23 Dicembre 2024 08:43

23 Dicembre 2024 08:43

Viaggio tra i banchi del mercato di Oneglia. “È vita, se non ci fosse morirebbe la città” / Il reportage

In breve: ImperiaPost ha realizzato un servizio per raccontare il mercato, dal montaggio dei banchi, a notte fonda, sino all'incontro con i clienti.

Il mercato di Oneglia è una delle tradizioni imperiesi. Mercoledì e sabato mattina i banchi affollano piazza Goito, nel cuore di Oneglia, alle spalle di via San Giovanni, tra prodotti alimentari locali, vestiti, utensili per la casa, abbigliamento. Il tutto condito da espressioni colorite, slogan e tanta cordialità.

Ma come nasce il mercato di Oneglia? ImperiaPost ha realizzato un servizio per raccontare il mercato, dal montaggio dei banchi, a notte fonda, sino all’incontro con i clienti.

Una giornata al mercato di Oneglia

Ecco il servizio (guardalo in HD).

Cinque del mattino. Mercoledì. Piazza Goito, storica sede del mercato di Oneglia, è deserta. Nel silenzio della notte si avvertono i primi rumori. Il borbottio di un motore in lontananza. Dopo pochi secondi ecco comparire un camion. Si ferma quasi al centro della piazza, leggermente defilato. Scende Roberto, ambulante da circa 20 anni con il suo banco di prodotti locali, prima come dipendente, poi in proprio, affiancato dalla compagna Maria Elisabetta. È indaffarato nelle operazioni di montaggio, lo incontreremo più tardi, a mattinata inoltrata.

I primi ambulanti con cui scambiamo quattro chiacchiere, poco dopo le 5, sono Matteo Baldini e Antoniella Maiolini. Il loro banco, di frutta e verdura, è uno dei più longevi del mercato di Oneglia. “Siamo qui da 30 anni. Siamo tra i primi ad arrivare. Ci alziamo il mattino alle 3 e finiamo di montare il nostro banco intorno alle 7, se va bene…”

Inizia presto la giornata per i banchisti e non si sa l’ora esatta in cui termina, dato che al termine bisogna smontare, caricare e iniziare già a pensare al rifornimento per il mercato successivo.

Tante le difficoltà e i problemi, ma su una cosa tutti sembrano d’accordo. “Se muore il mercato, muore la città”.

Grazie a

– Vanna Piccinini, Banco scarpe
– Maria Turri, Banco merceria
– Nicola Pressamariti, Banco frutta e verdura
– Tomas Arbustini, Banco piante da orto
– Maria Elisabetta Bonato e Roberto Benza, Banco prodotti locali
– Matteo Baldini e Antonietta Maiolini, Banco frutta e verdura
– Luca Cordovani e Giosia Cozzi, Banco utensili per la casa
– Piera Polga, Banco fiori

Mattia Mangraviti e Gaia Ammirati

 

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