Dopo il gran successo di luglio ritorna sabato 3 e domenica 4 agosto l’ ormai classico appuntamento nel piccolo borgo di Valloria nell’entroterra di Imperia.
Due giorni all’insegna dell’arte pittorica e di quella gastronomica: perché Valloria è il paese delle porte dipinte – quest’anno a luglio sono diventate 162!
E’ una meta ambita dagli artisti, che si autocandidano attraverso il passaparola: la libertà creativa è totale, l’accoglienza e l’organizzazione familiari ma professionali, la promozione degli eventi e del borgo costante e curata, con la creazione di manifesti, cartoline, calendari e cataloghi. E la risonanza di questa iniziativa, iniziata nel 1994, è confermata dai molti articoli sulle riviste più prestigiose, in Italia e all’estero.
Durante la festa di luglio, 2 nuovi pittori, Angelica Aicardi di Tavole e Beata Murawska Polacca, portando così le porte dipinte a 162.
Abbiamo contattato il presidente dell’Associazione Amici di Valloria “Le tre Fontane” Claudio Ghiglione che da anni è alla guida del sodalizio e gli abbiamo chiesto come mai quest’anno avete invitato alla manifestazione di luglio solo due artisti: “per fortuna le richieste di partecipazione sono sempre numerose, il nostro comitato artistico, di cui fa parte anche l’Associazione paesi dipinti, ha faticato non poco a scegliere i due artisti, ma ora il problema è un altro, abbiamo quasi esaurito le porte a disposizione che ora sono 162 dipinte e visto il grande successo, vogliamo proseguire l’evento ancora per qualche annno.
Sinceramente mi dispiace per quelli che sono stati esclusi che ancora ringrazio per la loro adesione, ma purtroppo siamo costretti a fare delle scelte.
Ma Valloria attrae fedeli e curiosi anche grazie alla fama gastronomica.
Infatti oltre alla pinacoteca a cielo aperto fra i carruggi, c’è il ristorante a cielo aperto fra le terrazze degli ulivi. La cucina è curata personalmente dalle famiglie del borgo, che lavorano giorni per coccolare le centinaia di golosi con le ricette tipiche, preparate in casa con i prodotti del territorio“.
Sabato 3 agosto e domenica 4 si gusteranno tajain de buraxi, carne alla brace, spiedini, porchetta, frisceiu di verdura – sempre con vini rigorosamente locali.
Fine pasto costanti: dolce della nonna e limoncino.
Per smaltire un po’ di calorie, la baldoria prosegue con le danze fino a notte fonda, grazie a uno spazio ricavato proprio al centro dell’uliveto: sabato 3 l’orchestra di Alex Cabrio e Katia e domenica 4 con I Remix Group.
Motore di tutto questo è l’Associazione Amici di Valloria – “Le Tre Fontane”.
Per informazioni: www.valloria.it – mail: valloria@valloria.it
Per chi ha perso la memoria la ricetta è Valloria
Le cose perdute, gli oggetti del vivere quotidiano del tempo che fu: le cose dimenticate appunto, perché oggi sostituite appunto da apparecchi elettrici, elettronici o dotati di motore a scoppio, sono protagoniste de piccolo museo di Valloria. Per l’anziano rivedere questi oggetti porta ricordi a volte nostalgici, più spesso legati alla fatica del vivere. Per i figli, e più per i nipoti, rappresenta motivo di curiosità, se non addirittura di paragoni che possono far meditare.
Il museo è stato allestito nell’oratorio di Santa Croce, costruito nel 1587 e così chiamato in quanto fu sede della confraternita omonima che nel 1715 si distinse per aver contribuito , con grande lungimiranza, a canalizzare le acque di alcune sorgenti locali in tubi di piombo convogliandole nella fontana a tre archi della piazza. Proprio quella che, oggi, è stata presa a simbolo dell’associazione “Amici di Valloria”.
All’interno, trovano spazio ambientazioni dedicate essenzialmente agli oggetti di uso domestico e a quelli artigianali, legati alle attività del borgo.
Un’altra ambientazione riguarda gli attrezzi di uso contadino relativi alla coltivazione dell’ulivo e alla produzione dell’olio, che per molti anni ha rappresentato la ricchezza della valle.
Un reperto interessante à l’aratro primitivo, formato da un robusto tronco ricurvo terminante con una punta rinforzata che solcava il terreno e rompeva le zolle.
L’oggetto più caratteristico della raccolta è però lo strumento musicale detto “ripercussiva”: una via di mezzo tra il pianoforte e l’organetto, costruito in maniera integralmente artigianale da Giacomo Pisani detto “Minetto” (1886-1959), un geniale artista inventore che, da autodidatta, riuscì anche a creare un singolare violino nonché una macchina fotografica con autoscatto. Tutti questi oggetti oggi sono visibili nel museo. Sulle pareti fanno bella mostra alcune antiche e pregiate tele lavorate a mano dalle donne del luogo, quando le sere d’inverno erano illuminate dalle fioche luci dei lumi ad olio di oliva (di cui si possono osservare alcuni esempi).
L’economia rurale era basata sul principio dell’autosufficienza. Ed ecco ancora la genialità degli abitanti inventare tanti oggetti utili: per macinare il grano in casa, per tostare i ceci e il caffè, per fare il burro e così via. Questi strumenti, veramente dimenticati, sono stati ora riportati alla luce da una paziente ricerca nei solai e nelle cantine delle case dei nonni, dove erano ricoperti dalla polvere degli anni. Interessanti anche gli arredi, tutti originali.
La mostra è stata curata in ogni suo dettaglio dalla preziosa esperienza degli architetti milanesi Rosario Curcio e Antonio Lamonarca, ed è visitabile su prenotazione telefonando allo 0183.28.23.96 Sig.ra Virginia.