“Come Movimenti per l’acqua pubblica utilizziamo da più di un decennio lo slogan “Si scrive acqua, si legge democrazia” per significare quanto la battaglia per la gestione pubblica del servizio idrico sia fondamentalmente una battaglia affinché la Democrazia abbia prevalenza sugli interessi economici delle multi-utilities nazionali e internazionali – Interviene così in una nota stampa il Coordinamento imperiese acqua pubblica (CIMAP), in merito summit svoltosi nei giorni scorsi in Prefettura, sulla crisi idrica che sta interessando il territorio tra Imperia e Golfo Dianese.
Gestione acqua pubblica: interviene il coordinamento imperiese CIMAP
“Possiamo però tranquillamente parafrasare lo slogan in “Si scrive acqua, si legge legalità” dato che in un regime democratico si suppone che la Democrazia sia attuata anche attraverso il rispetto delle regole giuridiche che governano lo Stato.
Per questo motivo abbiamo letto con stupore le notizie apparse nelle ultime settimane sugli organi di stampa relativamente a nuovi assetti societari ipotizzati per Rivieracqua S.c.p.a., vale a dire l’ipotesi dell’ingresso di un socio privato (IREN nello specifico) nella compagine societaria di Rivieracqua.
Simile procedura è priva di qualunque fondamento giuridico ed esce dall’ambito della legalità, infatti aggirerebbe l’obbligo di sottoporre a gara europea l’affidamento del servizio idrico a soggetti totalmente o parzialmente privati, obbligo posto a tutela della concorrenza.
Da quello che abbiamo appreso dai giornali, le intenzioni della Regione, con il consenso dei Sindaci, dovrebbe essere: commissariamento dell’ente Provincia seguito da una Legge regionale che consenta la partecipazione di un soggetto privato in Rivieracqua ed infine vendita di quote della società a IREN.
I Sindaci della Provincia di Imperia e i nostri concittadini devono avere ben chiaro che l’eventuale ingresso di IREN nella società Rivieracqua a queste condizioni sarebbe un incomprensibile regalo al privato, e costituirebbe una gravissima una violazione della Legge con conseguente intervento della magistratura contabile e molto probabilmente anche di quella ordinaria.
E’ stato infatti chiarito con molta precisione dal Consiglio di Stato, con il parere definitivo nr.1389 del maggio 2019, che attualmente la Legge italiana non consente, ad un società che gestisce il servizio idrico con affidamento avvenuto in house providing, la partecipazione di privati al capitale della società stessa.
La partecipazione potrebbe avvenire solo se fosse emanata una “[…] disposizione legislativa nazionale, in conformità dei trattati e a condizione che si tratti di una partecipazione che non comporti controllo o potere di veto e che non conferisca un’influenza determinante sulle decisioni della persona giuridica controllata.” Appare evidente che una legge regionale non possa intervenire validamente su questo punto.
Ci stupiamo quindi che i Sindaci abbiano preso seriamente in considerazione un’eventualità come questa, che li porrebbe al di fuori del perimetro legale chiaramente descritto dal Consiglio di Stato.
Sia quindi molto cauto chi sostiene che il percorso futuro riguardante la gestione del servizio idrico integrato in provincia di Imperia; non accettiamo che vengano raccontate falsità ai cittadini e ai Sindaci prospettando un percorso che viola palesemente le disposizioni della Legge nazionale e dei trattati europei”.