“La verità è che sono in carcere per motivi politici”.Così Carlo Carpi, candidato Sindaco a Imperia nel 2018, in una lettera scritta dal penitenziario Marassi di Genova e indirizzata ai giornalisti.
L’imprenditore genovese, lo ricordiamo, si trova in carcere da circa 20 giorni dopo una condanna per calunnia passata in giudicato.
Carpi parla dal carcere: “Io testimone dei processi pilotati del CSM”
“Sono dieci giorni che sono detenuto illegalmente presso il carcere di Marassi, infatti come potete constatare nella mia pagina Facebook con la sentenza n. 53663/16 la IIª sezione penale della Corte di Cassazione mi ha condannato definitivamente alla pena detentiva poi ricalcolata dalla Corte di Appello di Torino in anni 1 e mesi 10 in totale assenza di motivazione in violazione della procedura penale, della Costituzione e della Cedu.
Avverso tale provvedimento i miei legali hanno presentato ricorso per nullità assoluta in Cassazione, quale incidente di esecuzione. L’udienza è fissata il 1° ottobre.
Vi informo per dovere di cronaca che in tutta la IIª sezione del Carcere di Marassi sono l’unico di etnia ligure, laureato, con una pena sotto i due anni, l’unico al quale il Tribunale di Sorveglianza ha negato l’affidamento in prova nonostante un domicilio regolare, una attività lavorativa documentata, una relazione favorevole dell’U.E.P.E. e il risarcimento alla P.O. effettuato per oltre metà, il cui saldo è stato rifiutato con contestuale denuncia nei miei confronti per un presunto stalking derivato dalla mia campagna elettorale di Imperia prima e di Sanremo poi.
Sono l’unico in carcere a Marassi definitivo per un reato di calunnia (1 anno e 8 mesi + 2 mesi per lo stalking).
Informo doverosamente che mai nessuna indagine è stata svolta su quanto da me denunciato, sottolineo come la Procura della Repubblica di Genova fin dal 2011 abbia avuto prova della veridicità di quanto da me esposto in quanto persone terze a me sconosciute, quale xxxxxxxxx, avevano dichiarato in processi penali presso il Tribunale di Genova che xxxxxxxx, da me denunciato il 22 novembre 2007, fosse un consumatore e uno spacciatori di droga: queste sentenze sono pubblicate sulla mia pagina Facebook e sono in possesso dei miei legali.
Inoltre la Procura della Repubblica di Genova mi ha sempre negato l’accesso a questi atti nonostante si facesse espressamente il mio nome.
La verità è che sono in carcere per motivi politici, sia per impedirmi di candidarmi alle prossime politiche che di partecipare in molte tv nazionali, come recentemente ho fatto, quale testimone relativo a processi pilotati del CSM, della conduzione p-duista della Magistratura nel suo assetto organizzativo e nella gestione strumentale della legge a fini puramente personali degli stessi”.