5 Novembre 2024 19:26

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5 Novembre 2024 19:26

Imperia: si arricchivano con l’accoglienza migranti. Quattro arresti, indagato vice Prefetto / L’operazione

In breve: Il provento della frode è stato quantificato in 1.3 milioni di euro, su un importo complessivo di fondi pubblici erogati di circa 1.7 milioni di euro.

Dalle prime ore di oggi i finanzieri della Compagnia di Sanremo hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare e stanno procedendo al sequestro preventivo di beni nei confronti di un’organizzazione che da due anni gestiva centri di accoglienza straordinaria (C.A.S.) per migranti nella Provincia di Imperia.

I provvedimenti cautelari, emessi dal Gip del Tribunale di Imperia, hanno colpito tre cittadini piemontesi, Gianni Morra, 62 anni, la convivente Emanuela De Mita, 48 anni, e l’avvocato Guido Tabasso, 67 anni, soci occulti di una finta cooperativa sociale di Cuneo, la Caribu, con la quale avevano ottenuto la gestione del C.A.S. di Sanremo a luglio del 2017 e, nel successivo febbraio 2018, anche quello di Vallecrosia.

Oltre a loro è stata tratta in arresto anche la sorella del promotore, Antonella Morra, 58 anni, che aveva il compito di riciclare i proventi della frode in alcune società di famiglia.

Le indagini, partite nel novembre 2017 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Imperia, hanno fatto emergere una condotta predatoria che aveva lo scopo di appropriarsi di gran parte dei fondi che la Prefettura di Imperia erogava per la gestione quotidiana di circa 120/130 migranti.

Il sistema si basava sulla comunicazione quotidiana alla Prefettura di un numero di ospiti dei C.A.S. superiore a quello reale e sulla sovrafatturazione di costi, mai o solo parzialmente affrontati per erogare ai migranti i servizi che erano previsti in base all’appalto pubblico.

La sovrafatturazione avveniva grazie all’interposizione di una serie di società di capitali, tra cui la Libra SRL di Cuneo, utilizzate per drenare dai conti della cooperativa quasi il 70% dei fondi erogati dal Ministero dell’Interno.

In particolare, l’immobile sede di uno dei due C.A.S., acquistato dai due fratelli Gianni Morra e Antonella Morra con un mutuo, veniva affittato alla Libra SRL, sempre di proprietà degli indagati, per 38mila euro annui (pari al premio annuale del mutuo), a fronte di una richiesta di rimborso alla Prefettura di quasi il triplo dell’importo, pari a 90mila euro.

Peraltro, la Cooperativa sociale Caribu aveva sottoscritto, sempre con la Libra Srl, un contratto di collaborazione e fornitura (di tutti quei servizi previsti dal bando della Prefettura) al prezzo di 17 euro al giorno per ospite, indipendentemente dalla effettiva prestazione dei servizi.

Una volta ottenuti i rimborsi della Prefettura, gran parte del denaro veniva dirottato sui conti correnti personali degli indagati (o delle società loro collegate) ed utilizzato per spese personali o per corrispondere le rate di finanziamenti per l’acquisto di immobili anche nella città dei fiori.

Ad oggi il provento della frode è stato quantificato in 1.3 milioni di euro, su un importo complessivo di fondi pubblici erogati di circa 1.7 milioni di euro. Grazie alla tempestività delle indagini e ai sequestri odierni, è stato possibile contrastare una frode di denaro pubblico.

Sono indagati, a titolo di concorso, anche due consulenti fiscali ed un ex funzionario della Prefettura di Imperia.

Arrestati

  • Gianni Morra, ritenuto la mente dell’associazione a delinquere finalizzata a truffa e frode, 62 anni, di Cuneo;
  • Emanuela De Mita (fidanzata di Gianni Morra), 48 anni, di Asti, accusata di associazione a delinquere finalizzata a truffa e frode. Intratteneva rapporti con Prefettura Imperia;
  • Guido Tabasso, avvocato diritto societario di Torino, 67 anni, accusato di associazione a delinquere finalizzata a truffa e frode;
  • Morra, De Mita e Tabasso sono ritenuti dagli inquirenti soci occulti della cooperativa sociale di Cuneo, Caribù, che gestiva il centro Cas di Sanremo e quello di Vallecrosia;
  • Antonella Morra, sorella di Gianni, 58 anni, di Cuneo, accusata di autoriciclaggio.

Indagati

  • Alessandra Lazzari, viceprefetto di Torino e ex funzionario Prefettura Imperia: accusa abuso d’ufficio.
  • Indagati anche due commercialisti, uno di Torino e uno di Cuneo

Grazia Pradella

“Abbiamo scoperto un sistema collaudato molto elaborato per cui due centri di accoglienza migranti con richiesta di protezione venivano gestiti con metodi truffaldini e contrari al senso di umanità delle cooperative onlus, che dovrebbero badare non solo all’accoglienza, ma anche al benessere fisico e psico fisico dei migranti. Tutto ciò non è avvenuto e abbiamo riscontrato vari episodi diversi da quelli che io ritengo un comune senso di umanità.

Ci sono 4 persone arrestate per associazione a delinquere, per truffa in erogazione pubbliche, per frode in pubbliche forniture, per aggiudicazione illecita di concessione di gestione dei migranti.

Il ruolo della Prefettura? Sul punto mi riservo di compiere tutti gli accertamenti. Sono mancati, almeno in parte, in modo bizzarro, dei controlli. Ci sono delle fatture che sono state rimborsate 6 o 7 volte per vari periodi. Non ci sono stati controlli.

La struttura conteneva in un caso 38 migranti, ma ne venivano denunciati 81, con l’appropriazione del relativo costo. È chiaro che c’è un sistema nei controlli non adeguato.

Tra i metodi per risparmiare, un aspetto che ha colpito tutti, c’era un metodo di sfruttamento del lavoro dei migranti stessi, come abbiamo visto dalle intercettazioni, e un metodo di trattamento delle condizioni fisiche e psichiche dei migranti inaccettabile. Il Gip nella sua ordinanza dice che venivano trattati come bestie. Abbiamo delle intercettazioni dove si disquisisce sul tipo di cibo da dare e viene deciso di dare un cibo che probabilmente le persone comuni non danno nemmeno ai loro gatti, il polmone mischiato con varie frattaglie.

Chi provava a ribellarsi, abbiamo la prova dalle intercettazioni, che è stato menato e soprattutto umiliato. Non solo gesti di violenza ma anche di umiliazione da parte del principale indagato”.

Alfonso Ghirardini

“L’attività investigativa è nata a pochi mesi dall’inizio della condotta truffaldina, con repentinità siamo riusciti a intercettare questa attività criminale e a fermarla, recuperando i soldi che sono stati sottratti alla comunità”.

 

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