23 Novembre 2024 03:12

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23 Novembre 2024 03:12

Imperia: “Io, perseguitata dal mio ex fidanzato, ora torno a vivere”. La storia di Monica. “Non abbiate paura di chiedere aiuto”

In breve: In seguito alla reazione di alcuni lettori alla notizia, Monica ha deciso di contattare ImperiaPost per raccontare meglio la sua esperienza e lanciare un appello a tutte le donne in difficoltà.

“Vorrei che nessuna donna vivesse mai più quello che ho passato io”. Così Monica (nome di fantasia), si rivolge alle possibili vittime di stalking o di qualsiasi altra forma di violenza.

Perseguitata per mesi dall’ex fidanzato: Monica si racconta

Recentemente, la storia di Monica è stata raccontata, attraverso una nota stampa, dalla Questura di Imperia. La donna, perseguitata da mesi dall’ex fidanzato, sta finalmente ritrovando la serenità grazie all’aiuto delle forze dell’ordine, in particolare a seguito dell’ammonimento del Questore.

In seguito alla reazione di alcuni lettori alla notizia, Monica ha deciso di contattare ImperiaPost per raccontare meglio la sua esperienza e lanciare un appello a tutte le donne in difficoltà.

Perché ha deciso di contattare la Redazione di ImperiaPost?

“Recentemente la Questura ha divulgato la storia che mi ha visto protagonista – spiega Monica – con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza di rivolgersi alle forze dell’ordine in caso di necessità. 

Quando ho letto, però, i commenti sotto all’articolo e ho visto che lo strumento dell’ammonimento del Questore veniva sminuito, mi sono immedesimata in una ipotetica donna in difficoltà, come lo ero io poco tempo fa, che, magari, leggendoli, non si rivolge alle autorità.

Per questo motivo, ho deciso di spiegare come e perché l’ammonimento sia invece uno strumento importantissimo e quanto mi abbia cambiato la vita.

L’ammonimento è il provvedimento più veloce per agire in caso di stalking. Vorrei che fosse chiaro perché desidererei che nessuna donna passasse quello che ho passato io”.

Ci racconti la sua storia.

“Dopo 6 mesi di relazione, ho deciso di interrompere a causa dei comportamenti “ossessivi e aggressivi” del mio partner. Da lì è cominciato tutto, appostamenti fuori dal lavoro e sotto casa, scenate davanti a tutti, telefonate continue, insulti. Ho iniziato a farmi accompagnare a lavoro e a casa da i miei “angeli custodi” per potermi sentire al sicuro. 

Dopo 3 mesi mi sono decisa a rivolgermi alla Questura con l’intenzione di far partire una denuncia. Quando sono arrivata, però, sono stata accolta da persone gentilissime e attente, in particolare l’ispettrice Grande, che, con delicatezza, mi hanno saputo consigliare al meglio. Li ringrazierò sempre per quanto mi hanno aiutata. 

Mi hanno spiegato che l’ammonimento, a differenza della denuncia o dell’allontanamento che devono passare al vaglio del giudice e quindi hanno bisogno di molto tempo, è una pratica molto veloce e, se il personaggio non segue la linea indicata dal Questura, scatterebbe subito la denuncia penale.

Per far capire la velocità di “azione” dell’ammonimento, io mi sono presentata in Questura di sabato. Dopo essere stata accolta, ascoltata e consigliata, sono stati sentiti due testimoni. Il lunedì successivo sono stati estrapolati messaggi e telefonate dal mio telefono. Infine, giovedì, lui è stato chiamato dal Questore, ricevendo l’ammonimento”.

Com’è cambiata la sua vita dopo l’ammonimento?

“I primi giorni, prima che lo chiamassero in Questura, ho temuto ancora che tornasse. Per questo mi sono fatta ancora accompagnare e prendere a lavoro. Dopo che il Questore lo ha convocato, ho deciso di non chiamare più  i miei “angeli custodi”, e, per due settimane, nei tragitti da sola, mi limitavo a chiamarli al telefono. Dopodiché, vedendo che non si faceva più vivo, finalmente ho riprovato a fare tutto da sola.

Adesso devo riprendere in mano la mia vita, giro con lo spray al peperoncino nella borsa, ma sto riassaporando la mia libertà e indipendenza, dopo 3 mesi di ansia”.

Come sta ora?

“Ora sono quasi 4 settimane che non si fa più sentire. Ci ho messo un po’ a riacquistare sicurezza. Avevo paura della sua reazione una volta saputo che mi ero rivolta alle forze dell’ordine. Ma ora non potrei essere più felice della scelta che ho fatto”.

Cosa consiglierebbe alle persone che si trovano ora nella situazione che ha vissuto lei?

“Se non si fa un primo passo, non ci sarà mai una fine. Psicologicamente è devastante e si pensa che nessuno capirebbe, invece, là fuori ci sono tantissime persone pronte ad aiutarci.

In Questura c’è un reparto apposta per lo stalking. Un altro luogo importantissimo è il Centro Antiviolenza, dove c’è una squadra di figure importanti e disponibili, tra psicologi, assistenti sociali, legali e molti altri. 

C’è sempre un modo per uscire dall’incubo, l’importante è trovare persone fidate. È essenziale chiedere aiuto, parlare, chiedere consiglio. Non bisogna aver paura, ma avere la forza di ribellarsi. Non siamo sole”.

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