Si è aperto questa mattina, in Tribunale, a Imperia, il processo che vede sul banco degli imputati un 33enne imperiese, accusato di diffamazione e sostituzione di persona per aver creato la pagina Facebook “Dulbe che fa cose” con l’obiettivo di ironizzare sull’ex consigliere comunale, oggi assessore a Caravonica e coordinatore regionale dei giovani di Forza Italia Angelo Dulbecco.
Pagina fb ironica su ex consigliere Dulbecco: 33enne a processo
Nel dettaglio, il 33enne Gionata Giribaldi, difeso dall’avvocato Giovanni Musso, è finito a processo in quanto sulla pagina Facebook “Dulbe che fa cose” (oggi non più esistente) venivano pubblicate “immagini e fotomontaggi vari raffiguranti il volto del Dulbecco ed associate a situazioni grottesche o ridicole e così denigratorie” e in quanto la pagina “induceva gli utenti del social network a in errore in ordine alla provenienza e origine del profilo, sostituendo illegittimamente la propria persona a quella del Dulbecco o comunque attribuendosi un falso nome”.
Questa mattina, in aula, davanti al giudice monocratico Alice Serra, è stato sentito, in qualità di parte offesa, Angelo Dulbecco, rappresentato dall’avvocato Piera Poillucci.
“Non conosco Gionata Giribaldi, l’ho visto una sola volta – ha dichiarato Dulbecco in aula – Mi sono rivolto ai Carabinieri perché in questa pagina Facebook ‘Dulbe che fa cose’, con foto prese dal mio profilo, venivo insultato e deriso. Il tutto a titolo gratuito, senza una motivazione, dietro l’anonimato.
Mi sono accorto della pagina perché me lo hanno fatto notare. Non sapevo chi fosse l’autore della pagina, l‘ho scoperto solo dopo aver sporto denuncia. Perché mi sono rivolto ai Carabinieri? All’inizio ho provato a ignorare i contenuti della pagina. Non volevo che l’autore potesse trarre piacere dalla mia insofferenza. Non è servito e quando la pagina ha iniziato a crescere, aumentando la visibilità, mi sono sentito offeso e ho deciso di presentare denuncia.
Ci sono fotomontaggi in cui sono appeso a testa in giù a Piazzale Loreto. La pagina stava chiaramente degenerando, creandomi disagio e imbarazzo, sia a livello personale e che per quel che che concerne il mio ruolo politico, e per questo ho ritenuto necessario rivolgermi alle autorità.
Ho la profonda convinzione che i social stiano diventando un luogo dove non prevale la legge. Credo sia giusto riportare un pò di ordine. Post provocatori su Barbara Berlusconi, Priebke e Dj Fabo? Si, confermo. Ma erano mie posizioni personali, non offendevo nessuno.
L’autore della pagina non mi ha mai chiesto scusa. Ha ammesso di essere lui l’autore anche in una conversazione avuta con un mio amico, Alessio Alberigo, che gli aveva chiesto spiegazioni. Ha sempre detto di voler proseguire. Non potevo fare altrimenti”.
Nell’udienza odierna è stato sentito, in qualità di testimone, anche l’assistente capo della Polizia Postale di Imperia Giuseppe Barla.
Dulbecco, lo ricordiamo, nei mesi scorsi è salito agli onori della cronaca per aver denunciato 102 persone colpevoli, a suo dire, di averlo insultato in relazione a un post su Dj Fabo e l’eutanasia (“Hitler almeno lo faceva gratis”), scatenando anche la reazione della blogger Selvaggia Lucarelli. Il processo è tuttora in corso.