Nuova proroga per il concordato finalizzato al salvataggio di Rivieracqua. Nella mattinata di oggi, il presidente Gian Alberto Mangiante consegnerà nuovi documenti in Tribunale, al giudice Silvana Oronzo, con l’obiettivo di dimostrare la serietà e la fattibilità del piano concordatario.
La proroga, al massimo di alcuni mesi, servirà per organizzare al meglio le azioni per l’operazione “salvataggio” di Rivieracqua.
Nell’ultima riunione dello scorso 28 agosto, disertata dal Sindaco di Imperia Claudio Scajola, i Sindaci hanno approvato il bilancio di Rivieracqua con un debito di 2,1 milioni di euro. Un segnale forte verso il piano concordatario, atteso per il prossimo settembre, per far rimanere pubblica la società dell’acqua.
Crisi Rivieracqua: Gian Alberto Mangiante
“Oggi depositeremo la richiesta proroga, fornendo nuovi documenti che dimostrano che il concordato ha tutti i requisiti per poter essere accolto.
In particolare, la richiesta è motivata da diversi elementi. Tutti gli aspetti sostanziali recentemente verificatisi relativamente al concordato. Ad esempio le delibere sul conferimento Amaie e Secom (nel piano sono previste le integrazioni dei gestori cessati, nessuno escluso, per arrivare alla tariffa unica), la recente assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2018 di Rivieracqua, la bozza di statuto. È importante, inoltre, la nomina del commissario da parte della Regione.
Fondamentali le delibere di Taggia e Sanremo che danno atto dello sviluppo del concordato e le richieste dei sindaci di incontrarsi con il sindaco di Imperia per un percorso congiunto.
Tutto questo dimostra che il concordato ha tutti i requisiti per poter essere portato avanti, evitando strappi che possano comportare ricadute pesanti sul territorio. Cerchiamo l’unitarietà di intenti per questo percorso, che mi sembra vada sia nel verso del buon senso e della sostenibilità economica per l’intero ambito imperiese, sia per i fornitori, sia per il Comune, sia per gli utenti. Il fine ultimo è la tariffa unica.
Il sindaco di Imperia sostiene le stesse tesi, dicendole con altre parole. Desidera sicuramente un ambito efficiente, così come vogliamo noi. Usa solo parole diverse che vanno concordate. Se fallisse Riveracqua si creerebbe un effetto catena di fallimenti che coinvolgerebbe Amat stessa, mentre si può arrivare all’obbiettivo senza ricadute negative. Mi auguro che si arrivi a un punto comune.
Oggi c’è il termine per depositare documentazione, dopodiché il Tribunale in Camera di Consiglio deciderà su questo aspetto. La proroga serve per coordinarci meglio, sapendo quando arriverà il commissario, per arrivare a un percorso condiviso”.