“Dopo la morte dei miei genitori abusarono di me e successivamente, scoprendomi omosessuale scappai dal Marocco perché in quel Paese i gay vengono perseguitati. Fui anche minacciato di morte dalla gente del mio paese”. È questo il drammatico racconto di un giovane ventenne marocchino arrestato dalla polizia di frontiera di Ventimiglia perché in possesso di un documento contraffatto.
L’uomo, controllato dalla polizia presso la stazione ferroviaria, ha esibito una carta di identità greca, di cui era stato denunciato il furto alcuni mesi prima. Il ventenne, (difeso dall’avvocato Ramadan Tahiri) aveva scambiato la propria fotografia al posto di quella del legittimo proprietario, riuscendo a passare la frontiera greca fino ad arrivare a Ventimiglia.
Ieri mattina, comparso davanti al giudice Laura Russo, ha patteggiato la pena di un anno di reclusione per i reati di ricettazione e possesso di documenti falsi.