La Polizia Penitenziaria ha sventato l’ennesimo tentato suicidio di un detenuto al carcere di Sanremo. L’appello del Sappe: “L’amministrazione penitenziaria la smetta di fare convegni e studi particolareggiati e passi ai fatti”.
Ennesimo tentato suicidio al Carcere di Sanremo: l’allarme del Sappe
“La situazione delle carceri liguri è problematica e passa inosservata o, forse, non si vuole che venga resa pubblica – annuncia il SAPPe il maggiore sindacato di categoria per voce del segretario Lorenzo – il sovraffollamento della carceri in Liguria sta determinando non pochi problemi gestionali a Sanremo dove nelle scorse ore notturne un giovane detenuto di origine africana ha tentato il suicidio mediante impiccagione, l’agente di turno attratto dalle grida d’allarme di altri detenuti , è riuscito a scogliere il cappio ed a salvargli la vita con il successivo invio al pronto soccorso.
Quel detenuto – continua il SAPPe – non doveva starci a Sanremo, ma la vicina Imperia è già al completo e quindi per forza ragione i nuovi ingressi vengono dirottati su Sanremo che ha già superatro la soglia massima di detenuti presenti 100 a Imperia e ben 275 a Sanremo.
Tutto incombe sulla Polizia penitenziaria. Ci si deve interrogare del perché un carcere come Sanremo, non vi è la presenza continua del comandante e del direttore e il capo del Dipartimento Basentini, pur sapendo nulla fa oltretutto in una Regione dove manca l’istituto di Savona indispensabile per ridurre il sovraffollamento nelle carceri come Sanremo o Genova Marassi. Questa è un’incognita. Di certo è che si spende tempo prezioso in convegni e seminari sullo studio dei problemi carcerari ma nessun concreto intervento ne deriva, lo confermiamo attraverso i dati statistici degli eventi critici registrati in Liguria nel primo semestre di quest’anno e non lasciano prevedere nessuna tregua, ecco i dati regione Liguria: 239 autolesionismi , 1 decesso, 1 suicidio, 10 tentati suicidi, 153 colluttazioni, 40 ferimenti, 828 proteste con percussione rumorosa sulle inferriate, 188 rifiuti di rientro in cella, 18 scioperi della fame.
Ma la nostra preoccupazione maggiore è che con la carenza d’organico della Polizia penitenziaria non si possa più intervenire in tempo in casi come questi, ed allora sarebbe una vera tragedia umana, per questo è ridicolo – afferma Lorenzo – che nel piano d’assegnazione del personale in Liguria solo 3 agenti siano stati assegnati a Sanremo e 5 a Genova Marassi.
Assurdo ed inaccettabile – conclude Lorenzo – Non è questa l’attenzione e la considerazione che il Ministro della Giustizia Bonafede deve riservare alla Polizia Penitenziaria della Liguria e al suo sistema penitenziario ormai disorientato”.