IMPERIA – Un archivio “segreto” che contiene migliaia di documenti, dossier, su decine di politici, imprenditori, ma anche gente comune con cui l’ex Ministro Claudio Scajola ha avuto a che fare nel corso della sua vita politica e amministrativa. È questo il quadro inquietante riportato da “Il Corriere della Sera” che fa emergere un altro lato del “modus operandi” di Claudio Scajola, detenuto all’interno del carcere romano di Regina Coeli, con l’accusa di favoreggiamento, associazione a delinquere e di concorso esterno in associazione mafiosa.
La vicenda è nota: secondo i magistrati di Calabresi, Scajola, assieme a Chiara Rizzo e ad altre sei persone, tra cui la segretaria del politico Roberta Sacco, avrebbero organizzato un piano per favorire la latitanza di Amadeo Matacena, ex deputato di Forza Italia condannato a 5 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, la ‘ndrangheta. Gli uomini della DIA di Reggio Calabria, hanno sequestrato all’interno di villa Ninina, dell’ufficio in viale Matteotti e negli uffici romani una grande quantità di documenti che ritengono poter essere molto utili alle indagini. Nei mesi scorsi la Polizia Postale di Imperia, durante l’ultima perquisizione effettuata a casa di Scajola, aveva rinvenuto documenti “riservati” dei servizi segreti relativi al G8 e a Marco Biagi, una sentenza su Berlusconi e un’informativa dei Carabinieri sull’On. Eugenio Minasso (Ncd) che è costata a Scajola un avviso di garanzia per ricettazione.
