Imperia – “Nel sito del convento www.conventosandomenicotaggia.org si legge: Questi spazi sono stati creati da generazioni di persone che hanno sentito tale necessità vitale per l’uomo e hanno fatto sì che le pietre fossero in sintonia con la loro vita di preghiera e silenzio. Sono pietre che parlano e che esprimono con la loro bellezza il fascino delle cose perenni. L’antichità degli edifici, la loro eleganza austera e sobria ci fanno sentire inseriti in qualcosa di stabile, sicuro, che non segue le mode e i cambiamenti di umore delle generazioni, ma parla agli uomini di tutti i tempi con un linguaggio che ha validità perenne, perché ancorato alla parola di Dio.
Questa è stata l’atmosfera che ha circondato, ieri, sabato 10 maggio, i musicisti dell’OpenOrchesta; dai più giovani ai meno giovani, tutti completamente rapiti dall’atmosfera pacata e coinvolgente. Sei secoli di storia facevano da cornice al concerto; tutti, spettatori compresi, ne erano consapevoli. Il direttore artistico dell’Open, Marco Reghezza, autorevole conduttore di questa eterogenea compagine di amatori non professionisti per i quali trascrive i brani in repertorio, ha diretto i musicisti con capacità e complicità.
Il pubblico confortevolmente accolto tra dipinti eccezionali recentemente restaurati, tra cui molti dei fratelli Brea, nella sala definita “Museo” (ricordiamo che il convento è infatti un grande museo che si sviluppa nelle sale al piano terreno del complesso domenicano, attigue al chiostro quattrocentesco) ha seguito con passione in ogni momento l’esibizione della OpenOrchestra, per l’occasione presentatasi non a ranghi completi, ma rimandando ad una prossima occasione tale possibilità. Nel contesto della manifestazione “Prima Expo della Valle Argentina” in cui il Comune di Taggia, padrone di casa, ha inserito la particolare seconda edizione di “Oliva Mediteggiasca“, il concerto, reso possibile dalla gentile ospitalità dei fratelli della Sacra Famiglia, che tengono viva l’anima Liturgica del convento, ha rappresentato per il numeroso pubblico un apprezzatissimo e conclusivo momento culturale-artistico.
Il programma presentato, tratto interamente dal repertorio classico, si inseriva perfettamente nel contesto storico della sala, dalla apprezzabile acustica, quasi ad ottenere l’approvazione delle silenti opere pittoriche spettatrici; dopo un breve cenno di saluto del Sindaco di Taggia, Vincenzo Genduso, fratello Carlo, della Congregazione Sacra Famiglia, ha avuto parole d’ apprezzamento per I musicisti indicando come, in una manifestazione votata alla promozione dei piaceri territoriali dedicati principalmente al palato, il concerto rappresentava forse il cibo dell’anima.
L’occasione per molti spettatori è stata anche propedeutica ad una visita all’importante complesso museale che tra le opere esposte annovera: alcuni frammenti di polittici di Francesco e Lodovico Brea, una cassapanca lignea del XVI secolo, alcuni codici miniati, incunaboli e una tela raffigurante l’Incoronazione della Vergine di Gioacchino Assereto (1600-1649). Il percorso museale prosegue nella vicina chiesa di Nostra Signora della Misericordia, che ospita all’interno una straordinaria concentrazione di opere di Lodovico Brea, tra cui si segnala il Polittico della Misericordia sull’altare maggiore, e dipinti del Molosso, dell’Orbetto e di Gregorio De Ferrari. Inoltre l’Adorazione dei Pastori del Parmigianino.
Alla fine del mini concerto i musicisti e il pubblico lasciavano il convento consci di aver vissuto una piccolissima parte di storia culturale di questo luogo che, dal 1400, è parte attiva e costitutiva del territorio di Taggia, ricordando che proprio nel prodotto principe del territorio l’oliva Taggiasca sia i frati, prima Benedettini poi Domenicani e Cappuccini, trovarono opulenza e condivisione con la popolazione diventandone per secoli promotore anche sociale”.
C.S.