Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Ventimiglia hanno effettuato in settimana il primo “intervento” di Codice Rosso nella città, procedura entrata in vigore il 9 agosto scorso con la legge n. 69/2019 che ha l’obiettivo di rendere ancora più rapido ed efficace il contrasto alla violenza domestica e di genere.
La novella mira intensificare la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere in chiave di maggiore incisività e tempestività. Già in sede di denuncia si attiva una sorta di corsia preferenziale per le indagini e i provvedimenti relativi agli autori di quegli specifici reati.
Nella vicenda occorsa questa settimana a Ventimiglia, una donna richiedeva l’intervento della Squadra Volante segnalando un generico fatto di molestie subite da parte dell’ex compagno.
Giunti sul posto gli operatori prendevano contatti con la donna e la accompagnavano negli uffici del Commissariato ove, con il supporto degli agenti della Sezione Investigativa, veniva ricostruita l’intera vicenda, aiutando la donna a far emergere episodi del passato mai segnalati alle Forze dell’Ordine.
I poliziotti scoprivano così un quadro caratterizzato da condotte ossessive e sistematiche, tali da causare una esponenziale crescita dello stato d’ansia e di apprensione nella vittima, a lungo costretta a convivere con una pesante condizione di turbamento emotivo.
Come spesso accade, l’autore del reato, il suo ex convivente, non accettava la decisione della donna d’interrompere la loro relazione sentimentale e poi, dopo aver appreso della nuova relazione allacciata dalla sua ex compagna con un altro uomo, intensificava e aggravava i suoi comportamenti vessatori.
In pochi giorni l’uomo si rendeva protagonista di un’aggressione fisica agita nell’abitazione della vittima, nonché di un tentativo di impedire l’avvio dell’automobile della donna per cercare di evitare che la stessa si recasse negli uffici della Polizia di Stato a denunciare l’accaduto.
Non pago, nei giorni successivi, in due diverse ulteriori circostanze, l’uomo attendeva l’ex compagna davanti alla porta di casa. L’atteggiamento asfissiante del soggetto arrivava al punto di attendere la donna nei pressi del suo veicolo parcheggiato all’esterno del Commissariato mentre quest’ultima si trovava negli uffici di polizia a sporgere denuncia contro di lui. In quell’occasione, l’uomo era talmente agitato che si rendeva necessario richiedere l’intervento del 118 per sedare la situazione.
Alla luce di quanto emerso, i poliziotti denunciavano l’uomo all’Autorità Giudiziaria per il reato di atti persecutori (c.d. stalking), aggravato dall’esser stato commesso da una persona già legata da una relazione affettiva alla parte offesa. Contestualmente gli investigatori del Commissariato di polizia richiedevano all’Autorità Giudiziaria l’emissione della misura del divieto di avvicinamento (che proibisce al destinatario di avvicinarsi ad una distanza inferiore ai 300 metri da tutti i luoghi frequentati dalla vittima). Nella giornata di ieri l’indagato riceveva la formale notifica della misura cautelare disposta dal giudice.
La misura del divieto di avvicinamento si rivela particolarmente efficace poiché la trasgressione della prescrizione – a seguito dei controlli di polizia o su segnalazione della vittima o dei suoi parenti, amici, conoscenti – comporta misure cautelari ben più restrittive e punitive, quali gli arresti domiciliari o il carcere.