Imperia – Sono stati trasferiti in un altro ufficio i tre agenti della Polizia di Stato che sino a giovedì scorso facevano parte del servizio di scorta all’ex Ministro imperiese Claudio Scajola, in carcere a Roma con l’accusa di con l’accusa di: favoreggiamento, associazione a delinquere e di concorso esterno in associazione mafiosa. Si tratta del primo reale provvedimento assunto dai vertici della Questura, subito dopo l’acquisizione di alcuni documenti da parte della DIA, in attesa dell’arrivo dell’ispettore del Ministero che dovrà individuare le varie responsabilità sugli eventuali comportamenti illeciti commessi dagli agenti come sostengono i magistrati calabresi che indagano sulla rete di coperture del latitante Amadeo Matacena, condannato a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Gli agenti, che secondo i P.M. venivano utilizzati come tassisti al servizio della moglie di Matacena, Chiara Rizzo, saranno impegnati in altre mansioni. Nella lista dei nuovi indagati potrebbero rientrare proprio loro, gli agenti, che rischierebbero un’accusa di peculato in concorso con Scajola.
Nel frattempo infuria la polemica e i sindacati sono sempre più decisi a chiedere le dimissioni del Questore Pasquale Zazzaro e del Capo di Gabinetto Alessandro Asturaro.
Sul caso interviene anche il Segretario generale del (SIAP) Giuseppe Tiani con una nota all’Adnkronos: “Servono chiare regole di ingaggio per evitare che i poliziotti impegnati nei servizi di scorte siano esposti alle intemperanze di richieste assurde. Le scorte devono essere limitate ai casi di assoluta necessita’, quando cioè sono conclamati i rischi a cui sono esposte le persone. Anche per le figure istituzionali, va fatta una selezione più stringente. Ma il primo passo da compiere è rivedere la disciplina con nuove regole di ingaggio in tema di scorte per gli operatori preposti a questo servizio. Diversamente regole troppo generiche rischiano di mettere il personale in condizione di effettuare compiti che non gli sono propri, secondo le esigenze o le disposizioni impartite dalla personalità scortata”.