“Tra i diportisti della Marina costretti all’uso dell’automobile, visto che siamo in molti a risiedere nell’entroterra, regna lo sconcerto (il posteggio libero più vicino è a 400m in Lungomare Marinai d’Italia già giustamente “privatizzato”dai residenti che se lo contendono e se lo tramandano) – Così in una nota stampa, i diportisti di Borgo Marina insorgono a gran voce contro il nuovo piano posteggi della città di Imperia, presentato dall’Amministrazione Scajola.
Parcheggi a pagamento in via Boine: la rabbia dei diportisti
“Paghiamo già abbastanza salato l’ormeggio per avere poco e niente e adesso dobbiamo essere salassati anche dai parcometri di via Boine.
Adesso anche per accedere ai pontili bisogna pagare tutti i giorni? Si, perchè chi pratica la nautica frequenta il porto non solo per le uscite in mare che comunque sono numerose ma anche per le manutenzioni, ma evidentemente in comune pensano che voliamo e che un porto non sia un insieme di quotidiane attività.
Sembra che per loro sia una cartolina da usare come sfondo per la campagna elettorale o per qualche selfie. Solo per aver regalato la “zona utile” ai motorini (sai che ricchezza portano!) ci costringono a scarpinate da mediamente 800m a 1200m andata e ritorno (misurate su maps) quella da 1200m a pagamento dal molo, trasportando le attrezzature a mano (a bordo non si può tenere tutto, i gozzi sono poco capienti …e poi rubano…ma questo è un altro discorso) e pagare anche d’inverno!!??.
Una volgare estorsione tesa ad impoverire stipendi modesti ed ancora più modeste pensioni. Già qualcuno anni addietro se n’è andato in altri porti causa scarsità di posteggi, ma è previsto un altro esodo. I meccanici vengono a bordo solo se li andiamo a prelevare altrimenti si rifiutano categoricamente.
I nostri “eletti”si riempiono tanto la bocca di vele d’epoca e di regate “fantasma”ma l’indotto lo manteniamo noi, taglieggiati da una giunta di super esperti a fare cassa sulla pelle dei servi della gleba (fino a 120 € al mese).
Siamo una città marinara ma nell’attuale giunta ragionano da contadini. Anzi, da feudatari”.