“Metamorfosi e Sublimazioni”. È questo il titolo del libro di poesie pubblicato dall’imperiese Fulvia Fazio.
Poesia: ecco il libro dell’imperiese Fulvia Fazio
Giochi di parole, rime, atmosfera esoterica. Questo e molto altro si può trovare all’interno delle poesie di Rita Fulvia Fazio, raccolte all’interno della sua prima prova editoriale, intitolata “Metamorfosi e Sublimazioni”.
Diversi i motivi che si intrecciano lungo le pagine dell’opera. Dalla condizione umana, all’amore, alla ricerca di sé e all’amore per la natura.
Com’è nata l’idea di pubblicare un libro?
“Scrivo da sempre. L’idea di raggruppare diverse poesie in un volume da pubblicare è nata dal desiderio di comunicare cultura, solarità, gioia. Trasmetterla non solo ad una cerchia ristretta di conoscenze, ma farla arrivare a più lettori. Sono stata sollecitata nel condividere le mie passioni e quindi la lettura delle mie poesie ad amici, professori universitari e critici letterari della cerchia poetica e non solo – infatti scrivo anche romanzi – da un loro spiccato interesse e curiosità, manifestando un piacevole coinvolgimento sia sotto l’aspetto culturale che emotivo. La tematica spazia in vari ambiti: naturalistico, interpersonale, critico, artistico, religioso, sociale. Tante sfaccettature della natura umana che conferiscono un valore universale alla mia poetica”.
Cosa c’è dietro il titolo “Metamorfosi e Sublimazioni”?
“Il titolo è stato scelto dall’autore della prefazione, il poeta e critico letterario Enzo Concardi. Il termine “metamorfosi” deriva dal greco “metamorphosis” e significa “trasformazione”, è emblematico della mia filosofia di vita per una rappresentazione della verità in una realtà armonica”.
“Sublimazioni” sintetizza la tendenza ad una elevazione dell’uomo verso mete socialmente accettabili e si attua per la dimensione dell’Assoluto, dell’infinito, dell’interiorità autentica che si proietta anche verso gli altri e il sociale. Poiché a mio avviso la poesia assolve a sé stessa, lascio al lettore il compito di destrutturarla. Ricordando Montale, per il quale “la poesia è vita”, così è anche nella mia lirica “Nel dialogo taciuto” dove nella chiusa dico: …che brilli la vita, / per farsi ammirare!”.