Si è svolto oggi il vertice in Prefettura sulla privatizzazione dell’Isah. Presenti i rappresentanti dell’ente, i sindacati, il direttore generale dell’Asl 1 imperiese Marco Damonte Prioli, il prefetto Alberto Intini e l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale.
Il tema dell’incontro di oggi verteva sul ricollocamento dei 33 dipendenti che, con la privatizzazione, perderebbero lo status di dipendenti pubblici.
L’Asl 1 imperiese ha dato il via libera, tramite mobilità, all’assunzione di quattro dipendenti dell’Isah.
Stefano Pugi, presidente Isah
“È stato un incontro molto produttivo e richiesto dall‘assessore e Prefetto, da noi accettato molto volentieri. Questo è il secondo che facciamo dove ho ribadito le stesse condizioni del primo, che per noi ci sono delle figure che sono impossibili da poter cedere la mobilità, perchè andrebbero a privare l’ente di figure responsabili importanti che porterebbero l’ente a perdere dei requisiti.
Su questa posizione mi sono nuovamente espresso, dicendo che se c’è questa richiesta io non potrò darla finché non ci saranno dei sostituti a riguardo. Ho anche ribadito che per il bene dell’utenza che noi abbiamo, a me sta a cuore più di ogni altra cosa, perché bisogna ricordare che è vero i dipendenti perderanno il ruolo di dipendente pubblico, ma non perderanno il contratto di lavoro, non perderanno lo stipendio, non perderanno l’anzianità, non perderanno nulla di quello che hanno, se non addirittura aumenteranno il proprio stipendio.
L’altro giorno abbiamo elargito le posizioni orizzontali che si porteranno a casa 11 mila euro. È un loro diritto aspirare a rimanere dipendenti pubblici, però è venuta fuori una concezione importante, grazie al dott. Prioli e all’assessore Viale, che ringrazio, i quali hanno richiesto 4 figure immediatamente assumibili dall’Asl.
Queste 4 figure non precludono in alcun modo i rapporti con gli utenti, io ho accettato di poterle collocare immediatamente. Questa cosa era già stata detta nel primo incontro, tanto che io già a 4 persone l’avevo già data”.
Da dove nasce la scelta di privatizzare?
“La scelta di privatizzare l’ho spiegata tante volte, perchè finalmente ci toglie la burocrazia del pubblico. Faccio due esempi che ho sempre fatto e continuo a rifare: noi abbiamo due infermiere in maternità, queste due infermiere non possono mancare dal posto di lavoro quindi abbiamo dovuto assumere altre due dall’interinale. L’Inps non le paga perchè siamo un’azienda pubblica, quindi noi paghiamo 4 infermiere e ne lavorano due, questo è un caso.
L’altro caso è che non possiamo partecipare alla donazione del 5×1000. Queste sono due cose, ma ne potrei dire altre 100. È questo il vero problema. Dobbiamo assumere un’infermiera, dobbiamo assumere un educatore, dobbiamo fare un concorso, ma è lungo e costoso, e non sempre si riesce a trovare le figure che poi servono.
Io voglio dire una cosa che prima di tutto voglio che ci sia la serenità giusta tra i dipendenti, accudire i 300 ragazzi che per me sono la cosa primaria, non mi interessano le altre storie o le altre cose, io voglio che stiano bene i nostri ragazzi. È fondamentale. Sono 5 anni che faccio il presidente e l’ho fatto con tutto il cuore, continuo a farlo con tutto il cuore, voglio che sia importantissimo e stabilito che non debbano essere né crisi, nè campanelli, nè discussioni varie che possano portare a una mancanza di concentrazione nei riguardi dei nostri bambini”.
Per quanto riguarda le proposte di collocamento che non possono essere accettate?
“Le proposte di collocamento che non possono essere accettate sono quelle figure professionali che rispondono al nome di educatore professionale sanitario. Questa figura non si riesce a trovare facilmente. Noi abbiamo, su invito del Prefetto, al primo incontro contattato una decina figure con quel requisito da tante parti d’Italia e non ci hanno detto “sì verrò”, ci hanno detto “sarei disponibile per un colloquio, però dovreste dirmi quando mi assumete, cosa andrò a fare”, ed è chiaro che è una ricerca talmente lunga talmente importante che non posso garantire nell’immediato le cifre da sostituire. Non posso proprio perché mi mancherebbero almeno le prerogative per rimanere aperto, e l‘Isah è un ente che non può rimanere chiuso. Non dimentichiamo che l’Isah non è solo 33 dipendenti, ci sono anche i 90 della cooperativa. A chi può capire, lascio la risposta”.
Sonia Viale, assessore regionale Sanità
“È una scelta unilaterale dell’istituto Isah di trasformarsi da ente pubblico a ente privato. La Regione non può che prenderne atto perchè non c’è una legge che possa entrare nel merito di questa scelta però prendendo atto che alcuni lavoratori dell’Istituto hanno fatto una richiesta di mobilità, perchè la trasformazione comporta anche il cambiamento del loro contratto di lavoro da pubblico a privato. Ho ritenuto di accompagnare questo percorso dando la massima disponibilità del sistema sanitario, e quindi dell’Asl 1, di accogliere le domande di mobilità, con i buoni auspici del Prefetto che qua ha già fatto un secondo tavolo.
Oggi usciamo con una valutazione di una serie di domande di mobilità, per alcuni abbiamo detto che è possibile accoglierle perchè i profili sono compatibili, un infermiere e tre OSS, quindi non si va a incidere sul buon funzionamento dell’Isah.
Vi sono altre domande nel comune di Sanremo, ma queste ovviamente verranno valutate dal comune di Sanremo, io penso di aver fatto il possibile per tutelare i lavoratori, le famiglie e i ragazzi e le ragazze che sono ospiti dell’istituto Isah. Sono un po’ perplessa sul comportamento di alcuni sindacati, che in qualche modo non sono soddisfatti del fatto che l’Asl abbia colto le domande di mobilità.
Questo mi lascia perplessa, perchè io ritengo che si debba lavorare insieme senza scontri, rispetto a una situazione che è una scelta unilaterale dell’Isah di trasformarsi”.
Domenico Mafera, Cisl
“Come Cisl non mettiamo in discussione la scelta aziendale di trasformazione dell’ente in fondazione di diritto privato.
Abbiamo fin da subito, però, rivendicato che il personale occupato con contratto degli enti locali, assunto con un concorso pubblico, mantenga lo status di dipendente pubblico e che a domanda venga ricollocato in altri entri pubblici sul territorio. Oggi diamo la valutazione positiva all’incontro perchè è avvenuto con correttezza, si è giunti a una proposta da parte del’assessore alla sanità della Liguria e dei rappresentanti del direttore generale Asl 1 nell’assorbimento di 4 unità.
L’azienda si è resa disponibile per la ricollocazione di questi lavoratori. Per noi la vertenza non si chiude qui. Ci sono altri lavoratori con altri profili non collocabili in Asl 1, che ci hanno chiesto una ricollocazione. Faremo una ricognizione su tutti gli enti del territorio per verificare le condizioni di riassorbimento”.
Mino Vernazza, UIL
“Oggi l’assessore Viale ha parlato della possibilità di aprire una mobilità esclusivamente da questo personale (ex IPAB, Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza privatizzate) per poter entrare in una struttura sanitaria dell’Asl 1 imperiese. È una procedura che ci risulta nuova.
Abbiamo chiesto la documentazione sulle modalità di questa procedura. Se così fosse aprirebbe grandi spazi per il futuro.
Se da un comparto di funzioni locali dove è posizionato l’Isah si può passare ad un comparto di sanità dove è posizionata l’Asl, penso anche, in un futuro, al personale dipendente delle autonomie locali e quindi dei Comuni che era passato a Rivieracqua, possa un domani tornare tranquillamente nei Comuni di provenienza.
Se esistono procedure di questo tipo sono interessanti, nel momento che le andranno ad applicare sarà una cosa veramente importante per il futuro.
Questa è la posizione della Uil, è una posizione che non conoscevamo e aspettiamo che ci dicano come si fa. Aspettiamo che emettano questo bando di mobilità riservato solo ed esclusivamente ai lavoratori dell’Isah”.