25 Dicembre 2024 07:26

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Porto Imperia: maxi-inchiesta occupazione abusiva, chiesta archiviazione per 84 indagati/I dettagli

In breve: L'inchiesta vedeva indagati 84 titolari di posto barca. Il Pm Elisa Loris ha chiesto l'archiviazione.

La Procura della Repubblica di Imperia ha chiesto l’archiviazione per gli 84 titolari di posto barca del porto turistico di Imperia iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di “occupazione abusiva di area demaniale marittima”.

Porto turistico: occupazione abusiva, chiesta archiviazione per 84 titolari di posto barca

L’inchiesta era stata aperta nel 2017 dalla Procura della Repubblica di Imperia a seguito della querela presentata dalla Go Imperia, società incaricata della gestione del porto turistico. Nel mirino erano finiti i titolari di posto barca che non avevano sottoscritto il contratto di sub-concessione con la GoImperia, previo il pagamento degli arretrati relativi agli oneri di gestione (luce e acqua) mai saldati.

Di fatto la Go Imperia, vista la mancata sottoscrizione del contatto di sub-concessione, lamentava l’occupazione abusiva.

I motivi della richiesta di archiviazione

Nella richiesta di archiviazione, al di là di un primo riferimento di natura tecnica “si ritene che i fatti denunciati abbiano rilievo civilistico ed amministrativo”, il pm Elisa Loris scrive: “manca l’elemento oggettivo del reato in tutti gli indagati, titolari di posto barca, che non sono stati colti, neanche dal denunciante, nell’occupazione degli stessi, avendoli sub-concessi o locati ad altri occupanti”.

“Non si riesce comunque a evidenziare – aggiunge il Pm – il requisito dell’arbitrarietà dell’occupazione dei posti barca da parte degli indagati […] osservato, infatti, che il concetto di ‘arbitrarietàdell’occupazione implica la consapevolezza di occupare abusivamente lo spazio demaniale, ovvero la consapevolezza – o la colpevole ignoranzadell’assenza di un titolo legittimante l’occupazione del bene: è palese come, nel caso de quo, gli indagati risultano, al contrario, assolutamente convinti di avere un diritto (la valutazione della cui effettiva sussistenza compete ad altra A.G.) ad occupare -o comunque gestire- i posti barca, e tale convinzione non può certo dirsi frutto di colpevole ignoranza o peregrini ragionamenti, attese le somme all’uopo versate (sovente anche assai cospicue), le subconcessioni o i contratti in proposito sottoscritti: titoli, tutti, prodotti in atti e mai negati dal denunciante”.

In ultimo, il Pm scrive che “la stessa ratio sottostante la sanzione penale prevista dall’art. 1161 Cod Nav. palesa la non riconducibilità dei fatti oggetto del procedimento a tale fattispecie essendo il reato rubricato finalizzato ad assicurare tutela penale all’interesse della collettività a fruire e godere del bene demaniale marittimo, mentre altri e diversi sono gli strumenti apprestati dall’ordinamento per la tutela di eventuali diritti di credito, previo il loro accertamento”.

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