Il documento, definito dagli inquirenti “decisivo” ai fini dell’inchiesta e ritrovato dagli agenti della Dia di Reggio Calabria nel corso delle perquisizioni negli uffici di Claudio Scajola a Imperia, sarebbe una lettera, di circa 20 righe, scritta al computer, inviata all’ex Ministro dall’ex presidente libanese Amin Gemayel. Nella lettera, scritta in lingua francese, si legge che “la persona potrà beneficiare in maniera riservata della stessa posizione di cui attualmente gode a Dubai. Avrà un documento di identità. Della questione si occuperà un mio incaricato e troveremo un modo per far uscire la persona dagli Emirati Arabi e farlo arrivare in Libano”. “La persona” sarebbe il latitante Amedeo Matacena, su cui pende una condanna a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La lettera, che inizia con un “Caro Claudio” e si conclude con un “amichevolmente”, porta una firma illeggibile che, però, secondo gli inquirenti sarebbe riconducibile a Gemayel e costituirebbe la prova decisiva dell’impegno di Scajola per favorire la latitanza dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena.