claudio Scajola, ora detenuto nel carcere romano di Regina Coeli. La DDA di Reggio Calabria, coordinata dal Pubblico Ministero Giuseppe Lombardo ha tenuto per mesi sotto controllo il telefono di un affiliato del Clan De Stefano di Reggio Bruno Mafrici il quale parlando al telefono con l’ex parlamentare di Forza Italia Amdeo Matacena, a ridosso dell’ultima udienza del processo che lo vedeva inputato per associazione a delinquere di stampo mafioso, poi venne condannato in via definita a sei anni di reclusione, si fece il nome di Scajola. In particolare, Scajola, avrebbe intrattenuto rapporti con la moglie di Matacena, Chiara Rizzo (anch’essa arrestata), adoperandosi al fine di favorire la latitanza di Matacena contattando un faccendiere italiano, lo stesso che ebbe contatti con Marcello Dell’Utri, con interessi in Libano. L’inchiesta sarebbe scaturita dalle indagini sui fondi neri della Lega Nord.Secondo le prime indiscrezioni, Scajola, avrebbe addirittura coodinato gli aspetti logistici e finanziari della latitanza di Matacena impiegando fondi dai conti bancari di Montecarlo dello stesso Matecena.