Nuova udienza questa mattina in tribunale a Imperia del processo che vede sul banco degli imputati Paolo Gori, titolare e fondatore della scuola di formazione per parrucchieri Gori Hair School, con sede a Imperia e Taggia, accusato di indebita percezione di erogazioni dello Stato e falso.
L’ipotesi accusatoria è che vi siano irregolarità (falsi) sui registri di frequenza che avrebbero in qualche modo permesso alla Gori Hair School di percepire fondi provinciali non dovuti per la realizzazione dei corsi e di rilasciare attestati senza che gli aspiranti parrucchieri ne avessero titolo.
Stamane sono comparsi in aula, davanti al giudice Francesca Minieri, gli ex allievi della scuola di formazione che hanno conseguito il diploma di abilitazione di esercizio di acconciatore nel 2016.
Imperia: Paolo Gori, titolare della Gori Hair School a processo per falso
Il Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà ha sentito le deposizioni di tre ex studenti, di un professore di inglese e di un altro studente che avrebbe, secondo i registri presentati alla provincia, partecipato al corso di inglese ‘English for beauty’ ma che lo stesso allievo avrebbe dichiarato di aver presenziato solo alla prima lezione.
Martina Esposito Salsano, ex studentessa
“Ho frequentato tra il 2015/16 il corso di abilitazione per acconciatori. Il mio è stato un percorso durato tre anni, da novembre 2013 al luglio 2016. Frequentavo il lunedì dalle 14 alle 20 e il mercoledì sera dove facevamo pratica con Paolo Gori. Mi è stato mostrato un registro di presenze e c’erano dei giorni in cui non eravamo andati. Non ho mai svolto lezioni martedì e domenica. A fine anno Gori Paolo ci ha chiamato per firmare tutto assieme il registro in bianco. Ho firmato il registro in bianco, ero in buona fede. Sul registro non c’erano le date e gli orari delle lezioni”.
Fabrizio Cecchini, ex studente.
Ho fatto il percorso di 3 anni, da settembre del 2013 a luglio del 2016. Nel 2016 iniziammo ad ottobre, frequentavo lunedì e il mercoledì sera. Il docente era Paolo Gori ci faceva lezioni di pratica. Mi ricordo di aver detto alla Guardia di Finanza che alcune firme non erano mie. Non ho mai fatto lezione di domenica e di martedì. Ho sempre firmato il registro, a volte succedeva che lo firmavo la volta dopo. La maggior parte della classe ha firmato in bianco in blocco anche per quanto riguarda la data. C’era chi firmava giorno per giorno è chi in blocco. Ricordo che i fogli erano bianchi e che Gori ci aveva detto che avrebbe messo lui le date. Mi era stato detto dal sig. Paolo di riferire alla Finanza degli orari diversi da quelli fatti. Molte volte il mercoledì non si faceva lezione.
Mi era stato detto che nel caso in cui mi avesse chiamato la Guardia di Finanza di dire che avevamo lezione dalla domenica al lunedì. Lo ha fatto anche via messaggio, avevamo una chat del corso. Ricordatevi che il registro è stato firmato da domenica a lunedì, ci scrisse. Anche domenica? domandò qualcuno in chat. Lui rispose: “Sì e per un totale di 600 ore”. Nell’ultimo anno tante volte non si firmava. Quando lo si faceva, era a fine lezione. Ho visto il registro, non c’erano le date. Ero presente in aula quando i miei compagni firmarono in blocco il registro in bianco”.
Giulio Filippi, ex professore di inglese.
“Sono stato docente di inglese presso la Gori Hair School tre o quattro anni fa. Ora lavoro presso l’Accademia formativa. Avevo studenti del terzo anno del corso per abilitazione di esercizio di acconciatore. Risulta dai registri una lezione di domenica ma non ho mai lavorato di domenica. La firma sul registro presenze in data 21 marzo 2016 non è la mia, neppure quella del 4 aprile e neanche quella del 24.4.2016. Il 25 gennaio ho firmato io anche il 18 gennaio. Nel registro presenze del corso di inglese che avrebbe sostenuto il sig. Giovanni Oggiana le firme non sono mie. Non ho mai insegnato singolarmente presso la scuola”.
Giovanni Oggiana, ex studente.
“Sono venuto a conoscenza del corso Corso di inglese attraverso mia moglie così ho compilato la domanda. Ho partecipato solo alla prima lezione, gli argomenti proposti non mi interessavano, era mirato ad argomenti legati al mondo dei parrucchieri. Non sono le mi firme quelle sul registro di presenza”.