Non capita tutti i giorni di accedere a Spotify, o a qualsiasi altra piattaforma musicale, e sentire la propria chitarra aprire un brano che verrà presto ascoltato da milioni di persone. È quello che sta succedendo in questi giorni al nostro concittadino Diego Campagna, affermato chitarrista in tutto il mondo, che ha prestato il suo talento per il nuovo singolo di Mahmood, il vincitore del Festival di Sanremo, da mesi in vetta alle classifiche in tutta Europa con la sua hit “Soldi”.
Barrio: Diego Campagna nel nuovo singolo di Mahmood
“Soldi”, con oltre 100 milioni di streaming, è la canzone italiana più ascoltata di sempre su Spotify. Il videoclip, pubblicato su YouTube, ha superato 125 milioni di visualizzazioni. Sono questi i numeri da capogiro di Mahmood, il 26enne milanese che dopo il successo a Sanremo e all’Eurovision ha iniziato a scalare le classifiche musicali.
Non sembra aver destino diverso il suo nuovo singolo, intitolato “Barrio”, uscito su tutte le piattaforme musicali a mezzanotte di venerdì 30 agosto, già ascoltato da decine di migliaia di persone.
La curiosità è che la chitarra che apre il brano è quella di Diego Campagna, imperiese doc, nato al Parasio, che da anni porta la sua musica in giro per il mondo, riempiendo interi teatri.
È proprio Campagna a raccontare a ImperiaPost come è nata questa curiosa collaborazione, che lega due mondi all’apparenza distanti, ma accomunati dall’amore per la musica.
Barrio: l’intervista a Diego Campagna
Com’è nata la collaborazione con Mahmood?
“L’idea nata da un mio caro amico di Roma, produttore, Giovanni Valle, che collabora con la casa discografica Universal e con Charlie Charles. Hanno pensato a me e, quando mi hanno contattato, ho subito accettato di collaborare”.
Una collaborazione, all’apparenza, tra due mondi opposti.
“Sì, ma è proprio per questo che ho accettato. Anche se sono pochi secondi, la chitarra classica arriverà all’orecchio di tantissime persone. Io sono un chitarrista classico e non potrò mai fari i numeri di cantanti come Mahmood, amati dai più giovani. Per questo ho pensato che se anche solo l’1% di quelli che sentiranno le mie note in questa canzone si avvicinerà alla chitarra classica, io sarò soddisfatto.
Sembrano due mondi in antitesi i nostri, ma in realtà sono accomunati dall’amore per la musica che ritengo sia il modo migliore per comunicare ai giovani.
A questo punto della mia carriera ho ritenuto che sarebbe stata un’esperienza interessante collaborare con un altro genere musicale”.
Ha avuto occasione di incontrare Mahmood?
“No, solo Charlie. Lui, per ora, l’ho sentito tramite email. Sono entrambi persone umilissime e disponibili. Sono felice perché hanno stima del mio lavoro e io del loro”.
Che cosa interpreta esattamente con la chitarra?
“Il Capriccio Arabo. Si tratta di un suggestivo brano per chitarra classica composto da Francisco Tárrega nel 1892.
Tárrega è compositore e chitarrista spagnolo, considerato uno dei principali artefici della diffusione e dello sviluppo dell’uso della chitarra classica moderna.
Questo brano è frutto dell’intreccio tra due culture, quella musulmana e quella cristiana, avvenuto durante l’occupazione araba in Spagna. 400 anni di occupazione nella penisola iberica hanno lasciato una gigantesca, eterna traccia.
La chitarra come strumento è stata introdotta dagli arabi ed è diventata lo strumento di Spagna. Nonostante le due culture non si siano mai mischiate del tutto e le due religioni monoteistiche mostrino una distanza l’una dal’altra, è nella musica e nella lingua che il meglio delle due culture viene combinato (riguardo l’influenza araba sulla lingua, per esempio hanno origini arabo tutte le parole spagnole che iniziano con AL: almohada-cuscino, alcoba-camera, alcohol…).
L’atmosfera di questa composizione è molto suggestiva ed evocativa, per questo, Capriccio Arabo, è inserito nel repertorio di molti chitarristi classici.
Nel brano Barrio eseguo l’introduzione di questo meraviglioso brano, proprio all’apertura”.