22 Dicembre 2024 08:21

22 Dicembre 2024 08:21

Carcere Sanremo: alcol, mix di farmaci, telefonini, celle distrutte. L’allarme del Sappe. “Necessaria indagine ispettiva”

In breve: Dura presa di posizione della segreteria regionale del SAPPe ligure con richiesta di invio di ispettori ministeriali per fare chiarezza sulla conduzione del carcere di Sanremo. 

“In quel carcere di tutto e di più. Alcool, mix sostanze medicinali, telefonini, proteste, celle distrutte. Ma quando si farà chiarezza sulla conduzione del carcere?”. È la domanda che si pone il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Segreteria Regionale della Liguria, evidenziando ancora una volta le condizioni critiche del Carcere di Sanremo.

Carcere Sanremo: l’ennesima denuncia del Sappe

Dura presa di posizione della segreteria regionale del SAPPe ligure con richiesta di invio di ispettori ministeriali per fare chiarezza sulla conduzione del carcere di Sanremo. “Troppi eventi critici in quel’istituto – afferma il segretario ligure del SAPPe e non si risparmia nel definire quell’istituto disorganizzato e caotico finanche abbandonato dalle istituzioni penitenziarie. Inverosimile ed indescrivibile quanto accaduto negli ultimi giorni”.

“Nel pomeriggio di venerdì 6 un detenuto è stato sottoposto alle cure mediche per un improvviso malore tanto da richiedere l’intervento dell’ambulanza. Da accertamenti da parte dei medici, il malore parrebbe essere stato causato da un’assunzione di pericoloso mix di farmaci in dose superiore alla normale.

Essendo vietato l’accumulo di farmaci da parte dei detenuti, finalmente è stata disposta una perquisizione in un reparto del carcere permettendo il sequestro di una importante quantità di pastiglie, bicarbonato e alcool sempre prodotto da distillato di frutta.

Tutto questo rappresenta un pericolo per l’incolumità dei detenuti – afferma Lorenzo – ma anche per la Polizia Penitenziaria che deve fronteggiare episodi di violenza prodotti da detenuti che farebbero uso di un mix di medicinali che “fa sballare”o in preda ai fumi dell’alcol.

A distanza di poche ore nuovo allarme in istituto: detenuto ha nuovamente distrutto la propria cella, e non è la sua prima volta che distrugge l’interno della cella o lancia bombolette di gas incendiate, non si comprende perché non vengono presi provvedimenti cautelativi per i pericoli che questo detenuto continua a produrre all’interno del carcere – denuncia Lorenzo.

La perquisizione, attuata dalla Polizia Penitenziaria come attività di controllo e repressione, ha permesso il ritrovamento di un telefonino abilitato alle telefonate. Com’è risaputo, il possesso di telefonini da parte dei detenuti è vietato, ma soprattutto pericoloso, in quanto si tratta di un sistema di comunicazione con l’esterno senza controlli che potrebbe avere ripercussioni negative sulla sicurezza del carcere.

Il carcere di Sanremo – continua il SAPPe – è il quadro dell’anormalità, dove il Direttore è presente 3 giorni alla settimana, dove il Comandante, responsabile della sicurezza, è assente da lungo periodo ed è sostituito, non in maniera continuativa, da altri funzionari, un istituto dalla forte carenza di polizia Penitenziaria del ruolo degli ispettori ce ne sono presenti solo 3 e con una presenza di 266 detenuti.

Sono anni che il SAPPe denuncia le criticità di Sanremo adducendole ad una gestione verso i detenuti “troppo morbida e permissiva” invece troppo “limitativa e irriconoscente” per l’attività della Polizia Penitenziaria, purtroppo il Ministro Alfonso Bonafede, si è dimenticato della Liguria penitenziaria, dove è tutt’ora non è stato nominato il Provveditorato regionale, mantenendo una regione come la Liguria privo del carcere di Savona, chiuso dal 2015.

Allora- si domanda il Sappe -in un carcere come Sanremo, in una Regione come la Liguria, con tutto quello che si stà verificando, non comprendiamo il silenzio da parte del Ministro della Giustizia Bonafede e del Capo del Dipartimento Basentini ed il perché non si avvia una seria indagine ispettiva che faccia emergere, su quanto il SAPPe dichiara, le responsabilità di questa errata gestione”.

 

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