24 Dicembre 2024 01:04

24 Dicembre 2024 01:04

Crisi Rivieracqua, Imperia: depuratore fuori uso, l’allarme dei sindacati. “A rischio la balneabilità per l’estate”/Foto e video

In breve: I sindacati Cgil, Cisl e Uil manifestano la loro preoccupazione per la situazione di Rivieracqua.

“Abbiamo segnalato ai massimi esponenti istituzionali della Provincia le difficoltà e la paura di non riuscire a garantire la balneabilità per la prossima stagione estiva”. È questo il grido di allarme dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, in merito alla situazione di Rivieracqua, la società consortile che gestisce il ciclo delle acque sul territorio imperiese.

La crisi finanziaria dell’azienda è ormai nota da tempo. Connessi a questa criticità ci sono i problemi nell’organizzazione lavorativa e, come emerso recentemente, il parziale fermo del depuratore di Imperia.

Crisi Rivieracqua, Imperia: l’allarme dei sindacati

Fulvio Fellegara, Cgil

“La vertenza è iniziata già da mesi. Quando a luglio è stato dichiarato il concordato di Rivieracqua è stato dichiarato lo stato di agitazione, abbiamo chiesto degli incontri da sua eccellenza il Prefetto, l’ultimo la settimana scorsa si è chiuso con un verbale di mancato accordo. Oggi ci siamo visti per valutare come proseguire, con tutte le preoccupazioni del caso. 

Abbiamo segnalato ai massimi esponenti istituzionali della Provincia, dal Prefetto al presidente della Provincia e i sindaci dei Comuni più grossi del nostro comprensorio, le difficoltà e la paura di non riuscire a garantire la balneabilità per la prossima stagione estiva. Perché? I carichi di lavoro e l’organizzazione non sono sufficienti, perché abbiamo dei comprensori, come quello dianese, dove solo 3-4 persone si stanno occupando di garantire il ciclo integrato delle acque, perché abbiamo le aziende in appalto che rifiutano di proseguire con i lavori e non sono più di supporto agli operai, perché c’è una carenza nell’organizzazione del lavoro, perché ci sono problemi di sicurezza all’interno degli impianti, visto che i lavoratori sono pochi, perché abbiamo avuto dei cicli di reperibilità dei lavoratori l’estate scorsa insopportabili. Quei lavoratori hanno sopperito alle carenze organizzative. Questa situazione non può andare all’infinto.

Se per disgrazia succedesse qualche sversamento in mare, si rischierebbe di fare un danno alla balneabilità e quindi un danno economico a tutta la provincia di Imperia per la prossima stagione, un danno incalcolabile alla nostra attività produttiva, pensando agli stabilimenti balneari, ai ristoratori, agli albergatori, a tutti i dipendenti della filiera, che riceverebbero un colpo difficile in un momento di crisi.

Non è un problema solo di Rivieracqua, è un problema di tutta la cittadinanza e della provincia. Rispetto a queste denunce che facciamo da tempo, non arrivano soluzioni. Il piano concordatario, e il piano di risanamento allegato il 4 febbraio, non risponde a queste situazioni. Non possiamo fare altro che continuare a denunciare ai massimi esponenti e iniziare anche le attività di denuncia e protesta che metteremo in campo nelle prossime settimane, finchè non arriveranno soluzioni pratiche.

Bisogna trovare una soluzione perché questa società così com’è non funziona, va sistemata e messa in condizioni funzionali”.

Claudio Bosio, Cisl

“Le proteste sono una forte sensibilizzazione dei lavoratori. Prevederemo probabilmente un presidio, una manifestazione, una dichiarazione di sciopero e il coinvolgimento di tutti i lavoratori occupati in Rivieracqua direttamente e indirettamente ma anche delle imprese che lavorano per conto di Rivieracqua. La verità è che il Cda ha presentato il primo di febbraio il piano industriale per cercare di raddrizzare la situazione economica, politica e gestionale della società portandolo in tribunale, per avere l’omologa, per ottenere un concordato in continuità.

La situazione di Rivieracqua è molto difficile, una società consortile che nasce nel 2012, che aveva il compito di gestire il ciclo integrato delle acque in tutta la provincia non solo occupando circa 70 comuni e circa 230 mila residenti. Non solo la fornitura dell’acqua e della sua qualità ma del ciclo integrato dunque della depurazione delle acque quindi con aspetti di natura ambientale e con risvolti per l’economia del territorio che si contraddistingue per il turismo.

Abbiamo visto che il depuratore di Imperia, che è collegato a Diano Marina, pare non sia in funzione. Questo ci preoccupa molto, così come ci preoccupa molto un altro tema, ovvero, la cifra indicata nel piano industriale nel riconoscimento nel concordato dei debiti nei confronti di terzi, al 37%. Ciò significa che tutti i lavoratori occupati nelle altre imprese, che sono un centinaio, rischiano di dover chiudere o fallire. C’è un aspetto occupazionale importante, di occupazione diretta e indiretta. C’è un aspetto economico ambientale importante e poi c’è l’aspetto della tariffazione perché questa situazione di disagio rischia di portare ad un aumento delle tariffe per gli utenti.

Tutto questo è legato all’incapacità da parte delle amministrazioni, a partire dal 2012, di aderire in maniera compiuta alla scelta di costituire Rivieracqua e quindi di conferire la propria gestione del ciclo integrato delle acque. Il confronto è partito da anni e siamo in una fase molto delicata perché non si riesce a capire che fine farà Rivieracqua e i lavoratori e cosa succederà dopo, se non ci sarà l’omologa del tribunale. Il rischio è che se questa società dovesse fallire, verrà fatto un bando a livello europeo e potrà arrivare un gestore fuori dal nostro perimetro nazionale e quindi la situazione diventerà ancora più difficile a tutela dei lavoratori e del servizio”.

Ferruccio Secchi, Uil

L’azienda Rivieracqua ha notevoli difficoltà economiche ma soprattutto operative perché i dipendenti sono pochi e sono allo sbando perché non c’è un’organizzazione vera e propria. Tutto poi ricade sulla depurazione delle acque che non viene effettuata in maniera ottimale, tutti i serbatoi e le tubature che arrivano da alcuni comuni che purtroppo, per motivi loro, non hanno potuto fare manutenzione ma ricadono su Rivieracqua che dovrà rimetterli apposto perché il funzionamento adesso è in mano a Rivieracqua.

Capisco le difficoltà di Rivieracqua ad andare avanti però c’è anche il discorso che ci sono ancora troppe lotte tra i vari Comuni per imporre alcune cose mentre bisognerebbe quagliare un attimo e fare una cosa seria e funzionale che soddisfi tutti gli utenti che sono quelli che ricevono l’acqua e che la devono depurare e comunque tutto l’indotto che c’è attorno a Rivieracqua con i vari appalti”.

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