Duro affondo del Partito della Rifondazione Comunista e Potere al Popolo di Imperia nei confronti dell’amministrazione Scajola. I due partiti commentano la lettera pubblicata nei giorni scorsi dal nostro giornale e criticano le ultime scelte dell’esecutivo sul piano parcheggi .
“Brava Federica, la tua lettera (QUI) propone ai lettori e cittadini numerosi e concreti spunti di riflessione riguardo al futuro della nostra Città e dovrebbe inchiodare Sindaco e Giunta alle proprie responsabilità e ai deliri di onnipotenza che ne caratterizzano la quotidiana narrazione.
Patetico e al contempo vergognoso lo spettacolo del Sindaco che come un Sovrano tuona onnipotente con il fare e la postura stizzita propria di chi è stanco di inutili piagnistei e richiama il popolo ignorante esibendo cartelli con le sue volontà scritte a caratteri cubitali.
Vogliamo dire ai Cittadini imperiesi di non cedere ai toni e al linguaggio di regime di chi vuole tacitare ogni dissenso. Non siamo stupidi, non siamo ignoranti e non dobbiamo tacere. Il Sindaco ancor prima di infierire sulla precedente amministrazione, sul debito ereditato tema opportunisticamente esibito prima di ogni comunicazione istituzionale, è invitato a meditare sugli scempi urbanistici e non solo che le sue precedenti amministrazioni hanno prodotto e che sono sotto gli occhi di tutti. E queste non sono vecchie storie ma un presente con il quale i Cittadini di Imperia devono fare i conti anche se il Primo cittadino si ostina a negare.
Ma torniamo alle questioni che ci stanno a cuore. I cittadini hanno ragione ad incalzare il Sindaco sul piano parcheggi e, quella che è stata comunicata come un “dietro front dell’Amministrazione” in verità è conferma sotto mentite spoglie del medesimo piano la cui finalità obbedisce allo stesso principio “fare cassa” sulla pelle dei cittadini. E allo stesso principio rispondono le scellerate decisioni in merito al piano esternalizzazioni che tocca asili nido, attività culturali, ovvero ennesima mercificazione dei Beni Comuni oggi esibita senza pudore.
La vertenza parcheggi tradisce un progetto politico antiquato, culturalmente gretto che origina da totale assenza di lungimiranza politica e/o dalla volontà di garantire gli interessi di pochi a scapito dei soliti noti, i cittadini, e in particolar modo, i cittadini più vulnerabili. A valle della controversa gestione dei parcheggi c’è l’incapacità e l’ottusità di chi si ostina a vedere l’esclusiva vocazione turistica di Imperia, laddove la città vanta innumerevoli risorse che se valorizzate garantirebbero occupazione di qualità e non precaria e stagionale. La povertà della proposta di Scajola e dei suoi seguaci è sotto gli occhi di tutti “aumentare il numero di turisti da 200 mila a 300 mila”. Difficile dire se questa dichiarazione sia segno di intelligenza o tradisca la solita, stantia benché astuta narrazione di stampo scajolano. Se a monte di un piano di ristrutturazione dei parcheggi la Giunta attraverso il suo Sovrano avesse immaginato un sistema di mobilità urbana eco-sostenibile che mirasse:
- a ridurre il traffico urbano
- ad abbattere gli inquinanti chimici, fisici e acustici
- a promuovere la priorità di un trasporto collettivo di servizio al lavoro, allo studio, al tempo libero, al turismo
- a creare parcheggi a monte
- a realizzare una linea orizzontale con metropolitana leggera gomma/rotaia che connetta non gli edifici del potere, come ultimamente declamato, ma i plessi scolastici, i servizi sportivi, i servizi sanitari, i servizi culturali, i servizi turistici, i servizi produttivi
- a realizzare una rete verticale di servizi navetta che connetta i centri storici, i parcheggi a monte, le zone produttive interne
- e ancora Pista Ciclabile Galeazza/Prino, rete ciclabile verticale lungo i torrenti Impero, Caramagna e Prino ovvero la connessione virtuosa fra il Litorale e il primo entroterra, sarebbe stata l’occasione per dimostrare un fare politico attento alla città, ai suoi cittadini e a un suo futuro migliore. Nessuna buona nuova. Al contrario siamo oltraggiati da un’ennesima raffazzonata proposta imposta sulla pelle della città e dei suoi abitanti.