“Non è mai stata mia intenzione, né dei colleghi docenti, auspicare il carcere per la nostra dirigente”. Così afferma l’ex vice dirigente scolastico dell’Istituto Marconi, Luca Ronco, destituito ieri dal suo incarico dalla preside Anna Rita Zappulla, tornata a scuola dopo la scarcerazione.
La preside, lo ricordiamo, era stata arrestata sabato scorso dai Carabinieri di Imperia, con l’accusa di peculato. Nel mirino l’utilizzo improprio dell’auto della scuola per oltre due mesi. Dopo aver trascorso due notti nel carcere di Pontedecimo,la preside è stata scarcerata dal Gip Massimiliano Rainieri che non ha convalidato l’arresto.
Istituto Marconi: la replica dell’ex vice preside Luca Ronco
Successivamente alle dichiarazioni di ieri sera all’Agenzia Ansa della preside dell’Ipsia Zappulla (“Posso tenere al mio fianco, come primo collaboratore con incarico fiduciario, una persona che assieme al provveditore Lenti voleva sbattermi in galera, raccontando falsità? E dire che era pure il mio figlioletto, lo avevo preparato per l’esame da preside”), l‘ex vice preside Luca Ronco sottolinea di non aver mai auspicato il carcere per la dirigente.
“In relazione alle ultime vicende che hanno coinvolto la Dirigente Zappulla – afferma Ronco – mi viene doveroso rimarcare la piena solidarietà per l’esperienza del carcere, che nel sentire comune è stata sicuramente eccessiva e sproporzionata.
Non sono un giurista e non entro nel merito del lavoro degli inquirenti, a cui deve andare il massimo rispetto da parte di tutti.
Non è mai stata mia intenzione, né dei colleghi docenti – continua – auspicare il carcere per la nostra dirigente. Mai! Infatti tutto il clamore che ne è susseguito ha solo complicato una problema che per me, e per i tanti colleghi che ieri mi hanno manifestato solidarietà, è principalmente di natura educativa.
Concordo infatti pienamente con le parole del legale della dott.ssa Zappulla, che cito testualmente dalle pagine di ImperiaPost: “…ritengo che per motivi di opportunità e compatibilità, in questa fase Zappulla abbia ritenuto opportuno sostituirlo con una persona non coinvolta”.
Ecco. questo è il punto focale della nostra manifestazione di ieri – aggiunge – La stesso rigore morale applicato e dichiarato dal legale della DS ci aspettiamo, in tanti, che per coerenza sia seguito anche dalla dirigente e dall’Ufficio Scolastico Regionale, con la nomina di un altro dirigente reggente, per permettere alla scuola di riprendere il proprio lavoro al di fuori di riflettori e distorsioni mediatiche”.
Contestualmente, anche il gruppo dei docenti, protagonisti del sit-in di protesta al Provveditorato svoltosi ieri, sottolineano l’aspetto didattico delle loro preoccupazioni.
“L’auto oggetto dell’inchiesta era uno strumento didattico di laboratorio per gli studenti – affermano – i quali settimanalmente la smontavano e rimontavano per fare pratica.
Essendo utilizzata dalla preside, quindi, per due mesi i ragazzi non hanno avuto la possibilità di lavorarci sopra. Non ci interessa il discorso penale della vicenda, ma quello didattico.
Sottolineiamo quindi la poca compatibilità educativa del messaggio che rimane da questa storia, se non si prendono provvedimenti”.