Un grido d’allarme è quello lanciato questa mattina dal carcere di Imperia da parte del Segretario nazionale del Sappe Michele Lorenzo coadiuvato dal segretario provinciale Vincenzo Tristaino. L’incontro con i giornalisti è stato indetto a seguito del tentativo, fortunatamente sventato, da parte di un detenuto francese di bruciare alcune lenzuola all’interno della sua cella.
Gli agenti sono prontamente intervenuti riuscendo a spegnere l’incendio con alcuni estintori. Il fumo però ha invaso la sezione mettendo a repentaglio altri 33 detenuti che sono stati fatti evacuare. Inoltre il detenuto, giunto proprio quella sera in carcere dopo l’arresto avvenuto in provincia di Savona, ha aggredito 4 agenti della polizia penitenziaria mandandoli all’ospedale.
Il carcere di Imperia ha 53 posti letto ma ospita ben 101 detenuti e anche a causa del sovraffollamento sono frequenti gli episodi di violenza e autolesionismo.
Il racconto di Vincenzo Tristaino (Sappe):
“Ieri un detenuto nuovo ha cercato di dare fuoco all’interno della propria camera detentiva. Solo grazie al pronto intervento della Polizia Penitenziaria si è riusciti ad evitare il peggio.
È stata evacuata una intera sezione perchè i fumi avevano ricoperto tutta la sezione stessa e grazie all’intervento della Polizia Penitenziaria si è riusciti ad evitare il peggio.
Purtroppo 4 agenti sono finiti al pronto soccorso perchè il detenuto ha cercato di aggredirli , resistendo. L’intervento è stato fatto per portare fuori gli altri detenuti ed evitare il peggio. Momento di paura nei confronti anche degli altri detenuti perchè comunque sono attimi dove si rischia veramente la vita.
La situazione a Imperia è veramente grave in questo momento, perchè a fronte di 53 posti disponibili, ci sono oltre 100 detenuti. Non ci sono più posti letto.
Già da tempo abbiamo questo problema. Con la soppressione del carcere di Savona e la soppressione del Tribunale di Sanremo, tutti gli arrestati della Provincia, da Ventimiglia sino a Finale Ligure, si va a coprire anche la provincia di Savona, vengono associati su Imperia.
Chiediamo maggiori forze di agenti, perchè al momento su una pianta organica di 71 unità, ci si ritrova con 50 unità a lavorare. C’è una grossa carenza di sottoufficiali, il lavoro è aumentato. Abbiamo un grave gap. Questa condizione attualmente crea difficoltà alla vigilanza e al controllo dei detenuti, si opera costantemente sotto i livelli minimi di sicurezza indicati dal dipartimento
Basti pensare che in più occasioni ci sono in servizio solo tre unità nel turno notturno a garantire la sicurezza dell’intero istituto e molte volte solo 4/5 unità a vigilare i 100 detenuti presenti, se a questo si aggiunge uno o più piantonamenti all’ospedale tutto diventa ingestibile.
Quanto sopra esposto agisce negativamente sulla presenza totale dei detenuti: l’istituto di Imperia che sorge nel centro della città ed è di vecchia costruzione, può ospitare 53 detenuti e a marzo 2019 la presenza giornaliera è di 100 detenuti, quanto indicato porta l’istituto Imperiesi ad essere il quarto carcere d’Italia più sovraffollato con una percentuale del 190%
Nel 2018 i detenuti che hanno fatto ingresso sono stati 395, le scarcerazioni a vario titolo sono state 235 e i trasferimenti per altre sedi 151, con un totale di 781 movimenti.
I numeri sopracitati hanno costretto il nucleo traduzioni composto da sole tre unità di Polizia a movimentare detenuti per 416 udienze in tribunale, 174 traduzioni in altre sedi, 112 visite ospedaliere, 4 accompagnamenti agli arresti domiciliari, per un totale di 706 uscite.
Ci sono molti detenuti psichiatrici che hanno bisogno di assistenza e questo porta anche ad avere piantonamenti in luoghi di cura. Il personale è veramente poco”
Il sovraffollamento crea situazioni di malessere, disagio e insicurezza non solo al personale di Polizia Penitenziaria che presta servizio che subisce minacce, violenze e oltraggi e fronteggia con difficoltà i tentativi di ingressi di sostanze stupefacenti e oggetti non consentiti, ma anche per la popolazione detenuta , la conferma arriva dalla continua crescita di eventi critici, nel 2018 ci sono stati 2 tentati suicidi, 43 atti di autolesionismo, 8 colluttazioni con ferimenti, 9 manifestazioni di protesta, a questo si aggiunge la radicalizzazione religiosa violenta, quanto rappresentato porta ad avere un ambiente insicuro che mal si coniuga con la normale gestione penitenziaria”.
Michele Lorenzo
“La situazione è grave. Bisogna intervenire, non bisogna più stare a guardare. Io mi sono annoiato di sentire parole, convegni, congressi, dalle parole bisogna passare ai fatti. L’amministrazione oggi mi sembra sia in una fase di stallo, non è capace a concretizzare le sue promesse.
Imperia, un carcere che può ospitare 53 detenuti, ne ospita 101. Sanremo, un carcere soldout, 271 presenti.
Ogni giorno un evento critico fronteggiato dalla Polizia Penitenziaria che non ha strumenti per farlo. Non ci sono corsi di formazione.
A questo punto la politica che fine ha fatto? Una Regione Liguria che può ospitare in tutta la sue Regione 1184, ne ospita 1500. 400 detenuti in più.
Savona chiusa, un carcere come Savona ancora chiuso. Il detenuto che ieri ha dato fuoco alla cella appartiene al distretto di Savona, doveva stare nel carcere di Savona, un carcere che non c’è e lo hanno messo a Imperia.
Io mi chiedo perchè non si vuole intervenire su questo? Qua è un pericolo. Se questo pericolo, ce ne siamo accorti noi come sindacato Sappe, perchè non se ne rende conto l’amministrazione o anche la magistratura o gli altri enti preposti?
La dignità di chi lavora e la dignità umana di chi è detenuto, non può stare in queste condizioni detentive. Non è umano. Chiediamo al Ministero di rivedere la politica penitenziaria della Liguria, un maggiore ricorso alle pene alternative alla detenzione per alcuni soggetti.
I soggetti psichiatrici non possono stare in una carcere normale, ci vogliono delle strutture attrezzate. Non sono soggetti che riescono a capire il fine educativo della loro pena. Loro capiscono il reato, dobbiamo curarli. Il carcere non èp un luogo di cura.
Si deve rivedere anche l’assegnazione, un carcere come Sanremo con 271 detenuti, una casa di reclusione dove ci dovrebbe essere lavoro e non c’è lavoro. L’ergastolano ozia dalla mattina alla sera.
Bisogna rivedere anche l’organizzazione delle carceri, una presenza del medico psichiatra presente h24 che possa gestire e capire, comprendere e prevenire questi atti qui , è sicuramente un presidio psicologico e medico che eviti il turismo carcerario dal carcere all’ospedale, dove l’ospedale è il punto debole. Una via di fuga un po’ più facile.
Ci sono problemi anche di personale, a Imperia per esempio non c’è un Ispettore. L’Ispettore è un punto nevralgico importante. L’unico che c’era han pensato bene di trasferirlo a Chiavari.
Questo carcere con 101 detenuti rimane con solo agenti. Un commissario per due istituti, un direttore che fa part-time tra Sanremo e Imperia. Questa è la realtà del carcere di Imperia e di Sanremo”.