“Non vado a interferire con una decisione autonoma presa dal mio Comandante”. Con queste parole il Maggiore dei Carabinieri David Egidi ha risposto alle domande del Procuratore Alberto Lari nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati Gianfranco Cabiddu (difeso dall’avv. Giovanni Di Meo del foro di Imperia), marito dell’ex Procuratore Capo Giuseppa Geremia, e lo stesso Egidi (difeso dall’avv. Bruno Pantosti del foto di Torino), ora in servizio ad Oristano, accusati in concorso di abuso d’ufficio per il mancato ritiro della patente a Cabiddu, accusato anche di falso per avere “mentito” al medico dell’Asl sul proprio stato di salute.
Egidi, come già emerso in fase di indagine, ha puntato il dito sull’allora Comandante provinciale, il Colonnello Luciano Zarbano che, lo ricordiamo, anch’egli coinvolto nel procedimento giudiziario, è stato assolto in Appello dopo essere stato condannato a un anno di carcere, pena sospesa, con la formula del rito abbreviato, in primo grado.
Una sentenza di assoluzione, quella del Colonnello Zarbano, divenuta definitiva a inizio ottobre.
Il processo è ripreso questa mattina, a pochi mesi dalla tragica notizia del suicidio dell’appuntato dei Carabinieri Massimo Andrea Masala dopo la propria deposizione in aula.
Imperia: mancato ritiro patente marito ex procuratore, in aula l’esame del Maggiore Egidi
Alle domande del Procuratore Lari sul mancato ritiro della patente, Egidi ha ammesso che, all’epoca dei fatti, era a conoscenza del fatto che il marito dell’allora Procuratore circolasse in auto senza averne titolo. In merito ai motivi della mancata notifica, il militare ha risposto “perché c’erano altri che prendevano decisioni”, speficicando poi di non aver voluto “interferire con una decisione autonoma presa dal mio comandante”.
Nell’odierna deposizione, Egidi ha spiegato al collegio presieduto da Donatella Aschero che fu Cabiddu, alla presenza dello stesso Egidi e del Colonnello Zarbano, a chiedere di posticipare di qualche giorno la notifica del provvedimento. “Questa concessione gli fu fatta dal Comandante in mia presenza. Cabiddu ci chiese di aspettare e il Colonnello acconsentì”.
In realtà, poi, trascorse quasi un mese prima della notifica, avvenuta il 9 ottobre del 2014, giorno in cui Cabiddu sostenne l’esame di revisione della patente rendendo dunque nullo l’eventuale provvedimento di ritiro. Il motivo? Egidi ha riferito che venne concesso più tempo a Cabiddu per un lutto che aveva colpito la sua famiglia, a causa del quale si era dovuto recare in Sicilia tra settembre ottobre.
In merito ai rapporti tra i Carabinieri e l’allora Procuratore Geremia, Edigi li ha definiti “bipolari”, in quanto cordiali in ambito privato, ma molto tesi in ambito pubblico.
Egidi, in particolare, ha raccontato un’occasione in cui, quando andò a salutare il Procuratore durante una cerimonia delle Vele d’Epoca, fu “aggredito verbalmente per una questione lavorativa”.
Alla domanda del procuratore Lari se avesse usato un comportamento diverso per Cabiddu rispetto a quello che avrebbe usato per un altro cittadino, Egidi ha risposto che “Cabiddu in quei giorni era in Sicilia, quindi non fisicamente presente a Imperia. Quindi mi sarei comportato allo stesso modo con chiunque altro sapendolo lontano dalla città”.
Il processo è stato rinviato al prossimo 31 ottobre per la discussione.