5 Novembre 2024 17:18

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5 Novembre 2024 17:18

Imperia: preside scarcerata. “Nessun elemento concreto per giustificare l’arresto”. Gip critica la Procura/Il caso

In breve: Le conclusioni cui è arrivato il Gip sono opposte a quelle illustrate dalla Procura e che hanno portato all'arresto.

“Si è verificata una pluralità di episodi di uso arbitrario del mezzo pubblico per fini privati […] inseriti in un arco temporale di poco più di due mesi in concomitanza con un sinistro del mezzo di proprietà dell’indagata […] ma non risulta che vi sia stata una sottrazione alla destinazione pubblicistica originaria del mezzo che è rimasto a disposizione dell’ente per eventuali impieghi istituzionali. Le condotte si devono perciò inquadrare nella previsione del peculato d’uso“.

Così il Gip del Tribunale di Imperia Massimiliano Rainieri ha motivato la decisione di non convalidare l’arresto di Anna Rita Zappulla, la preside dell’Istituto Marconi arrestata sabato scorso dai Carabinieri con l’accusa di peculato.

Non convalidato l’arresto della presidente dell’Istituto Marconi: critiche del Gip alla Procura

Nel dispositivo con il quale ha disposto la scarcerazione di Anna Rita Zappulla, il Gip Rainieri aggiunge che “quand’anche si trattasse di peculato ordinario, si verserebbe in ipotesi di arresto facoltativo, consentito ex art 381 cpp solo in presenza delle condizioni imposte dal c4 di tale articolo, ossia ‘soltanto se la misura è giustificata dalla gravità del fatto ovvero dalla pericolosità del soggetto desunta dalla sua personalità o dalle circostanze del fatto’. Condizioni che, nel caso in esame, mancano”.

“Il Pm – prosegue Rainieri – non le ha indicate, né ha chiarito le ragioni per cui l’indagata, per la quale ha richiesto gli arresti domiciliari sia stata condotta in carcere e, per inciso, il Pm non ha neppure optato per il rito direttissimo che flagranza e natura istantanea del reato avrebbero consentito. Negli atti, per contro, sono rinvenibili elementi che escludono che tali condizioni siano concretamente ravvisabili, poiché l’indagata – pur colpevole di condotte di cui dovrà rispondere in sede penale e amministrativa – è un’ultrasessantenne plurilaureata e incensurata e il reato non presenta modalità esecutive che rivelino una spiccata capacità a delinquere o un’elevata pericolosità”.

“Il fatto, l’uso reiterato di un’auto di proprietà pubblica per fini privati – conclude il Gip – ha realizzato un’offesa al bene giuridico protetto molto contenuta, tanto che in sede d’indagine se ne è sopportata la reiterazione per consolidare la prova d’accusa. Quindi non vi è neppure un elemento concreto che potrebbe giustificare l’arresto eseguito anche se le condotte dell’indagata integrassero un peculato ordinario.

Convalida dell’arresto e ordinanza cautelare sono atti ontologicamente distinti. Va da sé, tuttavia, che quanto osservato a proposito della qualificazione giuridica e dell’arresto esclude che si possa disporre una misura cautelare. Per il peculato d’uso non è consentita alcuna misura coercitiva, considerati la pena edittale e il disposto di cui all’ad 280 c 1 cpp. E per il peculato ordinario difetterebbero in ogni caso gli elementi per poter ravvisare un pericolo concreto ed attuale di recidiva specifica. Non li indica il Pm e non sono ravvisabili in atti. E’ del resto un pericolo che sarebbe arginabile con cautele reali e che, comunque, appare impensabile sol che si rifletta sullo strepito mediatico, non soltanto in sede locale, che ha avuto la vicenda in esame”.

Le accuse della Procura

Le conclusioni cui è arrivato il Gip sono opposte a quelle illustrate dalla Procura e che hanno portato all’arresto.

Nell’ordinanza di custodia cautelare si evince che l’inchiesta ha preso il via da una segnalazione interna alla scuola, in particolare di un insegnante, recapitata al Provveditorato.

“La sig.ra Zappulla – recita la segnalazione – utilizza la vettura ormai in via esclusiva da martedì 5 febbraio 2019. Non risulta aver presentato la richiesta documentazione giustificativa per l’utilizzo della vettura, ma si è giustificata con noi (insegnanti, ndr) dicendo che doveva utilizzare la macchina per spostarsi dalla sede di Imperia per la sede di Sanremo in quanto aveva avuto un sinistro grave con la propria autovettura privata e quindi si trovava senza mezzo di locomozione”.

Gli inquirenti fanno riferimento a “due missioni ufficiali a Genova presso l’ufficio scolastico regionale” alle quali gli insegnanti dell’Istituto Marconi si sarebbero dovuti recare con mezzi privati per l’assenza dell’auto, in quanto nella disponibilità della preside. 

L’auto, inoltre, sarebbe mancata anche per il trasporto di documenti e materiali. Anche nel caso in esame sarebbero state utilizzate dagli insegnanti auto private. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le indagini, con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, avrebbero permesso di verificare che “la Zappulla utilizzava l’autovettura per spostamenti da e per gli istituti scolastici ove prestava servizio e la propria abitazione, dove parcheggiava il veicolo anche durante la notte” e che “anche il convivente della donna talvolta faceva uso del veicolo”.

Inoltre, le indagini avrebbero permesso di verificare un viaggio della Zappulla, insieme al compagno, a Torino, nel corso del quale la ruota sinistra dell’autovettura avrebbe subito un danno, tanto da dover richiedere l’intervento del carro attrezzi. 

“Per la relativa spesa (anticipata necessariamente dalla Zappulla) – scrivono gli inquirenti – è stato richiesto il rimborso all’istituto Marconi”.

A riguardo si fa riferimento nuovamente alla segnalazione dell’insegnante. 

“Sono altresì a conoscenza che, causa che il carro attrezzi non poteva fare fattura elettronica, in quanto la Zappulla aveva chiesto di poter intestare la relativa fattura alla scuola, si è trovata costretta ad anticipare la cifra. So però che ha chiesto all’ufficio amministrativo la modalità per il rimborso di quanto pagato. Aggiungo che per giustificare il rimborso, occorre ovviamente una pezza giustificativa per il viaggio a Torino e quindi la dirigente ha vantato telefonicamente un certo appuntamento presso un non meglio individuato istituto scolastico a Torino. Peraltro, mi ha chiesto conferma di ciò, come se io ne fossi a conoscenza, ribadisco che, per quanto io ne sappia, non c’era nessun appuntamento a Torino e non voglio essere mezzo in mezzo a questa pantomima creata ad hoc dalla dirigente per giustificare l’utilizzo personale dello vettura istituzionale”.

Attraverso l’utilizzo di un Gps, infine, scrivono gli inquirenti “si appurava, con certezza che la vettura non veniva mai restituita alla scuola a fine giornata, bensì parcheggiata dalla Zappulla nel cortile del condominio ove la medesima risiede, evidentemente al fine di mantenerne la piena disponibilità”.

“Altra circostanza da segnalare, in quanto indicativa della spregiudicatezza caratterizzante la condotta dell’indagata – concludono gli inquirenti – è che la Zappulla, unitamente al di lei compagno, si è recata, oltre che a Torino, in territorio extra nazionale (Mentone, Nizza), anche in giorni festivi e pre-festivi, per fini evidentemente del tutto estranei a motivi di servizio, utilizzando sempre la vettura della scuola”.

 

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