Il Sindaco di Imperia Carlo Capacci interviene in merito all’ipotesi, sempre più probabile, del fallimento della Porto di Imperia Spa.
“A seguito dell’udienza tenuta presso il Tribunale di Imperia avente ad oggetto la richiesta di concordato della Porto di Imperia Spa, si ritiene opportuno chiarire ancora una volta la posizione dell’Amministrazione Comunale, già espressa nel corso del Consiglio Comunale del 7 novembre 2013 e di quello del 10 febbraio 2014 e ribadita ancora nell’assemblea della società. Il Sindaco, la Giunta Comunale e i Consiglieri di maggioranza tutti, hanno sempre ritenuto il concordato, se realizzato in modo sostenibile per la società, come la migliore soluzione per sbloccare la situazione e consentire il completamento del porto in tempi ragionevoli; tale valutazione è stata espressa non soltanto con riguardo alla società Porto di Imperia Spa ed ai suoi creditori, ma anche in riferimento all’interesse generale della città di Imperia.
Nella valutazione degli equilibri in gioco si contrapponevano due interessi: rispetto all’esigenza di fare giustizia delle responsabilità che hanno determinato la situazione gravissima nella Porto di Imperia Spa, con un fallimento con contenziosi enormi ed imprevedibili, si è scelto di volgere lo sguardo al futuro, cercando di favorire la soluzione concordataria, che avrebbe comportato una più rapida ripresa dei lavori sul porto turistico.
Spiace constatare che oggi, a 14 mesi dalla presentazione del piano di concordato, nonostante gli sforzi compiuti dalla società, non sia ancora stato possibile perfezionare la transazione con Acquamare e con il sistema bancario.
La causa di tale mancato accordo non è sicuramente addebitabile al Comune, che ha seguito passo passo l’evoluzione della situazione ed ha sempre precisato che la proroga della concessione, condizione fondamentale di fattibilità del concordato, avrebbe potuto essere portata in discussione in Consiglio Comunale soltanto quando fossero stati definiti con chiarezza gli equilibri economici e contrattuali della transazione con Acquamare e le banche e fosse stata certa la sostenibilità del piano industriale conseguente.
E’ mancato il consenso alla transazione proprio da parte di quei soggetti, ovvero Acquamare e le banche, che hanno a parere del Comune enormi responsabilità; la prima per la voragine di debiti che ha creato, senza neppure pervenire all’ultimazione dell’opera, e le seconde per aver finanziato l’operazione senza alcuna cautela, senza verifiche sugli stati di avanzamento e senza richiedere alcun rientro dei finanziamenti erogati mano a mano che venivano venduti i posti barca.
L’Amministrazione attende ora con fiducia le decisioni della magistratura, con assoluto rispetto del ruolo e dell’operato della stessa”.