“Troviamo escrementi umani davanti alla porta della cooperativa”. Lo afferma Claudia Regina, responsabile della Cooperativa Jobel, raccontando gli episodi che si verificano quasi quotidianamente da oltre 6 mesi.
In particolare, i sacchetti contenenti feci e urine vengono ritrovati davanti all’ufficio della cooperativa che si trova in via XXV Aprile. A causa del ripetersi del gesto, la responsabile ha deciso di sporgere denuncia ai Carabinieri.
Escrementi umani davanti all’entrata della cooperativa Jobel
“Sono mesi che ignoti ci perseguitano con questo tipo di gesti – racconta la responsabile Claudia Regina – qui nell’ufficio di via XXV Aprile ci lavorano i responsabili delle strutture. Ci occupiamo di accoglienza e di colloqui con i ragazzi ospiti.
Non giudico le opinioni di chi compie questi gesti – continua – ognuno ha il suo pensiero. Quello che voglio sottolineare è che se c’è qualcuno che la pensa in maniera contraria rispetto all’accoglienza dei migranti, l’unico modo è confrontarsi con le realtà, parlare con noi.
Siamo stanchi per tutto quello che sta succedendo. Noi siamo solo degli operatori che si impegnano a lavorare al meglio, secondo il mandato della Prefettura locale, arrivato attraverso il Ministero dell’Interno. Rispettiamo le regole, le leggi, rispondiamo a un capitolato d’appalto, facciamo il nostro lavoro.
Recentemente ho ricevuto anche minacce verbali, per cui ho presentato denuncia alla Polizia Postale.
Negli scorsi giorni ho deciso anche di presentarmi dai Carabinieri per denunciare che quasi tutti i giorni sulla porta troviamo escrementi umani. Prima succedeva solo di notte e li trovavamo al mattino, poi, l’altro giorno, siamo tornati in ufficio, dopo averlo chiuso per pochi minuti per una pausa caffè, e ci siamo trovati, dietro una pianta, un contenitore inumano. Era un sacchetto dell’immondizia nero, grande, pieno di escrementi.
Purtroppo, inoltre, quando si pubblicano certe notizie, sul web ci sono moltissimi commenti negativi. Anche in questo caso, so che mi attaccheranno, ma non mi sento di dire né che sono persone ignoranti o barbare, ma semplicemente che non conoscono il fenomeno. Siamo aperti al confronto.
Possono scrivere qualsiasi cosa, ma nessuno potrà togliermi la libertà di parola ed espressione, o di continuare a fare il mio lavoro nel modo giusto”.