Questa mattina, nel corso della conferenza stampa sul primo anno di amministrazione, il Sindaco di Imperia Claudio Scajola, rispondendo alle domande dei giornalisti, si è soffermato anche sulla situazione politica locale e nazionale.
Politica locale
“Quando ho scelto di proporre la mia candidatura a Sindaco di Imperia ho fatto valutazioni di tutti i tipi. Ho trovato non essere gradita ne al Pd ne al modello Totiano del centrodestra. Ho ragionato insieme alle persone che mi sono vicine oggi, cosa fosse meglio fare.
L’obiettivo era governare la città che era in profondo degrado e loro hanno pensato che io, vista la mia esperienza, potessi essere in grado di tentare insieme di risollevare e rilanciare questa città.
In pochi ci credevano.
Tutto è avvenuto all’interno di uno scenario politico squallido, dove non c’erano proposte di valutazione sulla necessità che si riavvicinasse il cittadino alla cosa pubblica. Era predominante la valutazione di dover dominare il territorio, chissà poi per quale fine.
Con la nostra vittoria siamo andati a finire sui giornali come un caso unico. Ci siamo trovati contro un Governo appena fatto, Lega-Movimento Cinque Stelle, nel momento di massima espansione. A Imperia abbiamo avuto sfilate di Ministri, ex Ministri, segretari di partito, di destra, di estrema destra, di sinistra. Alle politiche i cittadini imperiesi hanno dato percentuali altissime a Lega, M5S, Pd. Alle amministrative, però, hanno votato in maniera diversa. Questo dato, inaspettato per molti, ci ha dato una responsabilità enorme. Noi dobbiamo far vedere che chi ha investito su di noi per il futuro della città di Imperia non rimanga deluso.
Il secondo dato è che noi non possiamo tradire la fiducia dei nostri elettori. Non possiamo essere i traghettatori verso altro.
Contro di noi sono scese in campo anche le lobby, i gruppi di potere, anche gli amici, ahimè anche i parenti. Tutti con un unico obiettivo, che Scajola non dovesse fare il Sindaco. Noi, vista questa situazione, abbiamo la libertà di non dover rendere conto a nessuno e, visto come è stato amministrato il Comune di Imperia negli ultimi anni, non accettiamo lezioni da nessuno.
Mi faceva sorridere chi in campagna elettorale diceva che Scajola è isolato, non conosce nessuno, non riuscirà a fa arrivare neanche un centesimo a Imperia. È stato un sintomo di visione distorta delle istituzioni. I soldi si muovono per i progetti e Imperia porta le progettualità vincenti. E ottiene i finanziamenti, che nessuno potrebbe negare”.
Politica nazionale
“Andremo a votare a giugno prossimo, come abbiamo fatto alle Europee. Alle Europee ho votato Berlusconi per un motivo sentimentale. Non ho messo la croce sul simbolo di Forza Italia, ho votato Massimiliano Salini e Giusy Versace. Non ho votato il simbolo perché non condivido la gestione di un partito senza identità e senza classe dirigente.
Berlusconi mi ha chiamato nei giorni scorsi, sento spesso Gianni Letta. Sono tutte persone che hanno la mia stessa visione del mondo. Io credo che in Italia ci sia necessità di una forza politica che si dichiari europeista. Che veda nell’Europa il valore fondamentale per far crescere la comunità e per far sì che prevalga la cultura democratica. Che non vedo negli esponenti di questo Governo. Non credo che si possa andare avanti con urla e linguaggi da bar. Credo ci sia bisogno di un partito con nuovi schemi e credo che qualcosa che succederà.
Polis potrebbe confluire nel progetto di Toti? Ad Albenga, a chi mi ha chiesto consiglio, ho detto di votare Tomatis, perché a mio modo di vedere poteva governare molto meglio del centrodestra Totiano. A Ventimiglia, invece, ho consigliato di mettere la croce su Scullino. Queste sono le elezioni amministrative. Le regionali sono altra cosa.
Io non andrò al Brancaccio (incontro politico organizzata dal presidente della Regione Liguria Giovani Toti, ndr). Non sono neanche stato invitato. Non mi faccio gli affari degli altri, ma certamente chi ha l’incarico di presentare la proposta per il prossimo congresso credo che parta con il piede sbagliato andando a rompere e frantumare. Se qualcuno mi dovesse chiedere di andare o no al Brancaccio, gli direi, come consiglio, di non andarci”.