Udienza chiave, quella odierna, del processo che vede sul banco degli imputati sette attivisti, accusati di disturbo alle persone e getto pericoloso di cose, per la contestazione, con uova a carta igienica, nei confronti del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel 2015, nel corso del tour elettorale del leader della Lega a Imperia.
Nel corso dell’udienza si è proceduto all’esame degli imputati (Cafiero Guasco, Florio Noto, Guglielmo Mazzia, Francesco Scopelliti, Ingrid Pedrazzini, Valerio Romano e Roberto Raineri) e all’audizione degli ultimi 4 testi della difesa. Tutti hanno ribadito che si trattò di una manifestazione goliardica di protesta nei confronti di Salvini, senza nessun intento violento.
Valerio Romano
“All’epoca facevo parte della Compagnia portuale di Imperia, una coop attiva per quanto riguarda antirazzismo e antifascismo. Quando abbiamo saputo che veniva Salvini a Imperia abbiamo deciso di fare una contro manifestazione di dissenso. Una presa in giro fondata sui principali argomenti della politica di Salvini. Il leader della Lega ha iniziato con i terroni, poi quando ha capito di dover prendere il voto nazionale ha portato spostato il discorso su rom e migranti.
Abbiamo messo un grosso striscione su una gru. ‘Salvini belinun vattene a ca to’. Abbiamo distribuito dei volantini. Abbiamo voluto abbassarci al suo livello di ignoranza, ridicolizzando la sua matrice etnica pura. Le nostre posizioni su Salvini erano ben precise. Dopo l’antimeridionalismo cavalcava l’antiimmigrazione.
All’inizio abbiamo fatto volantinaggio tranquillamente. Erano presenti dei leghisti. Ci sono state subito discussioni. Ad un certo punto è arrivata la notizia che Salvini stava arrivando. La Polizia si è schierata con scudi e manganelli.
Nessuno di noi aveva caschi. E’ impensabile dire che abbiamo cercato di scavalcare il cordone di Polizia. Noi eravamo completamente inermi.
Abbiamo continuato un discorso goliardico. Abbiamo urlato slogan, lanciato dei rotoli di carta igienica. L’ho lanciata anche io, come una stella filante. Era diretta a Salvini, ma non ci è neanche arrivata. Nel momento in cui sono stati posizionati i mezzi della Polizia tra noi e Salvini non c’è stato neanche più contatto visivo.
Salvini mandava bacini di scherno. Alcuni avevano il braccio alzato in segno di saluto fascista. Era una derisione reciproca.
Una cosa vorrei dirla. Mia figlia ha messo al mondo due ragazzini mezzosangue, come direbbe Salvini. Di fronte a loro mi vergognerei se non mi fossi comportato come mi sono comportato. Salvini è una persona malata che sta facendo perdere i valori alla nostra società”.
Francesco Scopelliti
“Non c’è stata una vera e propria organizzazione. Era un momento in cui Salvini girava Italia e c’erano contestazioni dappertutto. Ci siamo trovati spontaneamente in piazza. Ci siamo trovati in piazza anche con persone che non conoscevamo.
Noi ritenevamo provocatorie le dichiarazioni di Salvini in senso generale. Non siamo andati davanti ai cancelli dell’Agnesi, quel giorno, perché lo ritenevamo inopportuno. I lavoratori dell’Agnesi erano compagni di lotte.
La situazione all’arrivo di Salvini era molto confusa. Noi ci siamo limitati a procedere sino a che le forze dell’ordine ce lo hanno consentito. Non avremmo potuto fare altrimenti. La Polizia era in tenuta antisommossa, noi con magliette e infradito.
Ricordo di aver lanciato un rotolo di carta igienica mentre Salvini stava arrivando. La carta igienica per me era un oggetto provocatorio che non poteva fare male a nessuno.
Quando Salvini è arrivato al bar ha iniziato ad avere atteggiamento provocatorio. Ci mandava baci, ci mostrava il dito medio, più altri epiteti.
Ricordo un atteggiamento provocatorio intorno a noi. Ricordo una voce, mentre la Polizia era schierata, ‘spaccategli la testa a tutti’.
Nessuno è uscito minimamente ferito da quella manifestazione. E stata semplicemente una contestazione. Abbiamo fatto dei cori ‘siamo tutti clandestini’. Salvini ha risposto ‘se siete tutti clandestini levatevi dalle palle’.
Salvini ha interagito con noi con il megafono.
Lancio di uova? Non ne ho visto”.
Indrid Pedrazzini
“Io mi sono unita alla contestazione, essendo anche io antirazzista e antifascista.
Io penso di aver tirato della carta igienica. Nella confusione non ricordo se avevo semplicemente il rotolo in mano e se poi mi è caduto o se l’ho tirato.
Ricordo un dispositivo di sicurezza molto imponente. Ad un certo punto uno scudo della Polizia ha iniziato a spingerci. Io ero in ciabatte. Ricordo di aver detto ‘ma cosa stanno facendo? Non vorranno mica caricare’.
Non riuscivo a collegare questa reazione con quello che stavamo facendo noi. C’erano persone che facevano il saluto fascista, io ho reagito con degli insulti, come penso sia normale.
Io Salvini non l’ho neanche visto. Non posso dire se quando avevo il rotolo di carta igienica in mano Salvini fosse già entrato o meno nel bar.
Quando ho sentito la sua voce al megafono ho capito che era arrivato. Ho visto le braccia alzate con il saluto fascista e questa cosa mi ha turbato. Ad un certo punto mi sono arrabbiata e ho detto a un funzionario della Digos ‘guardate loro cosa stanno facendo’.
Roberto Raineri
“Per me è stato molto importante essere presente a quella manifestazione. Ci sono andato per dei motivi ben precisi. Basti pensare che Za Garibaldi, vicesindaco di Diano Marina, si era espresso in termini molto poco lusinghieri verso il Ministro Kyenge. Non sono per il colore della pelle, ma anche perché donna. Disse ‘Se becco la Kyenge… Il fatto è che io non frequento il rettilineo di Ceriale’. Volevo oppormi al machismo e al razzismo di Salvini. Dare un segnale.
Quel giorno ho lanciato la carta igienica e ho detto di essere un clandestino. Salvini, però, a differenza di quanto hanno detto altri teste, nel corso del processo, non era assediato dentro al bar. Salvini dopo l’incontro all’Agnesi è venuto verso il Bar 11 e in quel momento è stata lanciata la carta igienica. Non avremmo mai potuto raggiungerlo. Volevamo esprimere dissenso, non fare male a qualcuno.
La manifestazione di Salvini si è svolta regolarmente. Ha parlato nel dehor del Bar 11 e dentro al dehor non è arrivato nulla.
Non abbiamo fatto nessuna azione per superare il cordone di Polizia. Non c’era una situazione così tesa come si vuole fare credere. Alcuni esponenti della Lega si sono rivolti alle compagne lì presenti facendo gesti che mi vergogno a riprodurre.
Sono passato dietro il cordone e sono andato da questi signori. ‘non vi vergognate? Una figlia non ce l’avete?”.
Guglielmo Mazza
“Ho partecipato a quella manifestazione perché Salvini stava seminando odio per il Paese. Io non ho visto lanciare uova. Noi eravamo in prima fila. Non abbiamo visto chi le ha lanciate. Pietre e accendini meno che mai.
Non ho provato a superare il cordone, non era neanche nelle nostre intenzioni. Sarebbe stato irragionevole. Ci sono state provocazioni da parte avversa. Salvini appena arrivato ha iniziato lui stesso a provocare”.
Mauro Servalli
“Io ho visto e ho partecipato a quella manifestazione contro Salvini. Eravamo sulla banchina del porto di Oneglia. Salvini prima è andato all’Agnesi, poi al bar 11.
Abbiamo posizionato un piccolo impianto audio vicino alla gru. Io sono intervenuto più volte al microfono. C’erano dei fischietti. Ho assistito al lancio di carta igienica e uova. E’ stata una contestazione politica e simbolica.
Non abbiamo provato a superare il cordone di Polizia. Sono rimasto stupito dal dispositivo di ordine pubblico. Ancora prima che Salvini arrivasse ci siamo avvicinati verso il bar e ci siamo bloccati autonomamente prima della strada. Quando Salvini è arrivato ha iniziato a rivolgere nei nostri confronti baci e gesti con evidente intento provocatorio.
Non ho visto il lancio di accendini e pietre. Non ho visto chi ha lanciato le uova perché ero in prima fila. Io all’epoca ero consigliere comunale. Attualmente sono un operatore sociale, lavoro con i richiedenti asilo”.
Alberto poggi
“Facevo parte del sindacato CGIL. Eravamo contrari all’incontro con Salvini. Voleva trattare un argomento delicato come la chiusura dell’Agnesi in un bar. Ci sembrava fuori luogo.
Ricordo che sono arrivati ragazzi davanti a noi che hanno fatto con il saluto fascista. Io ho detto al Maresciallo dei Carabinier. ‘Qui c’è gente che è morta dietro a quel gesto. Non può fare qualcosa?’. Ho visto lanciare carta igienica. Di uova vicino a me non ne sono state tirate.
Nessuno ha tentato di forzare il cordone di Polizia. Era una manifestazione goliardica”.
Ivan cavarero
“All’epoca dei fatti ero rappresentante sindacale Agnesi. I colleghi avevano ritenuto opportuno fare venire Salvini. Io manifestai contrarietà prima di tutto perché l’incontro all’interno di un bar. Le vertenze sindacali si fanno in una sede istituzionale e non in un bar. Ritenevo non fosse opportuno.
Sono andato a vedere quanti miei colleghi avrebbero partecipato a questa iniziativa. Li ho visto cosa è successo. C’era una manifestazione goliardica con musica alta per disturbare Salvini. C’è stato un lancio di carta igienica. Non ho visto chi ha lanciato le uova.
Dalla parte di Salvini ci sono stari dei saluti romani. Nessun manifestante ha mai provato a superare il cordone di Polizia. A me quella di Salvini è sembrata una passerella elettorale”.
Angela maria fogliato
“Ero presente alla manifestazione per protestare contro Salvini. Ho visto lanciare carta igienica, ma non le uova. Ho visto provocazioni da parte dei simpatizzanti della Lega. Non ho visto nessuno cercare di forzare cordone poliziotti”.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 15 novembre alle ore 12.30 per la discussione.