Si è svolto oggi, lunedì 8 aprile, presso l’auditorium della Camera di Commercio di Imperia, il convegno dal tema “Bullismo e cyberbullismo: strumenti di prevenzione e contrasto”, organizzato dalla Segreteria regionale e provinciale del SILP CGIL, rivolto agli studenti e alla cittadinanza intera.
Presenti, come relatori della giornata, la prof.ssa Elena Ferrara, già Senatrice della Repubblica e prima firmataria della legge 71/2017, la dott.ssa Benedetta Emanuela Palladino, sviluppatrice della piattaforma ELISA, in attuazione del piano nazionale di formazione dei docenti referenti, promosso dal MIUR per il contrasto del bullismo e cyberbullismo nelle scuole, il Dir.Tec.Sup Roberto Surlinelli del Compartimento Liguria Polizia Postale e delle Telecomunicazioni e il Segretario nazionale SILPCGIL Daniele Tissone.
Ospite anche il dott. Paolo Picchio, Fondazione Carolina, padre di Carolina, la 14enne che nel 2013 si tolse la vita a seguito della diffusione in rete di un video a sfondo sessuale.
Presenti in sala anche diverse autorità locali, tra cui il Questore Cesare Capocasa e il nuovo Prefetto Alberto Intini.
Alberto Intini, Prefetto di Imperia
“Oggi parliamo di un tema che non si riduce alla fase finale riguardante la rimozione di contenuti in rete. La parte cruciale riguarda le problematiche dell’educazione nelle famiglie e nelle scuole utilizzo sul corretto utilizzo degli strumenti tecnologici che possono avere sviluppi deviati.
Venendo dalla Polizia di Stato posso dire che l’ammonimento del questore, previsto dalla legge 71, è un provvedimento importante, come evidente anche in altri casi, come la violenza sulle donne, perché mostra sua efficacia nel giro di pochi giorni e non ha il peso degli orpelli dei procedimenti penali. La prevenzione è importantissima e fondamentale”.
Cesare Capocasa, Questore di Imperia
“Oggi parliamo di cyberbullismo, uno dei fenomeni emergenti e inquietanti della nostra epoca. È un dramma, un problema sociale e culturale, un’emergenza civile. La polizia giudiziaria da sola non é sufficiente per arginare questo fenomeno, va arginato con un deciso cambiamento culturale riproponendolo al centro dell’attenzione pubblica, come stiamo facendo oggi.
Il nostro impegno in questo senso è indice della civiltà di una moderna democrazia. Non possiamo permetterci quello che ha subito la famiglia Picchio nel 2013. Non può una ragazza di 14 anni togliersi la vita. Una società democratica non può concedersi situazioni di questo genere. Carterina scrisse: “Le parole fanno più male delle botte”, deve far riflettere. Non è più un discorso solo penale, è necessario un deciso cambiamento culturale. Non dobbiamo osteggiare l’innovazione tecnologica, dobbiamo gestirla e sviluppare nelle nuove generazioni la consapevolezza delle potenzialità e dei rischi della rete”.
Daniele Tissone, Segretario nazionale SILPCGIL
“C’è un riflesso sociale importante, non bisogna pensare a questi temi solo quando i fatti accadono.
Bisognerebbe investire molto di più sulla formazione e sul rapporto famiglia-scuola.
Bisogna fare in modo che ci sia un corretto utilizzo degli strumenti di comunicazione di massa e soprattutto i genitori devono avere anche i supporti che possano far si che l’educazione stessa e la conoscenza dei rischi e dei pericoli. Le famiglie devono essere messe nelle condizioni di poter educare i figli nel migliore dei modi e nel rispetto delle regole e le norme.
Il mondo del cyberspazio, dove sappiamo l’anonimato svincola dalla percezione della realtà stessa, porta le persone ad essere più disinibite e purtroppo comportano dei gravi rischi per la privacy delle persone, con accanimenti che noi purtroppo conosciamo e con le tragedie che ne conseguono.
Il fenomeno è crescente, ci sono però delle buone leggi. Il problema vero è che la crescita dell’utilizzo di questi strumenti di comunicazione di massa porta soprattutto i giovani ad un utilizzo indiscriminato.
Il tema vero oggi è quello di limitare questo uso, che ci sia maggiore consapevolezza a cominciare dalle famiglie. C’è la necessità di una serie di formatori che educhino i ragazzi all’interno delle scuole al consapevole utilizzo di questi strumenti.
Non è facile, credo che il nostro paese abbia anche un gap e una carenza rispetto alla cultura, un paese che dovrebbe investire di più sulla cultura e far sì che le famiglie vengano aiutate dal punto di vista anche culturale a capire quali sono i rischi a cui andiamo incontro”.
Elena Ferrara, Senatrice della Repubblica e prima firmataria della legge 71/2017
“Con molto piacere ho aderito a questa iniziativa proprio nella città in cui è stato utilizzato per la prima volta la procedura di ammonimento prevista dalla legge 71 che io ho promosso come legislatore ed è stata approvata nel 2017.
È una delle disposizioni importanti della normativa che entra in modo preventivo ad affontare il problema, quando un giovane si è reso responsabile di una condotta distorta dell’utilizzo della rete, attaccando una vittima oppure minacciandola.
Spesso questo avviene in modo inconsapevole, il ragazzo o la ragazza non si rende conto del male che sta procurando rispetto alla vittima, soprattutto per l’immaterialità dell’ambiente digitale.
L’ammonimento che è una specie di cartellino giallo mette sull’avviso, responsabilizza e in qualche modo fa in modo che il soggetto non ricada più in quell’errore.
L’altro dispositivo importante della legge è la segnalazione alla piattaforma e al garante della privacy, perchè venga rimosso un contenuto ritenuto lesivo della propria digintà. Questo a supporto della vittima.
Credo che la legge debba essere ancora conosciuta bene dagli studenti, anche ultra 14enni, perché rappresenta davvero una innovazione , una capacità di reazione e di responsabilizzazione immediata in modo che la cittadinanza digitale sia un obiettivo realizzato”.